(di Clara Salpietro) – “Non dimenticare gli italiani che non hanno esitato un istante ad arruolarsi nelle Forze armate italiane quando lo Stato maggiore della difesa, in previsione di una temuta invasione dell’Italia da parte di eserciti stranieri, ha chiesto la loro disponibilità ad adempiere al preciso obbligo morale sancito dall’articolo 52 della Costituzione, il quale stabilisce che «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». Di fronte a tale richiesta questi italiani hanno, incondizionatamente e con pieno convincimento, deciso di aderire al riservato invito di arruolarsi in una speciale unità delle Forze armate italiane che li avrebbe adeguatamente istruiti e preparati a svolgere un’attività clandestina di tutela e di difesa di interessi nazionali, un’attività partigiana che sarebbe dovuta entrare in funzione nella sola malaugurata evenienza di un’invasione militare”.
Queste le premesse del disegno di legge Riconoscimento del servizio volontario civile prestato nell’organizzazione nordatlantica ‘Stay Behind Nets’ (n. 2650) presentato dal senatore Mario Mauro – già ministro della Difesa – in Senato il 18 gennaio ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 746 del 24 gennaio.
Il senatore Mauro, confluito l’8 marzo in Forza Italia dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà, è il primo firmatario del ddl; cofirmatari Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Paolo Naccarato (Grandi Autonomie e Libertà – GAL).
Il disegno di legge è stato assegnato alla 4ª Commissione permanente (Difesa) in sede referente il 28 febbraio (seduta pomeridiana n. 772), e per un parere anche alle Commissioni 1ª – Affari costituzionali, 3ª – Affari esteri, 5ª – Bilancio, 11ª – Lavoro.
Il ddl ricalca la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dall’on. Luca Squeri (Forza Italia) il 18 febbraio 2014.
“Questi nostri concittadini – scrive il sen. Mauro nella relazione che accompagna il ddl – hanno deciso di mettere a repentaglio la propria vita per nobili princìpi e hanno gratuitamente e volontariamente sacrificato il loro tempo libero per conseguire uno specifico e lungo addestramento al solo fine di essere pronti a intervenire nel caso in cui si fosse realizzato tale temuto evento. Per oltre trentacinque anni hanno svolto, in modo silenzioso e senza nulla chiedere, la delicata e rischiosissima funzione di fedeli custodi dei princìpi di libertà e di democrazia di tutti gli italiani, tutti noi compresi”.
“Sul piano dei loro meriti – prosegue -, questi nostri concittadini sono senz’altro parificabili ai partigiani che hanno combattuto per la liberazione dell’Italia durante la Resistenza. Erano, indistintamente, animati dallo stesso spirito di combattere per la liberazione della Patria, principio che è alla base della nascita della nostra Repubblica. Il possesso dei nobili valori di attaccamento alla Patria e allo Stato di questi nostri concittadini che hanno costituito un prezioso baluardo a guardia e a difesa della libertà della nostra Patria è «certificato» dalla lettera di congedo che ciascuno di loro ha ricevuto dal direttore dello specifico servizio militare che, per conto dello Stato maggiore della difesa, e quindi della Patria, gestiva la struttura militare speciale a cui appartenevano”.
“Detta struttura militare – scrive ancora – è stata sciolta, per decisione governativa, il 27 novembre 1990, decisione che ha anche certificato la sua legale e regolare istituzione. Sul piano giudiziario, la corte di assise di Roma, successivamente, ne ha riconfermato la legittimità con la sentenza n. 17 del 3 luglio 2001”.
“Ritengo che oggi sia nostro preciso dovere – si legge nella relazione -, cioè dovere di tutti noi che rappresentiamo il popolo italiano, approvare, con il consenso più vasto possibile, un provvedimento di riconoscimento dei loro meriti nell’avere fedelmente, silenziosamente, volontariamente e gratuitamente adempiuto, senza godere di alcuna gratificazione al di fuori di quella morale, al riservato ma ufficiale incarico di carattere militare di vegliare sulla conservazione dei diritti di libertà di pluralismo democratico di tutti gli italiani”.
“Il presente disegno di legge – spiega il sen. Mauro – fa sì che questi valori e meriti si concretizzino in un giusto riconoscimento istituzionale, con esclusione di qualsiasi effetto di tipo economico, per tutti questi civili che sono stati inquadrati ed hanno prestato servizio in una legittima struttura militare, agli ordini dello Stato maggiore della difesa che rappresentava ufficialmente la Patria. In conformità al superiore dovere sancito dall’articolo 52 della Costituzione, questi coraggiosi cittadini hanno dato la loro consapevole e convinta disponibilità a servire la Patria, al di sopra di ogni distinzione di credo ideale, politico o religioso, o di appartenenza sindacale”.
“L’articolo 1 del disegno di legge – si legge – sancisce l’equiparazione al servizio presso le Forze armate dello Stato del servizio volontario prestato presso la rete italiana dell’organizzazione clandestina nordatlantica «Stay Behind Nets», da parte dei suoi membri cosiddetti «esterni», ossia reclutati tra coloro che avevano già assolto i propri obblighi militari ma che non appartenevano in servizio permanente alle Forze armate, ovvero tra cittadini di entrambi i sessi anche se non risultavano assoggettati a tali obblighi.
Questa equiparazione non costituisce un caso isolato nell’ambito del nostro ordinamento giuridico, in quanto in passato si è già provveduto allo stesso modo per il Corpo volontari della libertà con la legge 21 marzo 1958, n. 285.
L’equiparazione rileva esclusivamente sotto il profilo politico, morale e anche sul piano militare, posto che l’articolo in esame espressamente esclude al riguardo qualsiasi effetto retributivo, previdenziale e assistenziale”.
“Il medesimo articolo 1 – scrive infine il sen. Mauro – dà mandato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, su relazione dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), di certificare la pregressa appartenenza alla rete italiana della predetta organizzazione, su istanza di ciascuno dei 622 nominativi dell’elenco previsto dall’allegato 1 alla relazione dell’allora Presidente del Consiglio dei ministri Giulio Andreotti, trasmessa ai due rami del Parlamento il 26 febbraio 1991, e nell’osservanza delle vigenti disposizioni dettate in materia di segreto di Stato. In caso di morte di uno di questi 622 cittadini italiani, su istanza di un loro erede legittimo.
Con l’articolo 2 è prevista l’istituzione di un distintivo onorifico, per gli appartenenti alla struttura, che può essere portato dagli aventi titolo in base alle disposizioni vigenti in materia.
L’articolo 3, da ultimo, sancisce l’equiparazione dell’Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 tra i civili appartenenti alla disciolta struttura, alle altre associazioni d’arma riconosciute dal Ministero della difesa”.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
(Servizio prestato a titolo gratuito presso la disciolta struttura «Stay Behind Nets»)
1. Il servizio volontario prestato come personale civile esterno, dai soggetti non inquadrati permanentemente nelle Forze armate, nella rete italiana dell’organizzazione clandestina nordatlantica «Stay Behind Nets», istituita nell’ambito dell’Alleanza del Nord Atlantico dai Governi del Regno Unito di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, della Repubblica francese, del Regno del Belgio, del Regno dei Paesi Bassi, del Granducato del Lussemburgo, della Repubblica italiana, del Regno e poi Repubblica di Grecia e della Repubblica federale di Germania, di seguito denominata «struttura Stay Behind», sciolta dal Governo italiano in data 27 novembre 1990, è equiparato al servizio prestato presso le Forze armate dello Stato, con esclusione di qualsiasi effetto ai fini retributivi, previdenziali e assistenziali.
2. L’appartenenza alla struttura Stay Behind è certificata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, in conformità alla proposta formulata e su richiesta degli interessati, o, in caso di loro morte, di un loro erede legittimo a nome e per conto di tutti gli altri eventuali eredi, con il supporto dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), nell’osservanza delle disposizioni contenute nella legge 3 agosto 2007, n. 124. Ai fini di cui alla presente legge, per interessati si devono intendere i 622 cittadini italiani inclusi negli elenchi nominativi suddivisi per regione di appartenenza di cui all’allegato 1 annesso alla relazione sulla vicenda «Gladio» presentata alle Camere dal Presidente del Consiglio dei ministri il 26 febbraio 1991.
3. La certificazione di cui al comma 2, relativa al personale civile esterno comunque appartenente ad altro titolo alle Forze armate dello Stato e non transitato nel servizio permanente effettivo, è trasmessa a cura dell’AISE agli uffici competenti a custodire la documentazione caratteristica e matricolare degli interessati, al fine della relativa trascrizione con decorrenza dalla data di arruolamento nella struttura.
Art. 2.
(Distintivo onorifico)
1. Con decreto del Ministro della difesa è approvato il modello di distintivo onorifico, di cui all’allegato A annesso alla presente legge, che il personale militare interno, già appartenente alla struttura Stay Behind e ancora in servizio nelle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare sull’uniforme.
2. Il personale interno ed esterno, già appartenente alla struttura Stay Behind e congedato dalle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare il distintivo di cui al comma 1 con le medesime modalità del personale in servizio, se autorizzato a vestire l’uniforme militare secondo le vigenti disposizioni.
3. Il personale esterno ha diritto di portare sull’abito civile, in occasione di cerimonie militari e di manifestazioni dell’Associazione di cui all’articolo 3, il distintivo di cui al comma 1 del presente articolo.
Art. 3.
(Associazione Stay Behind)
1. L’Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 quale associazione non riconosciuta, è riconosciuta quale associazione combattentistica e d’arma ed è iscritta nel relativo elenco tenuto dal Ministero della difesa.