(di Roberto Falaschi) – Nei giorni scorsi è stato assassinato Boris Nemtsov mentre a tarda sera camminava per strada con la fidanzata ucraina e naturalmente il cattivo è Vladimir Putin che, a detta dei più influenti media occidentali, è il mandante dell’uccisione di questo oppositore.
Naturalmente il quoziente di intelligenza di Putin è così basso che lo avrebbe fatto eliminare alla vigilia di una manifestazione contro il governo, per strada in pieno centro di Mosca nei pressi del Cremlino. Per di più la scena era illuminata da uno spazzaneve a pochi metri di distanza.
Una simile stupidaggine quanto meno dovrebbe far riflettere, anche in considerazione che l’influenza di Nemtsov era decisamente in ribasso con un minimo 2% di preferenze. Quindi perché eliminarlo se stava sparendo da solo?
Sarebbe stato più conveniente agire contro un astro nascente dell’opposizione anziché dare l’opportunità a media ostili di trarre vantaggio da un simile fatto. E poi anziché creare un martire sicuramente la passata esperienza di Putin nel KGB gli avrebbe suggerito altri sistemi assai diffusi in U.R.S.S. volti a far perdere prestigio alla vittima designata. L’assassinio ne ha creato un martire omaggiato anche dal Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, con gesto che sicuramente non voleva essere ostile alla classe dirigente russa e forse anche concordato con la stessa.
Forse prima di scagliarsi contro Putin e contribuire a rendere più calda una situazione come quella Ucraina sarebbe stato più saggio esaminare con maggiore cura e tipo inchiesta di polizia tutti gli estremi del reato. E poi è veramente sicuro che l’omicidio non sia opera dell’opposizione a Putin o di paesi in qualche modo “non amici” della Russia? In casi come questo la prudenza e l’oculatezza devono farla da padrone.
Boris Nemtsov è con ogni probabilità vittima di un “gioco” che va ben oltre la sua persona e del quale è probabile che sia una pedina, come suggerisce la circostanza della sua eliminazione prima di una manifestazione in modo da dargli maggior risalto. Comunque la prima domanda da porsi è “cui prodest?” Per il momento la prudenza vuole che non si avanzino nomi a caso, ma non è da escludere che la questione ucraina non sia estranea all’omicidio.
Appare abbastanza credibile che con quell’azione qualcheduno abbia voluto gettare fango sull’azione russa in Ucraina per trarne vantaggio. La fidanzata ucraina di Boris Nemtsov ha lasciato la Russia pochi giorni dopo l’episodio e se l’autorità giudiziaria russa ha permesso di andare all’estero ad un testimone presente al fatto ciò lascerebbe supporre che non sono temute dichiarazioni compromettenti da parte sua.
Visto che al momento non si possono avanzare che illazioni, speriamo prossimamente di poter cominciare a comprendere cosa e chi si celi dietro la morte violenta di Boris Nemtsov.
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