(di Roberto Falaschi) – Per la religione islamica le terre ove vige quel credo è “DAR EL SALAM”, ossia “casa della pace”, mentre gli altri luoghi sono considerati “DAR EL HARB”, cioè “casa della guerra”.
Ciò premesso, osserviamo la situazione attuale nel mondo di cultura occidentale che è cristiano. Da decenni vi è una situazione di pace e le armi tacciono, o hanno poca voce in capitolo. Comunque non influenzano il regolare corso della vita quotidiana nei paesi cristiani. Non che manchino le storture e le ingiustizie, ma si tratta fondamentalmente di “mala amministrazione” o di problemi causati da quel benessere diffuso apportato dalla società capitalista e sui quali non sembra il caso di dilungarsi in questo contesto.
Sempre nel mondo occidentale cristiano vi è poi la questione della libertà che in detta società è divenuta un problema, non per sua mancanza, ma per suo eccesso. Infatti in suo nome viene tollerata una serie di comportamenti che vanno contro la medesima. Spicca in particolare il multiculturalismo che apparentemente potrebbe essere il massimo della tolleranza.
Nella realtà in suo nome si tollerano valori non solo diversi da quelli occidentali, ma addirittura in antitesi ed ostili con la conseguenza della mancata integrazione sociale e culturale di una consistente mancata integrazione di una consistente quantità di immigrati e, ancor più grave, dei loro numerosi discendenti nati nei paesi occidentali dei quali sono cittadini senza condividerne il modo di essere, anzi, spesso osteggiandolo. Quando fra non molti anni questi discendenti non assimilati di islamici saranno diventati maggiormente numerosi avremo nei singoli stati europei due entità culturali incompatibili dando origine a varie forme di guerre civili, ossia saremo veramente “dar el harb”.
L’anteprima di questo scenario lo abbiamo fin da ora in varie città europee dove intere aree sono sotto il controllo islamico e di fatto vi vige la sharia con l’esclusione di qualsiasi aspetto della cultura occidentale. Già vi si vede il velo per le donne ed talvolta anche la loro infibulazione, pur essendo considerata un crimine secondo i nostri codici penali.
Purtroppo il concetto occidentale di libertà fa sì che si verifichi uno scontro inconciliabile tra tolleranza ed intolleranza e le conseguenze saranno indubbiamente gravi se la tolleranza non diventerà, almeno in parte, intollerante con l’intolleranza. Concetto ostico da avallare, ma sicuramente necessario per assicurare la sopravvivenza del sistema di vita che nel corso dei secoli in Europa si è sviluppato.
Ma cosa accade nel mondo islamico, ossia in quello che essi chiamano “dar el salam” e più precisamente nel suo cuore, il Medio Oriente.
Anzitutto vi è l’unisono nel mondo arabo per la guerra di annientamento contro Israele onde far sparire tutti i suoi abitanti ebrei, che vengono additati quale la fonte di tutte le disgrazie dell’area.
Al contempo è in atto uno scontro feroce tra sunniti e shiiti per il predominio religioso, cioè politico essendo l’islam un credo che copre ogni aspetto della persona e della società. Ne consegue uno scontro egemonico, di fatto una guerra civile fra arabi. Nella realtà lo scontro è alquanto più complesso di una semplice guerra a due, ma entrano nel fratricidio fazioni che si combattono a periodi alterni gli uni contro gli altri senza esclusione di colpi, che per l’occidente sarebbe senza regole d’ingaggio. Meglio non entrare nel labirinto di queste faide ché sarebbe poi necessario il filo di Arianna per districarsene.
Quello che è certo è che grazie all’abbondanza di capitali lo scontro durerà ancora a lungo e si tratta ora di stabilire in quale maniera questo scontro di tutti contro tutti coinvolge e coinvolgerà la “debole e remissiva” società e cultura occidentale cristiana.
I punti di base da cui partire sono che:
— L’Occidente vuole la pace e crede nella vita;
— La società islamica crede nella guerra (jihad) e nel martirio per la conquista del paradiso.
Non sarà così per tutti, ma questo è l’atteggiamento prevalente, anche tra molti musulmani nati e cresciuti in Europa o negli Stati Uniti.
Normalmente nel corso della storia quando si sono trovati sistemi politico/culturali diversi le parti hanno raggiunto un modus vivendi con vari compromessi, basati sul rapporto di forze in campo, sia militari che economiche.
Ma quale compromesso è possibile tra chi vuole la pace e la vita e chi aspira alla gloriosa morte da martire? Come si può mediare tra due culture una delle quali ha dichiarato guerra all’altra fin dalla sua nascita? Ossia da 1300 anni circa? Certo l’Europa non è stata tenera nei confronti della controparte, ma è stato l’islam che partendo dal cuore dell’Arabia si è venuto ad urtare con altre entità. Quali interessi possono essere messi in gioco per arrivare ad un modus vivendi? Quale compromesso si può avere se una parte vuole invadere l’altra quale “scopo religioso e sociale”?
Quali azioni effettive intraprende l’occidente per non essere islamizzato dall’esterno e dall’interno? Cosa fanno gli uomini dell’occidente per difendere le loro donne dal perdere l’identità soggettiva e diventare oggetto da possedere ed essere sottomesse all’uomo?
Una domanda interessante: i governi occidentali si rendono conto del pericolo ed hanno il coraggio di affrontare la situazione prima che sia troppo tardi?
Speriamo che, come scrisse il Manzoni, la risposta non sia ai posteri.
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