L’autore Tindaro Gatani ha iniziato un ciclo di conferenze per la presentazione del suo volume su ‘Giacomo Casanova in Svizzera‘ (edito con il patrocinio del Comitato promotore della Fondazione Casanova) nelle varie città elvetiche che furono teatro delle sue avventure: Ginevra, Losanna, Basilea, Berna, Lugano, Soletta, partendo da Zurigo, dove il veneziano reinventò se stesso, assumendo il nome di Cavaliere di Seingalt, e decise di farsi monaco e rinchiudersi per sempre nell’abbazia benedettina di Einisiedeln.
Dopo aver costatato che tutte le pubblicazioni sul libertino veneziano sono coronate da successo, non sempre per merito dei vari curatori ma, piuttosto, per il brillante racconto che, nella sua Storia della mia vita o Memorie, ne fa lo stesso avventuriero, Gatani, per non appropriarsi della sua forza narrativa, ha voluto che fosse lo stesso Casanova, con il suo racconto, a condurre i lettori attraverso la Svizzera del suo tempo.
Per questo l’autore si limita solo a riassumere, a chiosare, a soffermarsi su alcune alte personalità dell’Ancien Régime elvetico, il periodo storico che precedette la Rivoluzione francese e la bufera napoleonica, che avrebbe, poi, investito, sovvertendola, la vecchia Confederazione.
Gatani fa una puntuale disamina dei soggiorni svizzeri del più celebre libertino del Settecento, inteso nel senso che questo vocabolo assunse in epoca illuministica, cioè non di persona di costumi corrotti, ma di fautore della libertà di pensiero e, in particolare, dell’emancipazione dalla morale della sua epoca.
Al lettore non resta, quindi, altro che farsi condurre per mano da lui stesso attraverso le sue avventure nella Terra dei Confederati e dei loro alleati e sottomessi di allora, facendo con lui una passeggiata amena, intrigante e nello stesso tempo molto interessante nel fitto intreccio della storia elvetica di quel tempo, senza, tuttavia, tralasciare qualche fuggevole puntata anche nella selva delle interessanti e proficue relazioni culturali e umane tra l’Italia e la Svizzera nel Secolo dei lumi.
L’autore segue le gesta del veneziano servendosi dell’aiuto di quanti lo hanno preceduto sulle sue orme nello stesso itinerario e, soprattutto, della guida esperta di Pierre Grellet (1881-1957) che, con Les aventures de Casanova en Suisse, pubblicate a Losanna nel 1919, ha saputo tracciare con maestria un quadro puntuale e fedele delle sue imprese in Terra elvetica.
A sottotitolo del volume è stato scelto il motto latino Omnia munda mundis (San Paolo, Epistola a Tito, 1.15), per mettere in risalto la schiettezza, la sincerità e la purezza del grande affabulatore, definito, già dal suo contemporaneo Bartolomeo Gamba (1766-1841), «avventuriere famigerato, ma letterato non volgare»; la cui opera, secondo l’autorevole Giacinto Spagnoletti (1920-2003), è «il certificato di nascita del romanzo moderno».
Casanova ci narra, infatti, tutte le sue avventure, anche quelle più piccanti e scabrose, come se fossero le cose più normali della vita dell’uomo, cosciente che quasi tutti lo avrebbero voluto imitare e che quasi nessuno avrebbe avuto il coraggio di raccontare, poi, la verità nuda e cruda, non velata da eufemismi o giri di parole, cioè la verità vera e quindi fedele allo svolgimento dei fatti di cui ci parla.
La prima di questo ciclo di conferenze si è tenuta nella sontuosa residenza della Villa Dem Schönen, una palazzina liberty decorata dall’italiano Antonio De Grada, oggi sede del Liceo artistico italo-svizzero di Zurigo.
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