(di Anthony Brown) – Con la stabilizzazione dei teatri operativi afgano e iracheno e il conseguente graduale ritiro delle truppe sul terreno, anticipato dal presidente americano Obama, l’attenzione si sposta gradualmente verso l’area del Corno d’Africa, una zona di tensione in cui le reti terroristiche muovono capitali e si dedicano ad attività illegali estremamente lucrative quali la pirateria e il traffico di armi ed esseri umani in fuga da zone di guerra o di estrema povertà.
La presenza di Stati in grave crisi politica ed economica consente inoltre agli estremisti di muoversi liberamente attraverso il Mar Rosso e il golfo di Aden in Yemen, consentendo ulteriori opportunità di collaborare fra i militanti somali di al Shabaab e quelli di Al Qaeda nella Penisola Araba (1).
Le rotte commerciali nella regione attraversano tre delle sette strozzature geografiche nel mondo fra le quali il canale di Suez e quello di Bab al Mandeb alle due estremità del Mar Rosso e non lontano, un po’ più a oriente, lo stretto di Hormuz.
Alla sua audizione di giugno scorso al Senato (2) il segretario di Stato Americano, Leon Panetta, ha confermato che in Yemen sono in atto le attività militari della CIA e che, malgrado la guerra civile in atto, la risposta delle autorità è positiva (3).
Rispondendo al Senatore Conyn lo stesso descriveva le diverse aree geografiche e le relative organizzazioni terroristiche. Sorprendentemente, parlando di Yemen, non faceva alcun riferimento ad Al Qaeda nella Penisola Araba ma solo ad al Awlaki che sarebbe stato ucciso il 29 settembre successivo con un attacco di droni (4).
Dal punto di vista militare le forze in teatro conducono una vasta campagna per neutralizzare la minaccia e distruggere Al Qaeda.
In tale contesto, il Mar Rosso dallo scorso ottobre 2008 quando è stato creato il comando per l’Africa (AFRICACOM) rappresenta la saldatura fra le aree di responsabilità di quest’ultimo, dal quale dipende il Combined Joint Task Force per il Corno d’Africa (CJTF-HOA) che opera nella base militare di Camp Lemonnier (Gibuti) e il comando strategico CENTCOM (quello che, fra l’altro, ha competenza su Afganistan, Iraq Iran, Libano, penisola arabica, Siria).
Tuttavia l’approccio ai problemi sulla sicurezza tenuti a cavallo del 32° parallelo, con un ampio e dispendioso schieramento di contingenti militari, non sono certo quelli tenuti, più a Ovest, a cavallo del 16° parallelo dove più discrete operazioni speciali dei militari e covert della CIA la “fanno da padrone”, senza scomodare troppo le organizzazioni internazionali e gli scomodi inviati esteri della stampa mondiale.
C’è solo da sperare che tutto questo conduca ad una pacificazione dell’area piuttosto che ad una nuova crisi dai caratteri più marcatamente militari (oppure un nuovo lavoro per le truppe liberatesi da altri teatri operativi).
(1) Dichiarazioene del Gen. James N. Mattis, comandante del U.S. Central Command, al Comitato Difesa del Senato, il primo marzo 2011, sull’assetto del U.S. Central Command reperibile all’indirizzo: http://www.centcom.mil/en/about-centcom/posture-statement/
(2) Audizione per la nomina dell’On. LEON E. PANETTA a segretario di Stato alla Difesa 9 giugno 2011, http://armed-services.senate.gov/Transcripts/2011/06%20June/11-47%20-%206-9-11.pdf
(3) Audizione per la nomina dell’On. LEON E. PANETTA a segretario di Stato alla Difesa 9 giugno 2011, http://armed-services.senate.gov/Transcripts/2011/06%20June/11-47%20-%206-9-11.pdf, pag.43
(4) Audizione per la nomina dell’On. LEON E. PANETTA a segretario di Stato alla Difesa 9 giugno 2011, http://armed-services.senate.gov/Transcripts/2011/06%20June/11-47%20-%206-9-11.pdf, pag. 42