(di Clara Salpietro) – “Il DeMolay prepara i giovani alla società che verrà, in pratica forma i leader del domani” con queste parole i ragazzi che fanno parte del DeMolay Italia Capitolo Roma n.1, mi spiegano in sintesi l’obiettivo della grande organizzazione fraterna della gioventù.
L’occasione per incontrarli e dialogare con loro mi è data dalla partecipazione straordinaria ad una importante cerimonia: l’“installazione”, cioè l’ingresso, di un giovane al Capitolo.
L’evento è stato ospitato presso Casa Nathan, sede romana del Grande Oriente d’Italia, ed è qui che i giovani, due volte al mese, si riuniscono per confrontarsi su temi di attualità, per definire attività benefiche oppure per organizzare competizioni sportive e molte altre iniziative che vengono direttamente proposte ed amministrate dai ragazzi.
Per far parte del DeMolay bisogna avere un’età compresa tra i 12 e i 21 anni, essere disposti a socializzare con altri giovani, entrare in contatto con una realtà internazionale in continua evoluzione, rispettare le comuni regole del vivere civile e credere nell’esistenza di un Essere Supremo, per cui all’interno dell’Ordine si trovano ragazzi di ogni religione e ceto sociale.
L’Ordine è strutturato in Capitoli ed ognuno è composto da almeno quindici ragazzi che in seduta plenaria propongono e decidono le attività da intraprendere. Il Capitolo viene seguito da un gruppo di Advisors, cioè Consiglieri adulti, che hanno il compito di supervisionare l’attività e favorire lo sviluppo morale, fisico e culturale dei giovani che ne fanno parte.
I Capitoli vengono istituiti con criterio geografico per permettere in concreto la frequentazione e le attività. Oggi in Italia ci sono 9 Capitoli – con 140 ragazzi partecipanti – e si trovano a: Torino, Milano, Roma, Arezzo, Cagliari, Napoli, Cosenza, Palermo, Taranto.
L’Ordine internazionale del DeMolay è nato nel 1919 a Kansas City per volontà di Frank Sherman Land. In quegli anni più di un giovane americano era rimasto orfano del padre caduto in Europa con le forze statunitensi nel corso della I Guerra Mondiale.
Land, che non aveva avuto la felicità di essere padre, si trovò casualmente a conoscere uno di questi giovani ed iniziò ad aiutarlo facendosi suo punto di riferimento e spingendo il ragazzo a frequentare i suoi coetanei per sviluppare con loro attività adatte alla loro età che favorissero la crescita comune nel rispetto reciproco.
Il nucleo originario di ragazzi decise di ammettere tutti i coetanei desiderosi di farne parte e scelsero di chiamare il loro gruppo “DeMolay”, con riferimento all’ultimo Gran Maestro dei Cavalieri Templari Jacques de Molay, in quanto colpiti dalla sua figura e dall’atto eroico di sacrificare la sua vita invece di tradire i suoi fratelli. L’originario gruppo dei fondatori si è sviluppato fino a diventare ‘Ordine Internazionale del DeMolay’, che nel tempo ha interessato decine di migliaia di giovani negli Stati Uniti e in altri numerosi Stati tra cui anche l’Italia.
DAD Land (Papà Land), come lo chiamavano tutti i giovani DeMolay, supportava i ragazzi nella scelta delle attività da svolgere in comune affinché fossero consone all’età giovanile e legittime dal punto di vista legale e soprattutto morale.
In Italia il seme del DeMolay arriva nel 1997 con Paolo Messina, fino ad allora l’Italia era sotto la giurisdizione della Germania.
A raccontare la nascita del DeMolay Italia e i principi ispiratori è Luciano Critelli, Ufficiale esecutivo per la Giurisdizione Italiana e membro Attivo del Supremo Consiglio del DeMolay Internazionale, nomina ricevuta nel 2004 da Frederick Welch all’epoca Gran Master DeMolay International.
Entrato a far parte del DeMolay nel ’97 come Advisor, dal 2008 Critelli rappresenta il DeMolay nelle varie logge massoniche ed inoltre a lui si deve l’installazione – cioè l’apertura – del Capitolo del DeMolay in Serbia, Romania, Francia e da poco anche in Albania.
“A settembre del 1997 – afferma Critelli – alcuni militari americani della base NATO di Aviano, i cui figli facevano parte del DeMolay, hanno ‘installato‘ il Capitolo in Italia e nello stesso anno Paolo Messina è diventato Chairman del Capitolo Roma n. 1. La mia partecipazione al DeMolay è iniziata proprio in quell’anno. Nel 2002 il Gran Maestro del DeMolay International mi ha nominato suo rappresentante nella giurisdizione italiana”.
“Insieme a Eugenio Iencinella – aggiunge -, siamo membri Attivi del Supremo Consiglio del DeMolay Internazionale e questo ci consente il diritto di voto al Congresso Internazionale su tematiche di grande rilevanza come ad esempio la modifica delle regole”.
“Lo scopo dell’Ordine di DeMolay – evidenzia – è quello di formare uomini principalmente onesti e rispettosi della famiglia e della patria, pronti a mettersi sempre in gioco per aiutare coloro che sono nel bisogno. Uomini che, fondando tutti i loro princìpi sul valore della fratellanza, onorano il nome di Jacques de Molay. I ragazzi che crescono all’interno dell’Ordine si trovano a toccare con mano i veri valori dell’essere umano, partecipando attivamente ad iniziative benefiche, condividendo anche attività ludiche e sportive, disprezzando e combattendo le attività disoneste. Un esempio per tanti ragazzi che, invece, non vedono alternative al superficialismo imperante di questo nostro tempo e sfogano tutto il loro smarrimento in bullismo ed alcool”.
Nella sala del Capitolo Roma n.1 i giovani DeMolay si dispongono in base al proprio ruolo e carica, ai lavori partecipano gli Advisor e i Senior DeMolay. Per quanti come me assistono per la prima volta ad una simile cerimonia, la cui presenza è però garantita da un Advisor, prima dell’inizio dei lavori del Capitolo bisogna pronunciare la ‘solenne promessa di riservatezza‘ secondo un determinato rituale.
Una regola importante per ogni DeMolay è infatti la ‘riservatezza‘, non tutto si può raccontare e non tutto può essere visto da chi è presente alla cerimonia di installazione o alla cerimonia rituale.
Nella sala sono presenti diversi oggetti ed ognuno ha un valore, ognuno racchiude un significato. Alcuni rappresentano le sette virtù di un DeMolay, cioè i sette precetti fondamentali sui quali si dovrà basare la vita dei membri di quest’Ordine, che sono: amore filiale, riverenza per le cose consacrate, cortesia, fratellanza, fedeltà, purezza, patriottismo.
Al centro della stanza c’è l’altare, con sopra la Bibbia, considerata il libro della Legge Sacra, sulla quale i ragazzi pronunciano la loro promessa, accanto ci sono dei libri di scuola che rappresentano la libertà di espressione. Vi sono anche candele e candelabri disposti in un certo modo, la campana, il maglietto e il battente, una corona poggiata su un cuscino, la bandiera nazionale, lo stendardo dell’Ordine DeMolay ed altri arredamenti.
I giovani DeMolay – con un mantello sulle spalle – seguono un rituale ben preciso, fatto di passi, gesti, strette di mano, frasi, parole. Viene fatto il giuramento alla bandiera italiana e si canta l’inno di Mameli. I gradi a cui i giovani possono ambire sono due: quello iniziale e quello dell’Ordine DeMolay.
La cerimonia di ‘installazione’ al Capitolo di un giovanissimo ragazzo è stata suggestiva e a tratti scenografica, dopo la promessa solenne sulla Sacra Bibbia e vari rituali, gli è stato posto sulle spalle il mantello dell’Ordine DeMolay dal genitore del ragazzo alla presenza del maestro consigliere.
A conclusione dei lavori mi sono soffermata a raccogliere i commenti dei giovani DeMolay e a conversare con loro. Il Capitolo Roma n.1 conta più di 20 ragazzi provenienti da vari quartieri di Roma, dalla provincia ed anche da altre città del Lazio.
“I valori presenti nel DeMolay noi giovani li conosciamo già, ma qui abbiamo imparato a interiorizzarli. È una crescita individuale tramite il lavoro di gruppo”, osserva Arnaldo, 21 anni, studente a Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’università della Tuscia di Viterbo. Entrato nel DeMolay a 17 anni, oggi è membro dello staff Jurisdictional young man DeMolay International e il suo periodo all’interno del Capitolo sta per concludersi. “Il maestro consigliere – sottolinea – è il leader e gli appartenenti lavorano per il leader. La fratellanza nel DeMolay ha un grande valore”.
Matteo ha 19 anni, studia Economia e Management, è entrato nel DeMmolay a 16 anni ed è anche lui membro dello staff Jurisdictional young man DeMolay International.
“Il DeMolay – mi dice – trasmette ai giovani i valori necessari per diventare dei buoni leader. È un training endogeno di preparazione alla società. È un percorso spirituale e di relazioni pubbliche. Veniamo abituati a relazionarci anche con ragazzi di altre culture e a rapportarci con persone diverse, possiamo avere ideali diversi ma ci accomuna l’impegno a comportarci secondo determinate regole”.
“Siamo sponsorizzati dal Grande Oriente d’Italia – conclude Matteo – che ringraziamo per averci messo a disposizione i locali dove ci riuniamo”.
Una particolarità del Capitolo Roma n.1 è trovare tra gli Advisor un filippino: Juan, Deputy al DeMolay International, è arrivato in Italia nel 2003 e subito dopo il suo arrivo, come lui stesso mi racconta, ha preso contatti con il Capitolo romano.
“In qualunque parte del mondo – commenta – c’è sempre un Capitolo del DeMolay. Ho fatto parte del DeMolay nelle Filippine e al mio arrivo a Roma mi sono subito attivato per trovare un Capitolo e mettermi in contatto”.
“I valori che sono alla base del DeMolay – aggiunge – li ho trasmessi a mio figlio che oggi è un DeMolay attivo del Capitolo Roma n.1, è entrato a farne parte due anni fa all’età di 12 anni”.
Nel 2019 per i 100 anni di esistenza dell’Ordine Internazionale DeMolay si terrà una grande festa a Kansas City.
Nella bacheca dei DeMolay famosi figurano gli astronauti statunitensi Frank Borman e Vance D. Brand; l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton; il creatore di Topolino e fondatore di Disneyland, Walt Disney; John Steinbeck vincitore di un Premio Pulitzer e di un Premio Nobel per la Letteratura; l’attore John Wayne e molti altri.
Foto di Clara Salpietro