L’Italia torna al centro della diplomazia internazionale per la soluzione della crisi siriana. I riflettori sono puntati su Roma, il 28 febbraio, per l’incontro della “Riunione Ministeriale ristretta sulla Siria” organizzato dalla diplomazia italiana su richiesta del neosegretario di Stato americano, John Kerry (da mercoledì a Roma), che vedrà la partecipazione degli undici Paesi più coinvolti nella gestione della crisi siriana e i rappresentanti dell’opposizione al regime.
La Coalizione nazionale siriana, che aveva deciso di disertare per protesta contro i massacri di civili, ha infine assicurato la propria presenza.
“Non andiamo a Roma solo per parlare, ma per prendere delle decisioni”, ha detto Kerry a Londra invitando l’opposizione a partecipare ai lavori e assicurando che il presidente Barack Obama sta valutando “precisamente quali passi” gli Stati Uniti faranno per aiutare siriani innocenti.
A Roma l’Italia e i Paesi europei proporranno agli Stati Uniti maggiore flessibilità nelle misure in favore dell’opposizione al regime di Assad. In particolare, chiederanno che gli aiuti “non letali” vengano estesi fino a comprendere anche l’assistenza tecnica, l’addestramento e la formazione, in modo da consolidare l’azione della coalizione, sulla scia di quanto espresso nell’ultimo Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea.
Sul fronte diplomatico, si lavora per avviare un dialogo tra regime ed opposizione. L’Italia, ha spiegato il ministro Giulio Terzi, “ribadisce la sua vicinanza e solidarietà al popolo siriano e auspica che un processo politico credibile, basato sulle proposte della Coalizione nazionale delle forze di opposizione siriane che essa riconosce come solo rappresentante legittimo del popolo siriano, consenta di porre fine quanto prima al conflitto avviando la transizione verso la democrazia e lo stato di diritto”.
Restano drammatiche le conseguenze della crisi sul fronte umanitario. A Ginevra l’Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay ha denunciato l’incapacità del Consiglio di sicurezza di portare il caso alla Corte penale internazionale, “malgrado le ripetute informazioni sulle violazioni ed i crimini diffusi da parte del mio Ufficio, della Commissione internazionale di inchiesta sulla Siria, di organizzazioni della società civili e di esperti dell’Onu”.
Nei giorni scorsi, la Cooperazione Italiana ha inviato un nuovo carico di beni umanitari al confine tra Siria e Turchia, destinati ai rifugiati siriani, confermandosi il secondo maggior donatore europeo per il 2013, con uno stanziamento di 22 milioni di euro, che si aggiungono ai 7,5 stanziati sino ad oggi.
La cooperazione militare tra Italia e Giordania e la crisi siriana: intervista all’Addetto militare colonnello Gatti
marzo 25, 2013