(di Clara Salpietro) – Alberto Manenti è il nuovo direttore dell’Aise, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna che ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero.
Sono di competenza dell’AISE: le attività di informazione per la sicurezza che si svolgono al di fuori del territorio nazionale, a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia; l’individuazione e il contrasto al di fuori del territorio nazionale delle attività di spionaggio dirette contro l’Italia e le attività volte a danneggiare gli interessi nazionali; le attività di controproliferazione di materiali strategici.
L’AISE risponde al Presidente del Consiglio dei ministri e informa, tempestivamente e con continuità, il Ministro della difesa, il Ministro degli affari esteri e il Ministro dell’interno per le materie di rispettiva competenza.
La nomina di Manenti è stata comunicata dal premier Matteo Renzi nel corso del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, riunitosi il 18 aprile. Al Comitato hanno partecipato il sottosegretario con delega all’intelligence, Marco Minniti, e i ministri di Esteri, Interno, Difesa, Giustizia, Economia e Finanze, Sviluppo Economico, con segretario il direttore generale del Dis, Giampiero Massolo.
Alberto Manenti, vicedirettore operativo dell’Aise, è un profondo conoscitore della struttura di intelligence, in passato è stato anche capo dell’unità “Armi di distruzione di massa”.
Manenti, 62 anni, siciliano, ma nato a Tripoli, in Libia, conosce bene l’arabo e la geografia politica della Libia, inoltre come assicurano fonti interne all’agenzia, ha ottimi rapporti con gli Usa e Israele. È entrato al Sismi, diventato Aise nel 2007, da capitano dell’esercito ed ha fatto tutti i gradini della carriera fino al vertice con il grado di generale; è considerato un attento analista e uno dei più esperti conoscitori del servizio che è stato chiamato a guidare. Va a sostituire il direttore ad interim, prefetto Paolo Scarpis, che a sua volta aveva ereditato il testimone dei servizi dal generale Adriano Santini.
In ballottaggio per la guida dell’Aise c’era anche il suo compagno d’accademia, candidato che era ritenuto forte, il capo di stato maggiore dell’Esercito Claudio Graziano, ma pure il generale di squadra aerea Carlo Magrassi, attuale capo di gabinetto del ministro della Difesa Roberta Pinotti oltre ad essere stato capo di gabinetto dell’ex ministro della Difesa Mario Mauro, e l’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante della squadra navale della Marina e già responsabile dei sistemi informativi automatizzati della Difesa, a cui si era aggiunta anche l’ipotesi di una “quota rosa” con la possibile nomina dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, che dal 2004 al 2008 ha guidato l’unità di crisi della Farnesina.
Nel corso della riunione del Cisr, come riporta l’Adnkronos “si è innanzitutto proceduto a una ricognizione dei più recenti sviluppi nei principali teatri di crisi internazionale. Ad un’articolata disamina delle possibili evoluzioni della situazione in Ucraina ha corrisposto, nel corso della riunione, la riaffermazione del massimo impegno del Governo nel contribuire, in tutte le sedi internazionali, a promuovere una soluzione diplomatica e negoziale alla crisi. In questo quadro l’accordo raggiunto a Ginevra costituisce un importante passaggio. Occorre anzitutto mantenere – è stato ricordato – ogni possibile canale di dialogo fra gli attori coinvolti, affinché la moderazione ed il senso di responsabilità prevalgano e venga scongiurato l’ulteriore aggravamento della situazione sul terreno”.
Ampio spazio, informa una nota, “è stato altresì dedicato alle prospettive del processo di stabilizzazione in Libia. Anche alla luce dei positivi esiti della Conferenza di Roma, il Comitato ha sottolineato la necessità di proseguire nel sostegno al cammino democratico del Paese, in particolare incoraggiando il consolidamento di assetti politico-istituzionali nei quali possano riconoscersi tutte le componenti della popolazione libica. Nel ribadire che spetta esclusivamente a quest’ultima decidere liberamente del proprio futuro, durante i lavori è stato sottolineato come sia responsabilità condivisa della comunità internazionale quella di favorire, in Libia, una capacità di governo che garantisca il controllo del territorio e ripristini un’adeguata cornice di sicurezza”.
I membri del Comitato hanno concordato “sull’esigenza che entrambi gli scenari di crisi continuino a rivestire la più elevata priorità nell’agenda di Governo, in ragione delle loro possibili ripercussioni su un ampio novero di fondamentali interessi nazionali, con particolare riguardo alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici ed al rischio di intensificazione dei flussi di immigrazione clandestina”.
I Servizi segreti presentano il nuovo sito internet
giugno 19, 2013