Il generale di squadra aerea Oreste Genta, che oggi 2 novembre compie 102 anni ed è l’unico superstite del corso “Leone”, ha incontrato a Palazzo Aeronautica il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, generale di squadra aerea Pasquale Preziosa (foto a sinistra).
Durante l’incontro con il Capo di SMA, il generale Genta ha ripercorso, con dovizia di particolari, la sua lunga carriera da pilota dell’Aeronautica Militare.
Arruolato nella Regia Accademia Aeronautica nel 1931, ha trascorso l’intera vita operativa nella Ricognizione Marittima Lontana (R.M.L.), in supporto alle unità navali e assumendo il comando di alcune unità che ancora oggi sono parte attiva del 15° Stormo dell’Aeronautica Militare, come la 141^ e la 142^ Squadriglia e l’82° Gruppo (oggi 82° Centro Combat Search And Rescue).
Parlando della cooperazione tra l’Aeronautica e la Marina, un tema sempre d’attualità, il generale Genta ha ricordato con piacere di aver prestato servizio sul velivolo Ro.43 per quasi 7 anni, imbarcato sulle navi Pola, Diaz, Duca degli Abruzzi e Trieste, con il quale decollava dalle navi su cui era imbarcato con la procedura del “lancio della catapulta“, vale a dire la modalità con cui il velivolo veniva di fatto lanciato dal ponte della nave.
L’unico esemplare di RO.43 rimasto al mondo, dopo due anni di lavori di restauro, è conservato nel Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle a Roma.
Il generale Genta ha volato inoltre sul mitico Cant Z.501 “Gabbiano”, denominato “Mammajut“, e su tale velivolo il 28 aprile 1942 si meritò, insieme agli quattro altri membri del suo equipaggio, la Medaglia d’Argento al Valor Militare sul campo.
Quel giorno, infatti, durante un volo di scorta navale nel Golfo della Sirte, il suo idrovolante fu attaccato da tre Bristol Blenheim inglesi, ma nonostante i numerosi danni al velivolo e il grave ferimento dell’equipaggio, l’allora Capitano Genta riuscì con freddezza e perizia a rientrare alla base.
Fonte www.aeronautica.difesa.it