(di Roberto Falaschi) – L’attacco alla redazione di Charlie Hebdo del mercoledì 7 gennaio 2015 impone una riflessione sulla situazione dei rapporti tra l’islam ed il resto del mondo. E’ consuetudine parlare di atti terroristici compiuti da gruppi estremisti o da “lupi solitari”. Tanto per chiarire i lupi come vanno per bande così attaccano, pertanto l’espressione è errata. Avendo assodato ciò, vediamo il resto partendo dal comportamento dell’occidente in generale che sostiene la necessità dell’accoglienza e del multiculturalismo.
In primo luogo si accolgono gli amici e non coloro i quali propagandano l’annientamento della propria cultura e la morte per tutti coloro che ne fanno parte e non si convertiranno all’islam. Poco importa sostenere che tra i musulmani vi siano i “moderati”, in quanto gli estremisti sono in grado di compiere le loro azioni ostili solamente perché si muovono in un ambito di “moderati” che sono o di supporto o indifferenti ai preparativi delle azioni aggressive. Queste, pur non essendo programmate da una struttura unitaria centrale rispondono a quelli che sono i comandamenti del “libro” e che fin dal 7° secolo d. C. hanno ispirato l’azione degli islamici. Prima sottomettendo e/o distruggendo i loro vicini più prossimi e mano a mano allargandosi sempre di più fino ad arrivare nel cuore dell’Europa.
Se in occidente furono fermati a Poitiers (732 d.C.) non per questo non avevano effettuato puntate aggressive fino al lago Lemanno, ossia Ginevra. Dalla parte medio orientale l’avanzata fu a lungo ostacolata da quanto restava dell’Impero Romano, cioè l’Impero Bizantino, mentre ad oriente arrivò fino all’Oceano Pacifico.
Limitando lo sguardo agli avvenimenti più recenti e tralasciando i motivi per cui lungo le coste meridionali dell’Europa furono erette le numerosissime torri d’avvistamento, riepiloghiamo brevissimamente i rapporti fondamentalmente ostili tra le opposte sponde del Mediterraneo. Dopo la faticosa conquista di Costantinopoli (solo nel 1930 fu ufficializzato il nome Istambul!) vi fu un tentativo a tenaglia di conquistare l’Europa nel XVI secolo: un’armata avrebbe dovuto intraprendere la via dei Balcani ed un’altra quella della supremazia navale in Mediterraneo per avere libertà di sbarco sulle coste europee.
Malgrado la stragrande superiorità delle armate e flotte ottomane l’impresa fallì miseramente nel 1529 a Vienna e nel 1571 a Lepanto (La flotta ottomana di 251 navi ne perse 210 tra affondate e catturate, mentre quella occidentale ne perse venti su 202).
Nel XVII secolo le armate ottomane si spinsero fino a Vienna sottoponendola ad un lungo assedio che terminò con la catastrofica sconfitta di Alì Pascia, che il sultano fece strangolare. Segue una lunga serie di scontri tra Russi e Ottomani mentre l’impero viene eroso con la perdita ufficiale, o di fatto, di sue varie parti fino al suo scioglimento all’inizio degli anni 20 del XX secolo e la costituzione di una Turchia occidentale, che non sappiamo quanto e se durerà tale.
Avendo dato una sommaria scorsa alle sconfitte militari dell’islam diamo una scorsa a quella che viene definita la “grande cultura islamica”. Si premetta che agli abitanti dei territori occupati di religione cattolica ed ebraica veniva in linea di massima risparmiata la vita in quanto comunque credenti della Bibbia. Tuttavia venivano sottoposti a balzelli alquanto salati ed il loro stato di inferiori doveva sempre essere palese nell’abbigliamento, o in segni distintivi (nulla di nuovo inventarono i nazisti con la stella gialla per gli ebrei) o in varie forme di comportamento.
Il Nord Africa ed il Medio Oriente conquistato era un grande centro di cultura in quei secoli della seconda parte del primo millennio d.C. e pertanto per alcuni secoli i falsamente convertiti ed i dhimmi, che comunque per meglio agire usarono entrambi i gruppi nomi arabi, erano i veri esponenti della così detta cultura araba.
Divenendo con i secoli l’islam sempre più intransigente questo nucleo di intellighenzia emigrò o fu eliminato ed al sistema islamico rimase la cultura quasi primitiva delle origini del cuore dell’Arabia. Essi, per esempio non riuscirono mai ad eguagliare la tecnica occidentale e per sopravvivere la dovettero importare non potendo neppure copiarla. Non a caso molte realizzazioni furono realizzate o da schiavi cristiani/ebrei o pagando tecnici occidentali. Ottennero sempre del materiale scadente.
Vi fu un periodo che vide i popoli islamici sottoposti e dominati per tempi più o meno lunghi alle potenze europee in concomitanza con il loro massimo rigoglio. Gli stati ed i sultanati islamici si limitavano a scorrerie e pirateria contro l’Europa ed i suoi traffici marittimi, oppure chiedendo soldi in cambio di libero transito per i mercantili. Seppur non europei gli Stati Uniti effettuarono la prima spedizione oltremare nel 1805 contro il Bey di Tripoli, ciò che è ricordato nell’inno dei loro Marines.
Oggi in Europa ci concediamo il lusso suicidio di chiamare “atti di terrorismo” ciò che in realtà sono azioni di una guerra condotta con i mezzi rudimentali dei quali dispongono: Ignoranza fanatizzata e acquisto di tecnologia dal mondo non islamico. Le uniche scuole ben viste sono le “madrasse” e la umma non produce tecnologia, non stampa che pochi libri al di fuori del “Libro” e riesce a malapena a gestire i prodotti di tecnologia avanzata che acquista.
Per togliere il retaggio di arretratezza islamica dal suo paese Mustafa Kemal, detto Ata Turk (Padre della Turchia), tra gli altri provvedimenti adottò l’alfabeto latino molto più semplice e rapido da apprendere nonché più spedito da usare. La grafia araba è lenta e difficile da apprendere, ma è perfetta se si intende conservarla per una ristretta élite dominante. La Turchia ha compiuto progressi con passi da gigante affiancandosi alla cultura europea, contrariamente agli altri paesi del contesto islamico.
La mai terminata guerra ai miscredenti e quindi anche agli europei, continua ora con i mezzi che vediamo quotidianamente in azione e si basa fondamentalmente su tre filoni: Uno terrorista, uno che parte da uno stato in creazione (Il califfato ISIS che intende espandersi senza limiti) ed un terzo migratorio. Mentre i primi due filoni sono gestibili con relativa facilità in quanto in occidente abbiamo esperienza nel contrastare e sopraffare il terrorismo e con spedizioni militari di potenza adeguata quei paesi potrebbero essere ridominati nuovamente, avendone la risoluta volontà.
Il terzo filone pone problemi maggiori e di maggiore durata. E’ sul problema dei paesi europei che desidero soffermarmi in un prossimo scritto, mi limiterò qui ad accennare che si tratta di avere un’immigrazione di diversa provenienza e leggi nazionali, a partire dalla cittadinanza, diverse dalle attuali, orgoglio per la propria cultura oltre ad un approccio sociale privo di correttezza politica, una primaria causa quest’ultima della grave situazione attuale.
P.S.: Per approfondimenti sui rapporti occidente islam vi è una consistente letteratura. Segnalo in particolare, per chi fosse interessato ad approfondire questa questione, il molto ben documentato libro di Rodney Stark “La Vittoria dell’Occidente” (Lindau).