Nell’arcipelago pontino si è tenuta l’impresa del caporal maggiore capo dell’Esercito Giulio Venditti, fondatore del Underwater Sfrix Project, e di Dario Santomauro, del Diving World Ventotene (primo diving ufficiale in Italia fondato nel 1978), con lo scopo di circumnavigare l’isola di Ventotene in immersione.
Per la prima volta, grazie anche al Diving World Ventotene altamente specializzato in immersioni tecniche di questo tipo, i due sommozzatori hanno tentato con successo di circumnavigare l’isola di Ventotene in immersione.
È stata una prova che ha permesso ai sub di mettere in pratica le conoscenze specialistiche acquisite sulla navigazione subacquea insieme alla padronanza e all’utilizzo degli equipaggiamenti e alle attrezzature specifiche che, concretamente, potranno in seguito essere utilizzate in condizioni limite.
Dopo più di 6 mesi di allenamento che ha previsto un intenso lavoro isometrico in acqua e un’impegnativa preparazione fisica, patrocinati dalla Riserva naturale delle Isole di Ventotene e Santo Stefano e con l’assistenza in mare fornita da due imbarcazioni, Giulio Venditti caporal maggiore capo dell’Esercito italiano , già paracadutista della Folgore ed oggi componente del centro sportivo del Raggruppamento logistico centrale dell’Esercito, insieme al suo mentore Dario che gli ha trasmesso sia la sua passione per il mare che l’esperienza per le immersioni tecniche, è partito dal Porto Romano di Ventotene.
L’immersione è iniziata a circa 150 metri dalla costa e percorrendo intorno all’isola una distanza superiore alle 5 miglia, si è conclusa dopo 4 ore e 3 minuti senza mai riemergere in superficie. I due istruttori hanno utilizzato due trascinatori subacquei a testa, uno primario ed uno di emergenza.
L’immersione è stata realizzata con equipaggiamenti diversi, infatti, Giulio ha avuto in dotazione un’attrezzatura a circuito aperto self contained e al seguito un bibombola e una bombola di bailout che ha portato con sé fin dall’inizio della prova e che gli ha permesso di essere autosufficiente durante tutto il circuito; Dario invece si è avvalso di un dispositivo a circuito chiuso rebreather, un respiratore che, riciclando il gas espirato attraverso dei filtri, prolunga la capacità di permanenza in immersione.
In caso di necessità, malori o malfunzionamenti sono stati predisposti sistemi di comunicazione che, raggiungendo la superficie in caso di necessita, avrebbero allertato il personale di soccorso.
Durante la prova sono stati lanciati in superficie, per tre volte, dei palloni di segnalazione con lo scopo di registrare l’esatta posizione dei sub, che rimasti a una profondità di 15 metri hanno successivamente ripreso il percorso.
La prova, convalidata da un cronometrista federale per essere ufficializzata, si è svolta con pieno successo.
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