(di Roberto Falaschi) – Recentemente si è appreso che molti Prefetti rifiutano la concessione della licenza di porto d’armi per difesa personale agli agenti delle Forze dell’Ordine, Polizia, carabinieri ed altri, notoriamente tenuti a portare l’arma d’ordinanza in quanto parte dell’uniforme.
La cosa che in primo luogo meraviglia è che essi necessitino di un porto di pistola quando non indossano l’uniforme e desiderino avere un’arma che non sia quella di servizio, notoriamente piuttosto ingombrante come tutte quelle di questa categoria.
Desta tanto più stupore considerando che in uniforme o in borghese gli agenti delle Forze dell’Ordine sono tenuti ad intervenire in caso di necessità. Ne consegue che comunque debbono andare armati e sono quindi, se con la pistola d’ordinanza, obbligati ad un modo di vestire che ne consenta il non facile occultamento.
Ad un occhio esperto ed in talune situazioni ciò li rende riconoscibili con relativa facilità dato il non adeguato abbigliamento. Si pensi ad una persona che in agosto sul lungomare anziché una maglietta indossi una qualche forma di giacca come appaia eccentrica ed a disagio. Nell’interesse stesso dell’ordine pubblico sarebbe quindi opportuno che potessero avere un’arma di dimensioni più contenute, purché di calibro e potenza adeguati. Ve ne sono moltissime che potrebbero assolvere questo compito in maniera egregia.
Poiché l’obbligo di dotarsi di licenza di porto di pistola per difesa personale è un nonsenso visto che comunque sono obbligati ad essere armati, si tratta solamente di distinguere tra arma personale o di servizio.
Forse il legislatore, o chi per lui, ritiene che una persona obbligata al porto di pistola diventi pericolosa per l’ordine pubblico se è in possesso di un’arma personale anziché dello Stato? Se sì, con quale criterio? E’, alla luce della invadente burocrazia nostrana, una ulteriore forma di generare lavoro inutile e perdite di tempo per tutti. Sarebbe sufficiente che la o le armi fossero denunciate, come previsto dalla normativa vigente per tutti coloro che ne sono in possesso.
Da più parti viene pure obbiettato che è ridicolo che debbano munirsi di un permesso per portare una pistola quando sono obbligati al porto di una così detta da guerra. Qui il discorso appare ancora più aberrante dato che una pistola è uno strumento da difesa per definizione e che la qualifica di arma da guerra è una sola attribuzione fittizia data burocraticamente.
Alcuni sostengono che ciò deriva dall’essere dotazione di FF.AA. Sarebbe come dire che una FIAT Panda con targa E.I. è un veicolo da combattimento. In tutte le definizioni di varie FF.AA. la pistola è considerata arma da difesa persona. Alcuni giuristi sostengono essere l’Italia la “patria del diritto”, quando invece appare la “patria del cavillo“.
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