(di Roberto Falaschi) – La Guerra del Vietnam, come tutte le guerre, era fonte di enormi spese per il governo USA ed i soldi acquisiti con il debito pubblico eccessivamente onerosi per il Paese.
D’altra parte tutto il complesso militare andava sostenuto quale necessità dello scontro Est-Ovest ed il sistema logistico implicava enormi quantità di fondi, per cibo, vestiario, spese mediche, materiali vari, carburanti, armi e quant’altro un esercito numeroso in guerra necessita.
Contemporaneamente al conflitto asiatico, parte importante della Guerra Fredda, era in atto il progetto competitivo con l’U.R.S.S. del raggiungimento della Luna con astronauti, ulteriore fonte di enorme esborso monetario, sia pure con un’incalcolabile ricaduta sul mercato civile a medio e lungo termine. Onde evitare un eccessivo salasso ai cittadini statunitensi con un debito gigantesco quale soluzione John Kennedy, con un “Executive Order” (11110 del 4 giugno 1963), riprese per lo Stato Federale la facoltà di emettere in proprio moneta esente da debito e da signoraggio (le United States Notes).
Mossa che se da un lato favorì enormemente i cittadini statunitensi, danneggiò crudelmente i grandi interessi banchieri costituiti. Naturalmente il disappunto di questi non si limitò al caso singolo, ma prese i necessari provvedimenti affinché questo caso non fosse esempio ed incentivo per altri governi. JFK non fece a tempo a riportare totalmente al Governo Federale il potere esclusivo di emettere moneta, come era originariamente previsto dalla Costituzione modificata nel 1913 per eliminare questa prerogativa, perché nel Texas fu assassinato pochi mesi dopo.
Mai inchiesta su un omicidio fu più ingarbugliata ed assurda e mai furono commessi tanti reati e falsi da parte del “sistema” statunitense per sviare gli inquirenti e la letteratura lo racconta con dovizia di particolari. E’ impossibile a questo punto non credere, o quantomeno non sospettare fortemente che la sparatoria di Houston (TX) non sia stata “ispirata” dai poteri forti bancari, così come quelle dei Presidenti U.S.A. Lincoln e Garfield.
Dopo la Grande Crisi del 1929 e dopo gli innumerevoli prestiti concessi nel corso della Seconda Guerra Mondiale a tutte le parti in conflitto dalle grandi banche inventando moneta, gli Stati Uniti riuscirono, con l’appoggio del complesso bancario, a far considerare il dollaro U.S.A. quale moneta di riferimento internazionale Bretton Woods (CA, 1944).
Con il crollo di questo sistema negli anni settanta la moneta statunitense stava perdendo rapidamente il suo valore di riferimento e di scorta per il complesso bancario internazionale con grave evidente danno all’economia interna.
Fu così che gli Stati Uniti mediarono un accordo con l’O.P.E.C. ed altri stati produttori di petrolio (il noto olio di roccia dei romani) affinché le trattazioni di quel prodotto avvenissero esclusivamente in dollari U.S.A..
Ciò mantenne alta la richiesta di questa moneta dato l’enorme quantità di petrolio commercializzato e per di più sempre quantitativamente crescente. Mantenere il prezzo del crudo era quindi una priorità non solo dei produttori, ma anche degli Stati Uniti per l’effetto positivo sulla loro moneta, dando anche la possibilità di continuare ad immettere nel mercato sempre più dollari e svalutazione.
Tutto bene fino a quando tensioni e guerre in Medio Oriente hanno spinto con la creazione dell’Euro alcuni paesi a minacciare di accettare quest’ultimo quale bene di scambio per il petrolio, minacciando conseguentemente il valore internazionale del dollaro.
In particolare l’Iraq aveva cominciato a scambiare petrolio per euro. Poiché una guerra d’invasione non sarebbe stata accettata né dall’opinione pubblica nazionale, né da quella internazionale per il vero motivo, fu inventata la scusa delle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam Hussein, che pur se le avesse avute non sarebbe stato in misura di farne grande uso. Tant’è. Il Paese fu invaso, le armi del “casus belli” mai trovate, ma il petrolio continuò ad essere negoziato esclusivamente in dollari U.S.A., con grande beneficio del popolo americano e dei soliti banchieri internazionali.
Per una volta i loro interessi vennero a coincidere casualmente con quelli di una popolazione. Il profitto della guerra per i grandi capitali arrivò anche dalle grandi spese del dopo guerra grazie agli enormi costi del mantenimento di un forte contingente militare in zona di operazioni e della ricostruzione.
In tempi leggermente successivi un altro dittatore produttore di petrolio e gas ebbe il proposito di creare una moneta africana che basasse il suo valore su queste materie prime. Il progetto fu di scarsa durata e mai realizzato, perché il leader del progetto, Gheddafi, venne eliminato, anche lui fisicamente come Hussein.
Naturalmente certi personaggi è bene che non possano parlare e l’eliminazione è più semplice di un processo taroccato, anche se questo talvolta non è evitabile. (Mussolini?)
E’ inimmaginabile quanto benessere l’umanità avrebbe potuto ottenere se questi presidenti fossero sopravvissuti portando avanti i loro intenti ed avessero conseguentemente permesso che ogni Stato si stampasse in proprio la propria moneta senza l’enorme costo del diritto di signoraggio!!!
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