(di Anthony Brown) – La turbolenza, che osserviamo in Siria, può da un momento all’altro coinvolgere i Paesi confinanti e questo ha comportato l’accresciuto interesse dei servizi di sicurezza giordani, israeliani, libanesi e turchi lungo i propri confini.
In particolare, la crisi siriana che ha raggiunto “livelli di orrori senza precedenti”, secondo quanto dichiarato dall’inviato di pace Lakhdar Brahimi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, pare sia arrivata oggi ad una svolta.
In Libano in particolare, la tensione per l’intensa attività aerea, correlata con l’attacco delle Forze Armate Israeliane nella notte fra il 30 e il 31 gennaio al confine libano-siriano per colpire un convoglio di armi, era tangibile.
Il fatto si è verificato in concomitanza con i recenti timori della Comunità Internazionale che il regime siriano porti fuori dal Paese il proprio arsenale di armi chimiche lo riferisce l’Agenzia Agence France-Presse.
La notizia dell’attacco aereo, che oggi il quotidiano israeliano Ha’aretz e l’agenzia internazionale Reuters avrebbero confermato, è stato condotto, secondo il sito Debka, per distruggere un convoglio di missili e armi destinato al Partito di Dio libanese approfittando delle condizioni meteorologiche che negli ultimi due giorni, hanno determinato una accentuata copertura nuvolosa sfavorevole alla osservazione.
Se è vero quanto afferma il sito Debka e ricordando il lancio di un missile lo scorso 11 novembre 2012, il fatto rappresenta una pericolosa escalation della tensione sulle alture del Golan.
Il quotidiano libanese L’Orient du jour, citando i media israeliani, ha affermato ieri che Netanyahu ha tenuto una riunione di emergenza a porte chiuse con i servizi di sicurezza per discutere il rischio di disseminazione degli arsenali siriani, il 23 gennaio, il giorno dopo la conclusione delle elezioni legislative che lo hanno riconfermato sebbene con una maggioranza limitata.
In tale circostanza, prosegue la testata libanese, il Primo Ministro israeliano ha assicurato che farà di tutto per «costituire un Governo il più allargato e stabile possibile al fine di affrontare tutte le principali minacce alla sicurezza israeliana».
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gennaio 29, 2014