(di Anthony Brown) – Una grave crisi attanaglia il Paese dei cedri colpendolo in maniera significativa nei suoi punti più deboli rinnovando tensioni sopite o aggravando situazioni già precarie.
In particolare, osserviamo giornalmente le conseguenze della grave crisi politica che rende precarie le prossime elezioni politiche a cui si aggiunge una crisi di governo determinatasi a seguito della crisi siriana e una crisi economica stigmatizzata da istanze pressanti dei lavoratori unitamente a ripetuti scioperi. E, come se non bastasse, le potenze regionali hanno riacceso i vecchi contrasti sopiti fra le comunità sciite e sunnite.
Recentemente, infatti, il portavoce del Parlamento Nabih Berri ha ammonito che “vi sono forti indicazioni che il Libano stia diventando un campo di battaglia per al-Qaeda”.
Notando inoltre che “è sufficiente osservare alcuni dei fenomeni e le tendenze recenti per rendersi conto che l’arena libanese è diventata un terreno fertile per questi gruppi”. http://www.albawaba.com/news/lebanon-al-qaeda-475271
Una situazione delicata e pericolosa per la sicurezza del paese come ha puntualizzato il Ministro della Difesa, Fayez Ghosn, determinata, dice il ministro, dai recenti sviluppi e dalla forte retorica usata dai rappresentanti politici e religiosi, soprattutto quelli rilasciati contro l’esercito libanese.
Nel frattempo, il religioso salafita, Sheikh Ahmad al-Assir, ha detto ai suoi seguaci nella moschea Bilal bin Rabah a Sidone di essere pronti in ogni momento, non solo per i sit-in ma anche per il martirio.
Il Ministro degli interni Marwan Charbel parlando con i giornalisti, dopo una riunione straordinaria per il Consiglio di sicurezza centrale, ha criticato il chierico Salafita dicendo che le forze di sicurezza “tratterà con le opportune misure con al-Aasir e chiunque altro di Sidone che trasporta armi”.
Una fonte vicina ai servizi di sicurezza riferiva che a Sidone si osservano misure di sicurezza senza precedenti e che l’Esercito libanese ha rinforzato in maniera consistente la propria presenza nella città portandovi numerosi rinforzi.
Eppure i movimenti salafiti nel Paese non erano stati una minaccia per la sicurezza; un accordo non scritto fra il governo e i movimenti salafiti, infatti, vedeva la tolleranza del proselitismo dei salafiti in cambio della non ingerenza di questi ultimi nella vita politica del paese. Tuttavia, questo equilibrio si è incrinato quando lo Sceicco Shaker al-Abssi, alla guida del gruppo salafita Fatah al-Islam si è insediato nel 2005 nel campo di Nahr al-Bared nel Nord del Libano con l’aiuto siriano.
Per i Libanesi la parola salafita riporta alla memoria i mesi di violenza quando nel 2007 l’esercito ha assediato il campo palestinese di Nahr al-Bared vicino a Tripoli cancellando definitivamente il movimento.
Il fenomeno sunnita di al-Assir, invece, è salito alla ribalta delle cronache all’indomani del 7 maggio 2008 quando le milizie Hizballah hanno acquisito il controllo di numerose zone di Beirut sottraendole al movimento filo saudita e controllato da Hariri, Movimento per il Futuro.
La sua moschea di Abra ha aggregato nel tempo un numeroso pubblico soprattutto di giovani dalle diverse estrazioni sociali oltre ai palestinesi dei vicini campi.
Con il tempo lo spazio della moschea non era più sufficiente e la strada che vi adduce il venerdì era intransitabile per il numero di fedeli che vi si riunivano.
Il rischio di un confronto aperto sunniti-sciiti è per adesso scongiurato dal disinteresse del Partito di Dio nel farsi coinvolgere nel gioco della lotta interconfessionale oltre al suo coinvolgimento diretto nella crisi siriana.
L’opera di delegittimazione dal basso del Partito di Dio e dello sciismo politico attraverso la militanza attiva, e la manifesta debolezza politica del leader del movimento Saad Hariri hanno garantito allo sceicco un consenso crescente soprattutto tra quella porzione di elettori del movimento Mustaqbal insoddisfatta della propria leadership, impegnata a preparare il terreno per la prossima tornata elettorale piuttosto che alla creazione di un blocco sunnita di massa da contrapporre alla forza egemonica di Hizballah.
Vedi anche:
http://en.wikipedia.org/wiki/Syrian_civil_war_spillover_in_Lebanon