Daniela Spalanca, giornalista e conduttrice televisiva, nel suo libro “Amici per sempre” (Libridine editore, pagg. 96, € 10,00) racconta lo speciale rapporto di amicizia eterna fra Leonardo Sciascia e il suo medico, Calogero Castiglione. Abbiamo intervistato l’autrice, che con il testo partecipa alla III edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana, comune in provincia di Agrigento.
Da dove nasce il desiderio di raccontare l’amicizia di Leonardo Sciascia e Calogero Castiglione?
Alcuni anni fa rimasi colpita dal libro di Fred Uhlman “L’Amico ritrovato”, romanzo breve che narra della commovente amicizia tra due giovani, Hans e Konradin, uniti da un rapporto sincero e non legato a interessi reciproci. A fare da cornice al romanzo la Germania del 1933. Quando ho poi avuto la possibilità di ricordare il XX anniversario della morte di Leonardo Sciascia tramite la trasmissione Reportage, che curo presso l’emittente Teleacras, ho intervistato uno dei tanti amici che Sciascia ha avuto nel corso della sua vita che però si distingueva da tutti per la discrezione e la disponibilità all’ascolto con cui restava anche per ore accanto all’amico sostenendolo e sostenendo se stesso senza pretendere nulla di altro in cambio se non affetto e stima. Alla fine dell’intervista Calogero Castiglione, scomparso anche lui nel giugno scorso, mi ha dato una poesia commovente scritta da lui nel decennale della morte dell’amico di sempre e da qui ho voluto scrivere questa storia a due voci, la mia e quella di Castiglione che faccio volutamente parlare in prima persona come se avesse scritto lui i capitoli, frutto in gran parte della mia fantasia o di altre suggestioni che testi autorevoli dello stesso Sciascia mi hanno suggerito come “Le parrocchie di Regalpetra”, per rendere omaggio a questo rapporto amicale vero, limpido e sincero. Ci sono nel libro anche diversi contenuti che raccontano di una Sicilia contadina dal sapore antico dove ancora alcuni valori avevano un senso e dove le amicizie vere erano per sempre.
Il contesto in cui vissero in che modo ne cementò ulteriormente il rapporto?
Uno dei capitoli che ho inserito nel mio libro si intitola “Un’amicizia nata per caso”. E’ proprio qui che spiego come è nata la loro amicizia: era l’anno 1944, la guerra era finita da poco e si stava tornando faticosamente alla “normalità”. Lillo Castiglione aveva 16 anni e frequentava il primo anno del Liceo Classico di Agrigento. Leonardo Sciascia, per gli amici più intimi “Nanà”, più grande di lui essendo nato nel 1920 mentre Castiglione nel 1927, si era sin da subito dimostrato disponibile ad aiutare, su richiesta della zia Marietta che conosceva Lillo, ad impartigli delle lezioni di filosofia. Da quel momento condivisero passeggiate, risate, riflessioni, scorpacciate di frutta all’aria aperta in contrada Noce, sigarette ma anche dolori e sofferenze che fanno parte della vita di ciascuno di noi. E’ ovvio che il contesto di miseria e povertà che riguardava la società del tempo in cui vissero la loro fanciullezza, li unì particolarmente e anche se Nanà Sciascia divenne un grande scrittore e Lillo Castiglione un medico, ricordarono per sempre quegli anni tra guerra e dopoguerra.
A quali fonti ha fatto più ricorso?
Nel 2007 ho scritto un saggio storico dal titolo “Un prete scomodo” che ha richiesto tante ricerche e dunque ha comportato l’utilizzo di molte fonti storiche dovendo ricostruire i fatti legati allo scisma di Grotte del 1873 e ai dissidi in ambito clericale. In questo caso, invece, mi sono avvalsa dei racconti di Castiglione durante l’intervista, come detto, e dei ricordi di bambina di una delle figlie di Leonardo Sciascia, Anna Maria, la quale ha anche inserito una sua riflessione nel libro ( cosa alquanto rara essendo una donna molto colta e preparata ma anche molto riservata e schiva come suo padre). E’ anche grazie a lei che ho deciso di pubblicare questo romanzo breve perché anche lei come me desiderava che un’amicizia così rara non andasse perduta.
Il modo di intendere e vivere l’amicizia in Sicilia è cambiato negli ultimi anni?
Nella toccante e, a mio avviso, vibrante prefazione che ha scritto per “Amici per sempre” il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri viene magistralmente interpretato e raccontato il modo particolare che i siciliani hanno per descrivere l’amicizia. Savatteri scrive: “Com’è esigente l’amicizia in Sicilia, com’è discreta ma allo stesso tempo rigorosa, carica di pudori, addirittura adombrata di timidezze eppure passionale, viscerale, intensa“. L’amicizia tra Calogero Castiglione e Leonardo Sciascia, lunga più di quarant’anni, così come spiega Savatteri, è un’amicizia limpida e sincera che per tanti anni si è nutrita di silenzi esaustivi più delle parole. “Un silenzio , dice ancora, che diventa la filigrana di un’amicizia alla siciliana“. Credo che queste parole dicano molto sul modo di intendere l’amicizia in Sicilia, da non confondere con le tante, purtroppo, amicizie basate sul profitto e il clientelismo.
Come autrice e giornalista televisiva, in che cosa nella scrittura si è trovata particolarmente a suo agio oppure in difficoltà?
Mi trovo assolutamente a mio agio nella scrittura, anche perché la mia carriera giornalistica è partita proprio dalla carta stampata (Giornale di Sicilia e La Sicilia) per non parlare dei tanti scritti e delle numerose collaborazioni con riviste varie. Amo scrivere e lo facevo ancora prima che io mi laureassi in lettere moderne. Inoltre anche adesso che mi occupo di giornalismo televisivo non ho certo rinunciato a scrivere sia i testi per la trasmissione Reportage ma proprio libri che ho già pubblicato e libri che spero di pubblicare al più presto. Il vero problema oggi , in tal senso credo davvero di avere incontrato difficoltà, è legato all’editoria che guarda troppo (senza generalizzare) al profitto e dunque al mercato lasciando magari da parte autori che hanno dei contenuti veri da divulgare e favorendone altri “che fanno tendenza” o che vengono ben sponsorizzati. Personalmente credo che scriverò, fino a quando mi sarà possibile, ancora tante altre cose sperando in editori lungimiranti e magnanimi (anche coraggiosi).
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