(di Clara Salpietro) – “Il settore della formazione deve essere salvaguardato e preservato. Se c’è da tagliare, certamente non taglieremo sulla formazione. Il brain non si compra ma si forma qui, se dobbiamo usare il cervello bisogna alimentarlo. Il Centro Alti Studi per la Difesa è un istituto che forma la classe dirigente militare di questo Paese ed anche quella di Paesi amici che oggi sono qui con noi”. Sono le parole del Ministro della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, intervenuto questa mattina a Roma, presso Palazzo Salviati, sede del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), dove si è tenuta la cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 2011/2012, che aveva preso il via l’8 novembre 2011.
Oltre al Ministro Di Paola, hanno preso la parola il capo di stato maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, e il presidente del Centro Alti Studi per la Difesa, generale di squadra aerea Orazio Stefano Panato.
All’evento erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Difesa Filippo Milone, rappresentanti delle Forze armate, il corpo docente, i frequentatori italiani e stranieri e autorità militari, civili, religiose.
Nell’anno accademico appena concluso, i frequentatori dello IASD e dell’ISSMI (63^ Sessione Ordinaria e 11^ Sessione Speciale dell’Istituto Alti Studi per la Difesa e 14° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze) sono stati 251 tra i quali 26 civili e 44 stranieri appartenenti a 29 diversi Paesi amici ed alleati. Si tratta di ufficiali italiani e stranieri, dirigenti civili e professionisti pubblici e privati, provenienti dai diversi ambiti della società civile. L’ampia partecipazione, dimostrazione del prestigio di cui gode l’Istituto, consente di affermare che il CASD svolge un ruolo di assoluto rilievo nel campo della cosiddetta “diplomazia militare”, strumento importante per creare le premesse di una solida stabilizzazione delle relazioni internazionali.
Il CASD opera in stretto collegamento con le Università, con gli Istituti paritetici stranieri e con autorità di rilievo nei settori della cultura, delle professioni, delle scienze e della politica. La sua attuale missione è mirata ad esaltare il livello professionale e culturale degli ufficiali di alto rango e dei dirigenti civili della Pubblica Amministrazione; perfezionare la formazione professionale e la preparazione culturale degli ufficiali delle quattro Forze armate e della Guardia di Finanza, destinati ad assumere incarichi di particolare rilievo negli Stati Maggiori/Comandi generali, e di effettuare e pubblicare studi e ricerche sulle problematiche inerenti la Sicurezza nazionale e la preparazione dello strumento militare di Difesa.
Il primo a prendere la parola è stato il presidente del CASD, generale Panato (foto sotto durante il suo intervento), che ha evidenziato come “prima degli anni ’90, la formazione degli ufficiali era fornita essenzialmente da ciascuna forza armata, essendo i propri quadri direttivi destinati a incarichi prevalentemente interni alla forza armata stessa. Dagli anni ’90 in avanti si sono imposti dei nuovi scenari d’impiego dello strumento militare caratterizzati da crescenti imprevedibilità. Contestualmente si è avviato un processo progressivo di integrazione interforze, non solo per rispondere ad esigenze di economicità, ma anche perché era necessario un approccio interforze anche ai livelli più bassi: quello operativo e quello tattico”.
“Alla formazione tipica di forza armata – ha aggiunto -, il CASD fornisce il valore aggiunto di una preparazione interforze e inter-agency. Per operare efficacemente in tali contesti in ruoli direttivi, oltre a saper fare le cose occorre avere una cognizione chiara di ‘come farle e del perché farle’. Negli anni, in coerenza con questi mutamenti del quadro strategico di riferimento, il contenuto dei corsi tenuti presso il CASD si è progressivamente evoluto. L’indirizzo pedagogico iniziato anni fa e affinato nel tempo, concorre a formare una élite militare moderna ed aggiornata, consapevole del proprio ruolo in una società aperta, democratica e moderna, orgogliosa dei propri valori ma consapevole e rispettosa dei valori degli altri settori della società civile”.
“Questo è quanto il CASD si è impegnato di svolgere durante questo anno di studi – ha detto ancora il generale di squadra aerea Orazio Stefano Panato – con grande umiltà, in quanto la missione formativa è delicata e complessa, ma allo stesso tempo anche con la chiara consapevolezza che il processo di adattamento alle mutate esigenze, portato avanti in questi anni da questa istituzione, è un patrimonio che non va depauperato ma mantenuto ed arricchito”.
Il generale Abrate (foto sopra durante il suo intervento), che ha formalmente dichiarato la chiusura dell’anno di studio dei corsi IASD e ISSMI, rivolgendosi ai frequentatori ha sottolineato come “gli scenari operativi attualmente ipotizzabili richiedono, in particolare, Comandanti dotati di equilibrio e creatività nonché di capacità di comprendere ed interpretare situazioni e ambienti complessi. Questi comandanti siete voi, cari frequentatori, con la vostra personale carica umana, con le professionalità sinora acquisite, con l’arricchimento che qui in questo storico Istituto avete in questo anno accademico ricevuto”.
L’intervento di chiusura della cerimonia è stato pronunciato dal ministro della Difesa, il quale guardando l’intera platea ha affermato che “la presenza dei frequentatori stranieri, provenienti da 29 diversi Paesi, tra cui dal Medio Oriente e dall’Africa, è un segnale forte che si collega con lo scenario ad oggi in atto, scenario che non sappiamo come si evolverà ed in cui l’unica certezza e l’incertezza”.
Il ministro si è poi soffermato ad illustrare i temi che sono stati discussi a Chicago, dove si è parlato del pacchetto difesa, dell’Afghanistan, ma soprattutto della cooperazione, del partenariato. L’elemento innovativo, nella visione dell’Alleanza che è anche la nostra visione, è la sicurezza cooperativa (security cooperation) ed io la vedo qui con la presenza dei frequentatori stranieri che aiutano ad affrontare insieme le sfide”.
“Dobbiamo lavorare per avere forze interoperabili, proiettabili – ha evidenziato il ministro Di Paola – e che siano capaci di essere sostenute e che siano interconnesse, cioè connesse con i Paesi amici alleati, paesi partner ed anche con i Paesi che non fanno parte dell’Alleanza Atlantica ma che sono Paesi amici, perché la loro sicurezza è anche la nostra. Le forze armate, anche italiane, devo essere interconnesse con gli altri e per fare questo devono essere in grado di svilupparsi secondo delle linee di tendenza che vengono decise insieme che sono irrinunciabili”.
“Per essere interconnessi con gli altri – ha concluso il ministro Giampaolo Di Paola – dobbiamo sviluppare lo strumento militare. La difesa va trasformata affinché sia sostenibile con le risorse che abbiamo a disposizione. A tutto si può rinunciare tranne che ad essere connessi con gli altri. Indipendentemente da chi verrà dopo di me al dicastero della Difesa, la direzione di marcia da seguire è questa, indietro non si torna, questo è il senso vero della storia: essere con gli altri e interconnessi con gli altri”.
Infine rivolgendosi ai frequentatori, il ministro della Difesa ha sottolineato: “Siete voi che dovete aiutare questa trasformazione, solo così farete il bene dell’Italia e del vostro Paese”.
“La giornata di oggi – ha sostenuto il ministro Di Paola, incontrando i giornalisti a margine della cerimonia – dimostra l’importanza della formazione, l’importanza di studiare e prepararsi insieme con gli altri. Oggi avete visto presenti frequentatori in rappresentanza di 29 Paesi diversi, tra cui la Cina. Proprio in questi giorni a Taranto c’è una nave scuola cinese che è in visita in Italia”.
“L’unica certezza che abbiamo – ha detto infine – è di continuare ad investire nella formazione, nella multidisciplinarietà con le altre amministrazioni e con gli altri Paesi, questa è la chiave di volta per le risposte del domani”.
Il ministro della Difesa ammiraglio Di Paola giura al Quirinale
novembre 18, 2011