(di Roberto Falaschi) – I soliti mass-media al soldo di editori a loro volta condizionati dal Grande Capitale Internazionale che non conosce frontiere, inonda l’Italia con notizie allarmistiche sul debito italiano, sulla tenuta economica del paese e su quant’altro possa condizionare il governo ed il Parlamento al volere dei burocrati dell’Unione Europea, detentori di potere senza responsabilità e soprattutto senza essere eletti.
Naturalmente tutto ciò ha un fine ben preciso e non è un’azione casuale. Infatti il Grande Capitale punta da ormai almeno un paio di secoli ad introdurre una globalizzazione sia economica che culturale.
Quest’ultima funzionale ad una singola umanità priva di radici e quindi facilmente manipolabile da chi detiene il potere, ossia i grossi banchieri che con il debito sono riusciti a condizionare le decisioni dei governi nazionali.
Fondamentalmente si tratta principalmente di Bank of America, Merrill Lynch, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Hsbc, Jp Morgan e Morgan Stanley, con l’attiva collaborazione di S&P e Fitch e Moody’s che sono proprietà dei banchieri predetti ed emettono insindacabili giudizi sulla solvibilità dei creditori-acquirenti.
Naturalmente la creazione di istituzioni sovranazionali, apparentemente volte a risolvere problemi creati ad arte o a prevenirli, hanno lo scopo fondamentale di erodere poco a poco le sovranità nazionali. Ossia giocano con l’umanità come il gatto con il topo. Ma lo strumento principale del dominio finanziario sugli Stati è stato la creazione del debito pubblico, soprattutto quello estero, o internazionale.
Contrariamente a quanto generalmente creduto, la moneta immessa in circolazione da ogni Stato non è prodotta dallo stesso, ma comprata dalle banche private azioniste della “Banca Nazionale”, o come viene chiamata in diverse realtà. In Italia è la Banca d’Italia, negli U.S.A. è la F.E.D e nel Regno Unito la Bank of England.
Quest’ultima essendo proprietà di quei privati che sono i Banchieri ottiene un immeritato guadagno a spese di tutti i cittadini dello stato di apparente emissione. Il costo del denaro, variabile secondo le leggi di mercato su domanda ed offerta, è una delle principali fonte di perdita di sovranità nazionale.
Come si può constatare dalle notizie dei mas-media italiani ed internazionali, le decisioni del governo vengono vagliate internazionalmente per condizionarne il debito e spingere ad una politica di austerità, rovinosa per chiunque la applichi.
Con il tempo anche l’Italia è stata imbrigliata nella rete del debito e in una serie di trattati e regolamenti internazionali che ne impediscono l’emissione di moneta in proprio, creando in tal caso sì inflazione, ma al contempo generando lavoro e quindi reddito per i cittadini e le imprese e conseguentemente per l’erario.
Quanto precede, semplicemente per riassumere brevissimamente la situazione nella quale si trovano in particolare i paesi dell’U.E. e specificatamente l’Italia. La triste realtà essendo che dal debito e dalla recessione non si esce con l’austerità imposta dall’Unione Europea eterodiretta dai poteri forti apparentemente anonimi, ma in realtà ben conosciuti con il nome delle grandi banche internazionali propugnatrici dei cosi’ detti governi tecnici.
Non è necessario avere la memoria lunga per vedere come è stata distrutta la Grecia creandole un consistente debito e ponendole un governo “tecnico” voluto dalla Troika (B.C.E. – F.M.I – Commissione Europea). La situazione greca è catastrofica e non ne potrà mai e poi mai uscire senza una enorme infusione di moneta volta a generare lavoro e quindi creazione di ricchezza.
Ma come si forma la ricchezza? In nuce è semplice, creando un debito che si chiama investimento in quanto volto alla produzione di ricchezza sotto forma di servizi o beni con valore superiore a quello monetario costituente quel passivo che, con l’aggiunta di tecnologia, lavoro e macchinari, produce ricchezza.
Bene, questa è ad avviso di economisti indipendenti l’unica possibile soluzione per qualsiasi paese di uscire da una crisi economica. Si potrebbe citare quale esempio quanto intrapreso dal Presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt con il New Deal, ossia numerosissime grandiose opere pubbliche tutte prodotte con debito, ma che hanno risollevato le sorti economiche del paese.
Questo successo ha portato il Presidente Roosevelt ad essere rieletto ben altre tre volte ed alle elezioni non sono certo mancati concorrenti ben agguerriti.
Altro successo in tal senso è stata la politica finanziaria ed economica avviata dal ministro dell’economia tedesco nel 1933, Hjalmar Schacht amico del banchiere J. P. Morgan e del Presidente Roosevelt. Egli, tra l’altro, creò un sistema di pagamenti compensatori tra imprese, non dissimili dai minibot dei quali si discute in Italia (dovrebbero essere emessi dallo Stato Italiano e non dalle banche e con unico valore nel territorio nazionale), che con altre misure economiche permisero la rinascita dell’economia tedesca e la riduzione a poche migliaia di disoccupati.
E’ interessante notare quanto i capitali statunitensi investirono dopo la Grande Guerra in Germania e soprattutto nel periodo dopo il 1933.
Come la filosofia della creazione del lavoro, favorendo le imprese, aveva dato ottimi risultati negli Stati Uniti, così successe in Germania negli anni trenta ed in periodo di depressione generalizzata. Se poi quella ricchezza generata dai tedeschi fu utilizzata in maniera sbagliata non è una questione economica, ma morale. Come progetto economico aveva funzionato e tanto deve interessare in questo contesto.
Se pur essendo bene a conoscenza che la sua “ricetta” non funziona è ovvio che dietro l’agire dell’U.E. vi è uno scopo non divulgabile ai cittadini. Non necessita una grande immaginazione per esserne certi.
Ciò che il governo italiano sta timidamente proponendo con la legge di previsione economica è un abbozzo di esperienze positive passate, ma è in ciò frenata con la minaccia di messa in mora per superamento eccessivo di debito pubblico non rispettando con tali progetti il rapporto PIL/Debito.
Il famigerato 3%. Per inciso questo rapporto è per il Giappone il doppio di quello attuale italiano…e comunque è ben noto che il numero 3 fu praticamente scelto “a caso”…
In realtà il vero problema italiano e che non vi è una posizione politica e di establishment compatta volta a propugnare in Unione Europea una politica di cambiamento costruttiva verso politiche tendenti a far uscire tutti i paesi dalla recessione.
E’ evidente che alcuni personaggi nazionali, oltre che stranieri, sperano di lucrare personalmente sulla crisi italiana – gli sciacalli – mentre altri sperano di trarne vantaggi politici a spese del Paese – i traditori -, senza per questo dimenticare i male informati e gli ingenui.
L’Italia facendo leva sul suo non indifferente peso economico in ambito europeo, quale secondo manifatturiero dopo la Germania e terza gamba portante dell’euro, dovrebbe avviare una dura e penetrante azione volta a modificare quei legami, imposti a piccoli passi dai grandi banchieri, e che sono dannosi per tutti gli appartenenti all‘Unione.
Se unita l’Italia potrebbe avere anche un notevole peso negoziale con il quale l’asse Germania/Francia e seguito dovrebbero seriamente fare i conti e modificare regolamenti ed accordi utili solamente a chi guadagna con il debito.
Per i grandi capitalisti un debito non rimborsabile è più redditizio di uno che viene puntualmente onorato, perché non richiede altro che la riscossione degli interessi senza doversi curare di piazzare nuovamente il capitale.
Non a caso l’estinzione di un mutuo in anticipo comporta una penale. Esiste un’enorme differenza tra il finanziere e l’imprenditore data dal fatto che il primo è unicamente interessato al lucro, mentre l’impresario per avere il suo guadagno necessita di un insieme sociale funzionante. Ha cioè necessità che funzioni in maniera efficiente lo stato nel quale agisce, ossia comunicazioni, trasporti, giustizia, scuole, sanità e burocrazia, quali esempi.
Sarà la classe dirigente italiana abbastanza matura, saggia ed ideologicamente neutrale da avviare una politica volta allo sviluppo e conseguentemente al benessere dei cittadini senza farsi intimidire?
Chi vivrà vedrà!