(di Clara Salpietro) – Il 20 marzo del 2013, al termine di una lunga malattia, si è spento a Roma il prefetto Antonio Manganelli, capo della Polizia di Stato.
Questa mattina, 21 marzo, nel Duomo di Avellino si terrà una solenne messa celebrata da don Sergio Melillo, alla quale prenderanno parte i familiari del Prefetto, personale della Polizia di Stato, autorità civili e militari locali ed una delegazione degli studenti del Liceo Colletta, a suo tempo frequentato da Manganelli. La scorsa primavera Avellino lo aveva ricordato intitolandogli il Parco Santo Spirito e la sala congressi della Questura di via Palatucci.
Ieri 20 marzo è stata celebrata una messa nella chiesa di San Lorenzo in Panisperna a Roma, nei pressi del ministero dell’Interno. Alla messa hanno preso parte oltre al capo della Polizia, Alessandro Pansa, tra gli altri il sottosegretario con delega ai Servizi, Marco Minniti, il direttore del Dis, Giampiero Massolo, il comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.
Antonio Manganelli era nato ad Avellino l’8 dicembre 1950. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli, si specializza in Criminologia clinica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Modena.
Dagli anni ’70 ha operato costantemente nel campo delle investigazioni, acquisendo particolare esperienza e preparazione tecnica nel settore dei sequestri di persona a scopo di estorsione prima ed in quello antimafia poi.
Ha lavorato al fianco dei più valorosi magistrati e di organi giudiziari investigativi europei ed extraeuropei, dei quali è diventato negli anni un solido punto di riferimento, legando il suo nome anche alla cattura di alcuni dei latitanti di maggior spicco delle organizzazioni mafiose.
E’ stato docente di “Tecnica di Polizia Giudiziaria” presso l’Istituto Superiore di Polizia ed è autore di pubblicazioni scientifiche in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui, di recente, il manuale pratico delle tecniche di indagine “Investigare” (Cedam), scritto con il prefetto Franco Gabrielli, all’epoca direttore del S.I.S.De.
Ha diretto il Servizio centrale di protezione dei collaboratori di giustizia ed è stato questore di Palermo e di Napoli.
Nel 2000 è stato nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di 1^ classe, con l’incarico di direttore centrale della Polizia Criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza.
Dal 3 dicembre 2001 è stato vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie. Il Consiglio dei Ministri lo nomina capo della Polizia il 25 giugno 2007, carica che ricopre fino al 20 marzo 2013.
Medaglia d’oro al valor civile: “Esempio ineguagliabile di dedizione alle virtù civiche e di passione pubblica al servizio delle istituzioni e dello Stato, Antonio Manganelli corona con la nomina a Prefetto la sua lunga carriera di investigatore, costellata di successi contro la criminalità organizzata. Divenuto Capo della Polizia, si distingue per la capacità di plasmare un meccanismo della sicurezza basato sull’armoniosa collaborazione di tutte le Forze di Polizia, infondendo, anche grazie al suo carisma personale, il legittimo orgoglio di appartenenza alla Polizia di Stato. Grazie alla Sua autorevolezza, accompagnata da rigore e responsabilità, ha saputo imprimere alla Polizia di Stato trasparenza e legittimazione democratica, soprattutto in recenti momenti, difficili e travagliati, che hanno attraversato la vita del Paese. Colpito da un male incurabile, ha combattuto fino allo stremo contro le angosce di una malattia che non lo ha piegato e, pur in mezzo alla sofferenza, ha saputo sempre offrire a tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato un presidio fermo e sicuro. La morte lo ha raggiunto nel pieno svolgimento delle sue funzioni. Che il suo esempio viva nella memoria dei posteri, per tramandarlo alle future generazioni. 1975-2013”.
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