Le competenze digitali rappresentano un fattore strategico per la competitività sia a livello europeo che a livello nazionale, in termini di sviluppo dei sistemi-paese come pure in termini di sviluppo delle singole realtà organizzazioni e dei singoli servizi.
Da questo discendono iniziative quali la definizione di un sistema di riferimento europeo unico per le competenze digitali, l’eCF Framework (http://www.ecompetences.eu), su cui l’Italia si sta muovendo con notevole tempestività, sia sulla spinta delle maggiori associazioni nell’ICT che dell’Agenzia per l’Italia Digitale.
Fra queste competenze un ruolo, non certo secondario, è rivestito da quelle relative alla capacità di creare allineamento fra le strategie di business e quelle dei Sistemi Informativi, procedere alla definizione e allo sviluppo dei business plan, redigere l’analisi dei fabbisogni e promuovere il miglioramento dei processi business dell’azienda. Tutte competenze associate ad una figura chiave: il Business Analyst.
Per svolgere al meglio il suo compito il Business Analyst, oltre ad avere grandi capacità di osservazione e analisi, deve saper entrare in empatia coi clienti, parlare linguaggi diversi ed affrontare punti di vista diversi, essendo il suo un ruolo di intermediario tra i tecnici e gli utilizzatori degli strumenti tecnologici.
Spesso deve svolgere funzione di mediatore tra esigenze diverse tra membri di committenza e gruppi di sviluppo.
La figura del Business Analyst risulta, quindi, in questo contesto, una delle più critiche: sia per la sua rilevanza nei processi aziendali che per la difficoltà di reperimento.
Tali difficoltà sono emerse anche dal recente Osservatorio sulle Competenze Digitali 2015 che, a tal proposito definisce il Business Analyst come colui che “Identifica aree dove sono necessari cambiamenti del sistema informativo per supportare il business plan e ne controlla l’impatto in termini di gestione del cambiamento”.
Il Business Analyst stabilisce i criteri di riuscita di un progetto, quindi il suo ruolo è fondamentale in tutti i progetti.
Troppo importante questa figura per non affrontare il tema della definizione di un percorso di certificazione basato su uno standard de jure, e non solo de facto: costituendo un comitato di schema per la norma UNI 11506 e specifico ambito della UNI 11621-2, che declina la professione del Business Analyst.
Un ristretto gruppo di super esperti del tema (la norma li chiama “grandparent”) ha definito sia la struttura che le componenti delle prove che devono essere sostenute per ottenere questa prestigiosa, e certo utilissima, certificazione: un test scritto, articolato in una serie di domande a risposta multipla, un tema scritto, in termini di esame di un caso e una prova orale di fronte ad una commissione.
Prove che, per la loro articolazione, consentono quindi di certificare una competenza vera, superando il rischio di fermarsi alla verifica di sole conoscenze, per quanto rilevanti esse possano essere.
Il lavoro, terminato a fine 2015, è stato impegnativo ma, grazie al confronto ed alla sintesi tra differenti punti di vista ed esperienze, ha portato alla creazione di una prova completa di validazione della professionalità dei candidati.
Altre certificazioni sono presentate nel sito www.certificazioneprofessioni.org
Per maggiori informazioni scrivete a info@certificazioneprofessioni.org