(di Clara Salpietro) – Il distretto di Shindand (noto con il nome di Sabzwar) è un distretto della Provincia di Herat, in Afghanistan. Confina a nord con il distretto di Adraskan, a est con la provincia di Ghowr e a sud e a ovest con la provincia di Farah. Il distretto è attraversato dalla strada principale che unisce Herat e Kandahar.
A Shindand, operano uomini dell’Aeronautica militare italiana impegnati in una attività di formazione del personale specialista dell’aviazione afgana. Si tratta del Team di “Advisors”, posto all’interno del’838th Air Expeditionary Advisory Group (AEAG) dell’USAF, sotto il Comando della Nato Air Training Command-Afghanistan (NATC-A), uno dei tre Comandi posti alle dipendenze della Nato Training Mission Afghanistan (NTM-A).
Gli “Advisors”, divisi in Airbase Support Air Advisory Team (ASAAT) e MI17 Air advisory Team (AAT), sono comandati dal colonnello pilota Luigi Casali.
Tra loro incontriamo tre siciliani: il capitano Francesco Messina di Taormina, il maresciallo Silvio Fichera e il maresciallo Nicola Mandicò di Catania. (nella foto sopra da sinistra il maresciallo Fichera, il capitano Messina e il maresciallo Mandicò)
Un altro siciliano doc in missione a Shindand è il tenente colonnello Carmelo Giardina, J7 Engineer Advisor, che purtroppo nel momento in cui abbiamo incontrato Messina, Fichera e Mandicò non era presente nella base aerea.
I tre siciliani, con alle spalle già diverse missioni, in Italia prestano servizio presso il 41° Stormo dell’Aeronautica militare di stanza a Sigonella.
“Stiamo affiancando la nuova Aeronautica afghana – afferma il capitano Messina – a cui diamo le basi per il loro futuro, in modo che possano raggiungere un livello di autonomia. È una bella esperienza, un’attività che coinvolge umanamente e professionalmente. Gli afghani stanno rispondendo bene, sono molto interessati all’attività che gli proponiamo e alla tecnologia in genere, hanno fame di sapere”.
La transizione, cioè il passaggio della sicurezza alle forze dell’esercito e di polizia afgane, passa attraverso un programma di addestramento, di corsi, di assistenza diretta fra i militari italiani impegnati sul campo e gli omologhi afgani. E così sta accadendo anche per l’aviazione afgana.
“Lavoriamo per step – aggiunge il capitano Messina – secondo standard della Nato, il passo successivo è che loro siano in grado di proseguire da soli. Gli afghani sono persone eccezionali, sono un po’ simili a noi siciliani”.
Parlando della Sicilia è inevitabile il pensiero alle famiglie distanti chilometri e chilometri. “Le famiglie comprendono il nostro lavoro e il nostro impegno – dico in coro il capitano Francesco Messina, il maresciallo Silvio Fichera e il maresciallo Nicola Mandicò –, grazie ad internet la distanza viene in qualche modo colmata. Comunque l’Aeronautica militare è per noi una seconda famiglia e qui a Shindand l’attività è tanta ed impegnativa che il tempo vola, lo scorso anno ci siamo ritrovati a Natale senza accorgerci”.
Tra le competenze che i militari dell’Afghan Air Force stanno apprendendo, per poi mettere a frutto, dai militari dell’Aeronautica italiana, c’è anche l’attività antincendio. E così nella base aerea di Shindand viene simulato un principio di incendio all’interno della base aerea a ridosso della pista da cui atterranno e decollano velivoli militari. Con i lampeggianti accesi e le sirene spiegate, i vigili del fuoco dell’AAF, arrivano a tutta velocità sul luogo, escono dal mezzo antincendio e azionano le pompe d’acqua dandosi da fare per spegnere le fiamme.
Foto di Clara Salpietro