(di Clara Salpietro) – “Senza elicotteri qui non si fa niente”, sembra un motto ma è quanto accade nei teatri operativi, dove l’Aviazione dell’Esercito (Aves) è una pedina fondamentale.
Siamo in Afghanistan, il paese dalle mille contraddizioni, ma anche dalle quotidiane operazioni militari, ed è qui che si inserisce in modo capillare l’attività dell’Aviation Battalion o Task Force Fenice su base del 5° reggimento Aves Rigel, con sede a Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, che gestisce tutti i velivoli ad ala rotante dell’Esercito italiano e che con il 7° reggimento Vega di Rimini costituisce la componente aerea della Brigata Aeromobile “Friuli”.
Rigel è una stella della costellazione di Orione, è la settima stella più luminosa del cielo ed è presente nello stemma del 5° reggimento basato sull’aeroporto “Francesco Baracca”, antica base di dirigibili, di Casarsa.
Il motto del 5° Rigel in lingua friulana è “Il mio spirt atôr ti svole” (Il mio spirito aleggia intorno a te), tratto dalle parole della canzone Stelutis alpinis (stelle alpine) del poeta Arturo Zardini.
Al comando del colonnello Livio Ciancarella, il 5° Rigel è il primo reggimento a raggiungere il teatro operativo con il proprio stendardo di combattimento, simbolo, come afferma lo stesso comandante, “dell’unità nazionale”.
La Task Force Fenice ha una composizione dedicata per il teatro operativo afghano e si basa su tre linee di elicotteri (A 129 Mangusta, CH47 Chinook, AB 205 Huey), al fine di ottenere un dispositivo flessibile, bilanciato e dalle potenzialità inedite.
“La necessità di avere tre linee di volo – ci viene spiegato dalla Task Force Fenice – nasce dalla possibilità di assolvere ad ogni tipo di missione, dal supporto terrestre, all’intelligence, fino al supporto logistico”.
All’interno dell’area di responsabilità l’intervento deve essere assicurato in un’ora ed inoltre l’attività degli elicotteri diventa fondamentale quando bisogna raggiungere certe destinazioni, come il distretto di Bakwa, nella Provincia di Farah, nell’Afghanistan occidentale, o il Gulistan e Buji.
Accompagnati dal comandante del gruppo di volo tenente colonnello Stefano Angioni, visitiamo la componete operativa della Task Force Fenice a Herat, presso Camp Arena, sede del Regional Command West dell’operazione Isaf (International Security Assistance Force) e dove risiede la parte più consistente del contingente italiano su base brigata Sassari, guidata dal generale Luciano Portolano.
La capacità dei CH47 (a doppio rotore), degli AB 205 adibiti al trasporto del personale e dei rifornimenti e degli A129 C Mangusta, gli elicotteri impiegati con compiti di esplorazione e scorta in supporto di fuoco alle forze terrestri, a partire da marzo verrà incrementata con l’arrivo in teatro operativo di tre elicotteri NH90, che andrà a sostituire i tre EH101.
“Il personale di volo dell’NH90 – osserva il personale dell’Aviation Battalion – è stato in territorio afghano, conosce le tecniche tattiche di impiego, i punti sensibili della macchina e qual è la linea da seguire”.
L’Aviation Battalion soddisfa i requisiti di “Expeditionary & combat capabilities” in ambiente ostile, in particolare garantisce: interventi a fuoco (CBT), di supporto (CS) e di trasporto logistico (CSS) in tutta l’area di responsabilità; supporto alle funzioni di intelligence; capacità di pianificazione aderente alla complessità della minaccia ed alle Rules of Engagement (ROE); possibilità di schieramento di una forza mobile, deterrente e sostenibile, fino a medio raggio, in tempi ridotti (QRF); assetti in Quick Reaction Alert (QRA) con elicotteri A129 ed assetti Quick Reaction Force (QRF) con elicotteri CH47 ed un plotone di fanteria aeromobile entrambi in grado di intervenire in tempi ridotti, sia di giorno che di notte, in tutta l’area di responsabilità; supporto alle attività Joint Combat Search and Rescue (JCSAR).
“Queste capacità, garantite da una forte componente manutentiva, conferiscono all’Aviation Battalion – evidenzia il personale della Task Force Fenice – una elevata autonomia e flessibilità di impiego che gli consentono di sviluppare missioni diversificate, dal supporto logistico alla pianificazione e condotta di operazioni aeromobili ed aeromeccanizzate”.
Il capitano Antonio Giuliani ci illustra le caratteristiche dell’A129 Mangusta, elicottero d’attacco, progettato alla fine degli anni ‘70 ed entrato in servizio nei primi anni novanta, cinque pale e due piloti intercambiabili ed allineati. “L’efficienza aerodinamica – afferma il capitano Giuliani – è migliorata ed è più elevata la velocità di traslazione”.
L’elicottero è equipaggiato con: un cannone da 20mm rotante; un sistema missilistico Helitow; un sistema di autoprotezione SIAP (sistema integrato di autoprotezione); un sistema IRCM (Infra Red Counter Measures). L’elicottero ha capacità di volo notturno con l’ausilio di visori NVG (Night Vision Goggles) e del sistema HIRNS (Helicopter Infra Red Navigation System). L’A129 è un assetto molto importante per le sue capacità di intervento a supporto delle unità sul terreno. Dal suo arrivo in Teatro operativo, avvenuto a giugno 2007, ad oggi i Mangusta hanno volato per un totale di circa 6500 ore motore.
A parlarci del CH47 Chinook è il capitano Carmine Bertolino, che spiega come l’elicottero, bimotore, può agganciare e trasportare mezzi con un peso fino a 9mila chili, la massima velocità che raggiunge è di 170 nodi, una quota di tangenza di 5mila metri e ha un’autonomia di 2ore e 40 minuti.
È equipaggiato con: 3 sistemi d’arma calibro 7,62 per auto protezione e sistema di autoprotezione SIAP (sistema integrato di autoprotezione).
L’elicottero ha capacità di volo notturno con l’ausilio di visori NVG (Night Vision Goggles) e ha la capacità di ricevere immagini con sistema “ROVER 4” da assetti Predator o AMX.
Il CH47 viene impiegato per il trasporto di personale e materiali, per il rischieramento della Quick Reaction Force (QRF) e risulta essere un assetto frequentemente utilizzato in teatro afghano.
Dal suo arrivo in teatro operativo, novembre 2006, ad oggi i CH47 hanno volato per un totale di circa 3550 ore motore.
Infine con il capitano Daniele Rustichelli conosciamo meglio e da vicino l’AB205 MEP, Mission Equipment Package che vuol dire pacchetto di equipaggiamenti per la missione, tra cui una blindatura ottenuta tramite l’applicazione di protezioni balistiche poste lungo tutto il pavimento dell’elicottero, sui trasparenti anteriori e sui seggiolini dei piloti.
“Prima e dopo il volo – osserva il capitano Rustichelli – c’è un minuzioso lavoro di preparazione e manutenzione”.
L’AB205, versione del famoso UH-1 Huey largamente utilizzato dall’Esercito Americano nel conflitto del Vietnam, è equipaggiato con: sistema M23 (2 mitragliatrici da 7,62 mm); sistema di autoprotezione SIAP (sistema integrato di autoprotezione); sistema IRCM (Infra Red Counter Measures). L’elicottero, monomotore, ha capacità di volo notturno con l’ausilio di visori NVG (Night Vision Goggles). L’AB205, anche se con limitate capacità di carico utile trasportabile, risulta un assetto fondamentale per i piccoli trasporti di personale e materiali a breve e medio raggio. Inoltre può essere equipaggiato in configurazione Forward Medevac, con a bordo un team medico di area critica e una barella tipo STARMED con capacità di pronto soccorso.
Dal suo arrivo in teatro operativo, luglio 2010, ad oggi gli AB205 MEP hanno volato per un totale di circa 2000 ore motore.
Gli elicotteri dell’Aviation Battalion, dal rischieramento su Herat ad oggi, hanno supportato il Regional Command West, con un totale di 12.100 ore motore. Questo risultato si è potuto raggiungere grazie alle elevate capacità professionali dei baschi azzurri italiani.