(di Enza Conti) – “12 Agosto 1943 Castiglione di Sicilia – Il tributo di sangue della prima strage nazista in territorio italiano” è stato il tema del convegno, che si è svolto nella sala del Castello di Lauria a Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania, per ricordare le vittime della strage nazista che ha fatto sedici vittime civili.
Il convegno, organizzato dal presidente del Consiglio Comunale Filippo Giannetto, ha consentito ai numerosi presenti di poter approfondire le conoscenze storiche su una delle stragi che ancora oggi presenta tanti lati oscuri, sulle vere motivazioni che hanno indotto i tedeschi a seminare terrore in quel lontano 12 agosto del 1943.
Per la strage subita il 12 agosto del 1943 Castiglione di Sicilia è stato insignito di Medaglia di bronzo al valore civile.
I lavori, coordinati dal professore Giovambattista Gioeni, sono stati aperti dal presidente Giannetto, il quale ha sottolineato come il convegno fa parte di un percorso di studi che mirano a far luce sulle motivazioni che hanno causato la strage.
Si tratta di un dovere verso i sedici trucidati, verso il paese e la storia d’Italia, ma nello stesso tempo poter riflettere sull’importanza del dialogo tra gli uomini e sul valore della pace.
E di rispetto, dignità e abbattimento dell’indifferenza ha parlato nel suo saluto l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Nina Romeo.
In rappresentanza dell’amministrazione Comunale era presente il vicesindaco Concetto Stagnitti e l’assessore Lucia Chisari.
Significativa è stata la presenza dei rappresentati delle forze dell’ordine, con il comandante dei carabinieri Giovanni Grasso, della polizia municipale Gaetano Di Carlo, dell’arciprete don Roberto Fucile.
L’excursus storico del professore Nicola Musumarra, componente della segreteria provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha consentito di ripercorrere alcuni dei momenti più importanti della rivolta popolare in più località dell’hinterland etneo e le azioni di uomini coraggiosi che hanno lottato contro le angherie dei soldati tedeschi, attraverso gli episodi di Pedara, Mascalucia, Valverde e Tremestieri, fatti che fanno parte della storia nazionale e che consentono di ripercorrere la drammaticità del periodo storico attraverso le gesta eroiche di alcuni uomini e l’impegno della chiesa in un periodo in cui regnava la disperazione.
Tra gli altri sono stati ricordati: don Arcangelo Longo, parroco della chiesa madre di Mascalucia, frate Arcangelo dell’Eremo di Sant’Anna e suor Amelia Casini di Castiglione, disposta a offrire se stessa in cambio degli ostaggi.
È stato il professore Rosario Mangiameli, docente di Storia Contemporanea presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Catania, a ripercorrere i fatti più importanti dell’Italia in guerra, tenendo sempre presente l’episodio di Castiglione ed evidenziando soprattutto la situazione in Sicilia, una terra già frustrata da tre anni di guerra, durante i quali la fame, le malattie, le città bombardate e la presenza di un esercito con il 70% di siciliani diventano elementi fondamentali nel ripercorrere i fatti che si sono svolti nel triangolo orientale dell’Isola. Ma soprattutto è stato evidenziato come la strage di Castiglione sia diversa da altri episodi analoghi in quanto non è scaturita da furti ai danni di tedeschi, né da violenza contro questi. Quindi è importante collegare l’episodio agli altri, ma soprattutto “alla grande storia”.
A chiudere l’interessante convegno è stato il professore Angelo Manitta, direttore della rivista “Il Convivio”, che attraverso alcune interviste edite e inedite di persone che hanno vissuto quelle terribili giornate, ha dato un’importante contributo a ripercorre quel 12 agosto del ’43.
Manitta ha soprattutto evidenziato come “la strage di Castiglione sia la prima perpetrata in territorio italiano, in quanto non è avvenuta come semplice rappresaglia di forze in ritirata, ma c’è stata una volontaria determinazione da parte degli esecutori”.
Ha destato interesse soprattutto la ricostruzione storica e la narrazione e citazione di persone che a quell’epoca hanno vissuto l’episodio e che hanno tramandato il terrore che regnava in paese. Si tratta di dichiarazioni che portano a dedurre – ha evidenziato il professore Manitta – come “la reazione tedesca, ma soprattutto la loro incursione e occupazione di un paese fuori mano, sia stata determinata da un fatto non dipendente da azione bellica”.
Il convegno è stato un’importante opportunità per aprire un nuovo cammino di ricerca storica che andrà a potenziare le altre intraprese negli anni passati e che serviranno a ricomporre i tasselli della storia del Paese.
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