(di Clara Salpietro) – Da contatti e notizie assunte, ho avuto conferma che tra i marò del San Marco, oltre che nella maggior parte della popolazione italiana, è diffuso, ormai da molto tempo, il malumore in merito alla gestione della vicenda dei sottufficiali di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India da ben due anni.
Un malumore che viene represso per il senso di disciplina che contraddistingue i marò del San Marco, un malumore che però corrode il sentimento di lealtà verso le istituzioni italiane.
Da quando i marò Latorre e Girone sono bloccati in India, i commilitoni, che indossano o che hanno indossato la divisa del San Marco, hanno più volte ipotizzato progetti, alcuni anche fantasiosi, per riportarli a casa.
Idee, piani ed ipotesi di blitz o colpi di mano pensati in opposizione alla politica perseguita fino ad oggi dal Governo italiano, anzi è meglio dire dai tre Governi che si sono succeduti in due anni.
Tra i tanti progetti segreti immaginati da chi indossa o ha indossato la divisa del San Marco, c’era quello di liberare i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone con un blitz. Ecco cosa vengo a sapere.
“Gli appartenenti al San Marco, sia quelli in servizio che in pensione – mi viene raccontato -, si sono riuniti più volte per parlare della vicenda dei marò e hanno pensato di fare un colpo di mano che prevedeva di tassarsi, comprare un mezzo navale, mettere a bordo degli ex marò incursori, andare in India, far salire sul mezzo Latorre e Girone e riportarli in Italia. Il piano era stato definito nei minimi particolari, ma noi italiani non sappiamo tenere i segreti. Qualcuno in buona fede ha reso nota questa idea e le autorità italiane hanno pregato e supplicato gli appartenenti al San Marco di abbandonare quanto progettato”.
“A due anni di distanza da quando Latorre e Girone sono stati accusati di aver sparato ai due pescatori – prosegue il racconto -, il governo indiano non sa come uscire fuori da questa situazione, inoltre non ha mai ricevuto un appoggio sicuro dalle autorità italiane e per questo motivo il processo nei confronti dei nostri marò viene continuamente rimandato. I politici italiani invece di approfittare del senso di disorientamento del governo indiano, trovando un accomodamento, fanno gli offesi”.
Sull’ipotesi che Latorre e Girone abbiano sparato ai pescatori, mi viene detto: “Le perizie hanno mostrato che i proiettili che hanno colpito i pescatori morti non erano in dotazione ai nostri marò. Comunque in India tutti sapevano che non dovevano avvicinarsi a navi in pattugliamento o in transito, perché c’era il rischio di essere scambiati per pirati e quindi presi a fucilate. Pertanto se quelli erano pescatori, già hanno sbagliato ad avvicinarsi alla nave”.
“È strano – mi viene spiegato – che i due marò abbiano sparato dalla tolda della petroliera alta almeno 30-35 metri rispetto alla barca dei pescatori, uccidendo i due indiani. Quando si spara dall’alto verso il basso si verificano due situazioni: o la pallottola va in fondo al mare o rimbalza se l’inclinazione è leggermente spostata. I due marò hanno ammesso di aver sparato in aria, ma è impossibile che i due colpi sparati da loro abbiano fatto centro. Sembra alquanto strano. Inoltre in quelle acque navigava anche una nave militare greca, la quale quando è stata interpellata ha detto di non avere visto nulla, a questo punto è possibile che i colpi che hanno ucciso i due indiani siano stati sparati dalla nave greca”.
“La nave Enrica Lexie era in acque internazionali – è l’osservazione che mi viene fatta – quindi non doveva tornare indietro, ma è stato dato vita al solito guazzabuglio all’italiana. Quello che preoccupa è la “tiepida” reazione italiana. Certamente immaginiamo il dolore che i marò provano nel dover stare lontano dalla famiglia”.
“Non è escluso – mi viene riferito – che i gruppi capitalistici vogliano che rimanga questo stato di tensione che va a vantaggio nei rapporti con l’Italia”.
Intanto il 31 luglio l’udienza prevista presso il tribunale speciale di New Delhi non si è svolta perché il giudice era malato ed è stata rinviata al 14 ottobre.
Questione Marò: più sconclusionata dell’Italia….c’è solo l’India
febbraio 3, 2014