(di Roberto Falaschi) – Maometto nel suo ultimo discorso incitò i suoi seguaci ad islamizzare il mondo e tale fu il lascito alla sua morte, alla quale seguì immediatamente la conquista ostacolata scarsamente da bizantini, persiani ed egiziani per la debolezza insita nei loro territori. Finalmente nel 711 i musulmani sbarcarono sul continente europeo in un luogo che prese il nome dal loro capo e si chiamò Gebel el Tarik (La montagna di Tarik oggi Gibilterra).
L’invasione dell’Europa continuò rapidamente fino a quando nel 732, solamente 21 anni dopo, Carlo Martello li sbaragliò in una sonora sconfitta. Non così catastrofica da farli desistere in quanto subito dopo riprovarono ad attraversare i Pirenei e ad invadere l’Acquitania, ma ebbero una solenne batosta. Le prime conquiste erano avvenute contro regni deboli e corrotti, il Nordafrica era frazionatissimo e pertanto facilmente sottomettibile, così come la penisola iberica.
Il Regno dei Franchi era uno stato forte guidato da un re guerriero ed aveva un esercito meno numeroso degli invasori, ma tecnologicamente ed addestrativamente molto più evoluto e se ne videro i risultati. Ad oriente la conquista islamica si scontrò contro l’Impero Bizantino che, sia pure con tutte le sue pecche e debolezze, resse la spinta invasiva per ben oltre sette secoli fino alla caduta di Costantinopoli (quest’ultima mantenne il nome fino a quando fu ribattezzata Istanbul nel 1930, cinque secoli dopo!).
Dopo Costantinopoli vi fu una faticosa avanzata aspramente contrastata nell’area balcanica che portò il sultanato fino ad assediare Vienna per ben due volte, ma queste imprese contro l’Impero Asburgico furono per i musulmani catastrofiche. Con la formazione e la consolidazione degli stati nazionali europei la superiorità tecnologica occidentale era talmente superiore che, per ragioni di equilibrio fra potenze europee, la Sublime Porta fu tenuta in piedi fino alla fine del Primo Conflitto Mondiale quando l’Impero Ottomano alleato degli Imperi Centrali collassò.
A questo punto avvenne lo spezzettamento tra i vincitori dell’ex Impero Ottomano così come lo vediamo oggi, ma forse con l’ISI sta cambiando la geografia dell’area. Sul mare la tecnologia delle Repubbliche Marinare italiche e degli altri paesi rivieraschi del Mediterraneo del Nord fu sempre incondizionatamente superiore ed in tutti gli scontri marittimi l’islam ne uscì sconfitto. Così come essi vennero sconfitti nella stragrande maggioranza degli scontri terrestri all’epoca delle crociate, sempre in virtù della stragrande superiorità di addestramento e tecnologica degli europei ed anche al fatto che gli arabi erano prevalentemente dotati di cavalleria leggera, mentre gli oppositori di fanterie ben coordinate e disciplinate, nonché di cavalleria pesante per lo sfruttamento del successo.
In quanto a ferocia e crudeltà le due parti si contesero il primato senza riuscire a superarsi, ma quelle erano le regole del tempo e non possiamo giudicare sulla base delle Conferenze di Ginevra attuali, che peraltro gli islamici tuttora non osservano, così come nessuno dei 57 paesi a religione islamica ha sottoscritto e ratificato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
La superiorità tecnologica dell’occidente cristiano perdura tutt’ora ed infatti i paesi islamici sono grossi acquirenti di prodotti tecnologici, incluso il materiale d’armamento. Contrariamente a quanto hanno fatto i paesi dell’Asia ad oriente dell’India inclusa che hanno sviluppato industrie proprie e tecnologia autoctona in tutti i settori, nell’islam la ricchezza esiste grazie all’esportazione della materia prima petrolio, per gli altri c’è la miseria più o meno accentuata.
L’islam è costituito da un numero consistente di stati tutti parte della umma e quindi teoricamente fratelli, ma di fatto ostili, come si può chiaramente rilevare dal fatto che la maggior parte degli attentati terroristici avvengano tra fazioni islamiche ognuna dichiarandosi più fedele delle altre, ma volte al predominio regionale.
Tuttavia un obiettivo accomuna gli stati islamici ed è lo stesso di quello risalente indietro di quasi 14 secoli, ossia alla morte del Profeta: l’islamizzazione del mondo ed in primis la sottomissione dell’Europa con la distruzione della cultura giudeo/greco/romana/cristiana che la caratterizza.
I poteri islamici pur spingendo al jihad hanno ben compreso per secolare esperienza che uno scontro armato non avrebbe per loro la minima possibilità di successo e l’invasione dell’Iraq ne è l’ultima dimostrazione. Hanno però ben compreso che l’Occidente ha al suo interno un tarlo che lo indebolisce e che possono vantaggiosamente sfruttare per ottenere quel successo che è loro sfuggito per così lunghi secoli: la dittatura della correttezza politica dell’Occidente accompagnato dal multiculturalismo.
(Fine prima parte)
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