(di Clara Salpietro – Amman, Giordania) – Il punto di forza del Comitato di Amman della Società Dante Alighieri sono le risorse umane di cui dispone e in modo particolare l’impegno, la passione e la determinazione della sua presidente, la professoressa Maria Rosaria Papa.
La incontriamo nella sede del Comitato nella capitale giordana, a Kulliat Al-Shari’a Street, a Jabal Al-Lweibdeh, insieme alla vice presidente Suzanne Ghawi.
Il Comitato di Amman è un’associazione no profit nata verso la fine del 2004, a gennaio del 2005 ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Cultura giordano, è iscritta all’albo delle associazioni culturali della Giordania ed è riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e Ministero dell’Università e Ricerca italiani, a cui si è aggiunta l’ufficializzazione da parte della sede centrale della Dante Alighieri quale suo Comitato.
“Quando questa esperienza ha preso il via – spiega la presidente Papa – eravamo un gruppo di ex insegnanti sposate con giordani, donne che già venivano da una storia di insegnamento. Io ad esempio ho insegnato per 16 anni in Italia, ma c’è chi è laureato in arabo, chi ha fatto esperienza con i corsi tenuti dall’Ambasciata d’Italia. Pertanto abbiamo pensato di dare valore a questa nostra permanenza in terra giordana dando vita ad una associazione culturale poi diventata Comitato della Dante Alighieri. Evidenzio anche che in Giordania non c’è l’Istituto italiano di cultura del Ministero degli Affari Esteri”.
“Il Comitato – aggiunge – è nato anche grazie al sostegno di molti soci giordani, su 25 soci fondatori 2/3 erano giordani, i quali avevano studiato in Italia o avevano contatti con italiani. All’inizio questo Comitato era rivolto ad un pubblico giordano per imparare la lingua italiana e per promuovere la cultura italiana, poi nel tempo è diventato un punto di ritrovo per la comunità italiana presente qui, un esempio è stato lo spettacolo “Ma questa è un’altra storia…. Le Avventure di Pinocchio” per festeggiare i 129 anni di Pinocchio, che abbiamo messo in scena a maggio e che ha coinvolto molti italiani”.
“Nel 2005 abbiamo iniziato – prosegue – con i corsi di lingua e cultura italiana per stranieri e il numero degli studenti nel tempo è cresciuto. Nel 2006 abbiamo aperto la biblioteca, che è stata inaugurata dal segretario generale della Dante, Alessandro Masi, nel 2009 siamo diventati Ente gestore per corsi integrativi di lingua e cultura italiana, quella che viene definita ex Legge 153/71, sono dei corsi istituiti con contributi del Ministero degli Affari Esteri per bambini italofoni che sono qui in Giordania. Facciamo i nostri corsi in base allo standard dell’Unione Europea e siamo centro ufficiale Plida, che è la certificazione di italiano della Dante Alighieri”.
E nel tempo la Dante di Amman non si è fermata, ha puntato sempre più sui corsi di italiano e ha rafforzato la sua capacità organizzativa di eventi culturali.
“Ai corsi di lingua italiana – afferma Papa – sono interessati per la maggior parte gli studenti universitari, dai 18 ai 22 anni, che vogliono proseguire gli studi post-laurea in Italia, magari grazie a borse di studio. Arrivano da varie Facoltà, principalmente Ingegneria, Medicina, Lingue. Molto richiesto è il settore del graphic design e della moda. Una percentuale minore è costituita da imprenditori o impiegati di aziende che hanno contatti con l’Italia per motivi commerciali. Ci sono anche giovani tra i 16 e 17 anni che vengono ad imparare l’italiano perché amano il calcio. Infine c’è chi ha origini italiane o ha vissuto in Italia e vuole mantenere la conoscenza della lingua. Frequentatori che apprendono facilmente e che sono costanti nel seguire le lezioni”.
Gli insegnanti dei corsi di italiano vivono in Giordania, alcuni hanno anche una specializzazione per l’insegnamento dell’italiano a stranieri, a cui, alcune volte, si aggiunge la collaborazione di italiani neolaureati in arabo che arrivano in Giordania per migliorare l’arabo. Tra questi c’è Marta Ghezzi di Milano, arrivata in Giordania nel 2008 con una borsa di studio del Mae per studiare l’arabo, poi ha lavorato per una ONG e adesso su base volontaria lavora al Comitato di Amman della Dante Alighieri.
“Lavoro come grafica – ci racconta Marta – e come volontaria vengo alla Dante per dare una mano in biblioteca e inoltre fornisco informazioni agli studenti giordani che vogliono proseguire gli studi presso le Università italiane. I giordani sono molto attenti a tutta la realtà italiana e questo si evince dal gruppo che fa capo al nostro Comitato su facebook. E’ un gruppo molto attivo, un luogo in cui i giovani si tengono in contatto in italiano. La cosa bella del Comitato di Amman è quella di essere una grande famiglia”.
“L’essere una grande famiglia – sottolinea la presidente Papa – è un aspetto della Dante Alighieri in genere”.
Tornando agli insegnanti di italiano del Comitato, Maria Rosaria Papa spiega: “come insegnanti abbiamo partecipato a diversi corsi di aggiornamento che si sono tenuti nelle Università giordane e sono stati organizzati dalle stesse Università e dall’Ambasciata d’Italia. I docenti che insegnano in questi corsi di aggiornamento arrivano dall’Università di Perugia, dall’Università di Venezia e dalla sede centrale della Dante Alighieri”.
Un’iniziativa del Comitato che ha riscosso molto successo, è stata l’organizzazione di corsi di cucina, che purtroppo al momento non possono essere ripetuti per carenza di chef italiani che possano dedicarsi all’insegnamento.
“L’esperienza dei corsi di cucina – commenta Maria Rosaria Papa – è stata positiva e siamo riusciti a realizzarli perché per due anni c’è stato come insegnante di cucina lo chef Dario Tinari, dell’Istituto Alberghiero Villa Santa Maria, in Abruzzo. Tinari era impegnato in un progetto della Cooperazione italiana per l’istituzione di un Istituto alberghiero e noi lo abbiamo coinvolto in questa esperienza. Erano corsi di cinque lezioni, che si tenevano nella cucina dell’Istituto alberghiero, e ogni lezioni durava tre ore, ogni frequentatore doveva preparare dei piatti elaborati. Lo chef Tinari spiegava la preparazione di piatti che andavano dall’antipasto al dolce, con ingredienti che venivano acquistati ad Amman. I corsi erano frequentati anche da chef locali e per loro era valido come aggiornamento. Alla fine del corso (15 ore) veniva rilasciato un attestato. Ancora oggi ci sono richieste per partecipare a questi corsi, ma adesso la nostra difficoltà è trovare uno chef italiano che venga ad insegnare”.
La conferma della riuscita dei corsi di cucina arriva anche dalla vicepresidente Ghawi, che ci dice: “i corsi di cucina sono interessanti per la gente che vive qui, perché a loro piace la cucina italiana”.
Suzanne Ghawi è arrivata al Comitato quando questo era già una realtà sul territorio, per tanti anni ha insegnato arabo presso la scuola francese di Amman, poi si è iscritta al corso di italiano alla Dante, arrivando fino al livello B2 e ha anche conseguito il certificato Plida.
“Suzanne, che scrive anche storie per bambini in arabo, dopo aver frequentato il corso di italiano – racconta la presidente Papa – ha iniziato a collaborare con noi per insegnare l’arabo parlato, a cui da quest’anno si è aggiunto il corso di arabo classico. Nel tempo è divenuta nostra socia e dal momento che abbiamo visto che era molto dinamica e professionale le abbiamo proposto di entrare nel consiglio direttivo”.
Le iniziative di successo non finiscono qui, grazie anche alla collaborazione dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata d’Italia, del Ministero della Cultura giordano e di altre istituzioni locali.
“Ogni anno cerchiamo di variare le attività culturali – evidenzia Papa – ad esempio in passato è stato organizzato un concerto jazz con la partecipazione del trombettista Luca Aquino, un recital di poesie con l’attrice Tiziana D’Angelo, un ciclo di conferenze di archeologia con esperti italiani che operano sul luogo, la caccia al tesoro per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia e tanto altro. Un appuntamento fisso è la Rassegna di cinema italiano, con la proiezione una volta al mese di un film italiano presso la sala del Comune di Amman. Inoltre ad ottobre c’è la Settimana della lingua italiana, a cui partecipiamo insieme all’Ambasciata d’Italia e all’Università della Giordania, la quale da circa dieci anni ha istituito un corso di laurea in lingua e letteratura italiana”.
“Un’importante evento – aggiunge – che si svolge durante la Settimana della lingua italiana è il concorso di traduzione rivolto a studenti universitari del corso di italiano o a ragazzi di famiglie miste. Il concorso è dedicato a Issa Naouri, primo e unico italianista giordano, che ha studiato in Italia grazie a borse di studio, che aveva contatti con intellettuali italiani ma soprattutto che ha tradotto per la prima volta in arabo opere di autori italiani, tra cui Pirandello. Il concorso, istituito con l’appoggio della famiglia, ha preso il via nell’anno in cui cadevano i 25 anni della sua morte. Nel corso degli anni i pezzi da tradurre dall’italiano all’arabo sono stati diversi ad esempio poesia, prosa oppure giornalismo. Il premio per il vincitore è in denaro, così da consentirgli di proseguire lo studio della lingua in Italia”.
Proprio l’Italia è la nazione tra le più richieste dagli studenti giordani per proseguire gli studi universitari o per specializzarsi dopo la laurea.
“La Giordania è un paese molto giovane, il 70% della popolazione – osserva la presidente del Comitato di Amman – è sotto i 25 anni, il livello di alfabetizzazione è molto alto, anche come livello di studi universitari. Nella Giordania centro nord il 90% dei giovani continuano gli studi universitari, però si rendono conto che gli studi che fanno qui non sono sufficienti per fare una carriera che sia gratificante dal punto di vista economico. La parte benestante di Amman spende molto per l’educazione dei figli, ad iniziare dalle scuole private. Qui ci sono molte scuole private che seguono programmi internazionali e quindi una volta completato il ciclo scolastico si rivolgono alle università straniere. Negli anni ‘70-‘80 per i giordani era facile avere la borsa di studio per andare a studiare in Italia, adesso questo tipo di emigrazione per motivi di studio, soprattutto da parte delle famiglie benestanti, va verso altri paesi, soprattutto di lingua inglese. Nonostante questo però l’Italia come livello di studi universitari, in particolare determinate facoltà, è ancora molto richiesta, questo perché tra giordani e italiani c’è molta affinità, ci sentono più vicini a loro”.
“Il problema – evidenzia – è che l’università italiana è un po’ frammentaria. Abbiamo cercato di avere contatti con le università italiane per dare più informazioni agli studenti giordani sulle possibilità di studio o di borse di studio in Italia. Ai primi contatti che abbiamo avuto con le università italiane, ci è stato risposto che la strada più semplice per le borse di studio è quella che uno studente giordano deve trasferirsi in Italia, iscriversi all’università e poi partecipare dall’interno alla borsa di studio. Molti giovani che hanno interessi nel settore del cinema sono partiti per l’Italia a spese proprie, ma non tutti però possono permettersi di seguire questa strada. Ci sono giovani attivi e motivati che vogliono avere rapporti con l’Europa e con l’Italia in particolare, giovani che si impegnano e che meritano di proseguire gli studi”.
Nel futuro del Comitato di Amman c’è un progetto ambizioso di cui stanno per essere messe in atto le premesse.
“Al piano terra c’è appartamento e un giardino – illustra la presidente – e noi intendiamo trasferire lì la nostra biblioteca, che è già fornita di libri di autori italiani e stranieri in italiano, Dvd e riviste, allargarla facendola diventare multimediatica, aprire un caffè letterario e attrezzare il giardino per organizzare eventi all’esterno. La sede centrale della Dante Alighieri ha creduto in questo progetto e ci ha dato un piccolo contributo per la sua realizzazione”.
Proprio i finanziamenti, soprattutto in un momento di crisi come quello in cui ci troviamo, sono la nota dolente nella proficua attività del Comitato di Amman.
“Il nostro problema – ci dice la presidente Papa – è economico, noi ci manteniamo con le attività che facciamo. L’unico contributo che riceviamo è del Ministero Affari Esteri, ma dobbiamo affrontare delle spese per fare i corsi, quindi non ci guadagniamo direttamente, riusciamo solo a pagare le spese dei corsi e per la gestione della struttura. Purtroppo i tagli attuati dal Mae hanno inciso sulla nostra attività. Io credo che il governo italiano dovrebbe fare di più per Enti come il nostro che si prodigano per la promozione della cultura e della lingua italiana. L’attività di insegnamento, che fino ad oggi è andata bene, dovrebbe essere accompagnata da un numero maggiore di eventi culturali per la promozione dell’italiano ed inoltre dovrebbero esserci più borse di studio per gli studenti che vogliono studiare in Italia”.
Prima di salutarci, con un sorriso e una calorosa stretta di mano, la presidente Papa ribadisce l’impegno del Comitato di Amman a favore della lingua e della cultura italiana. “Sono 10 anni che vivo ad Amman – afferma – e posso confermare che il gruppo che si dedica al Comitato lo fa con entusiasmo e professionalità, i risultati li stiamo vedendo, la crescita c’è stata. Tutti ci dedichiamo a tempo pieno, la maggior parte siamo donne e tutte siamo in sintonia quando ci sono decisioni o scelte da prendere”.