Il comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI), generale di corpo d’armata Marco Bertolini, ha incontrato oggi, 20 agosto, in Kosovo, i militari del contingente italiano impiegato nella missione NATO Kosovo Force (KFOR).
A riceverlo, nel Quartier Generale di Pristina, il generale di divisione Guglielmo Luigi Miglietta che è al comando dei 5000 uomini e donne di 31 nazioni che compongono KFOR dal 7 agosto scorso.
Il generale Miglietta e il suo staff hanno illustrato al COMCOI la situazione operativa corrente.
Il generale Bertolini ha espresso parole di apprezzamento per l’impegno di KFOR che contribuisce al mantenimento della pace e della stabilità in Kosovo e nell’area balcanica, una zona che è da sempre area di flussi e di migrazioni tra oriente e occidente.
Il comandante del COI, accompagnato dal generale Miglietta, ha poi raggiunto Pec/Peja, sede del Multinational Battle Group West, su base 132esimo Reggimento Carri e ha poi visitato la base dei carabinieri del Multinational Specialized Unit.
I militari italiani, ha detto il generale Bertolini, “hanno saputo guadagnare la fiducia di tutte le popolazioni del Kosovo agendo con umanità, professionalità e coraggio”.
“Rappresentate un grande Paese che esprime migliaia di soldati nelle aree più travagliate del mondo – ha continuato il comandante del COI -, la vostra presenza qui ne è l’esempio, specialmente oggi che l’Italia e l’Europa si trovano ad affrontare situazioni di crisi che non si sono mai presentate in precedenza”.
“Siate consapevoli del vostro ruolo – ha concluso il generale Bertolini – e continuate a lavorare con la stessa passione di sempre”.
L’Italia, con gli oltre 550 militari appartenenti alle tre Forze Armate e all’Arma dei Carabinieri, rappresenta uno dei principali sostenitori della missione in Kosovo, dove opera dal 1999 per la stabilizzazione di questa delicata zona dei Balcani e dal 2013 mantiene la leadership della missione.
Il Multinational Battle Group West, composto anche da sloveni, austriaci e moldavi, opera nella regione ovest del Kosovo ed è responsabile anche della protezione del Monastero di Visoki-Decani, importante luogo di culto ortodosso entrato nel 2004 tra i siti tutelati dall’UNESCO e unico luogo del Kosovo dove KFOR è ancora il responsabile diretto della sicurezza.
La Multinational Specialized Unit è impegnata tra le altre cose nella vigilanza del ponte sul fiume Ibar che divide la città Mitrovica, luogo simbolo di una divisione etnica e sociale non ancora del tutto risolta.
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