“L’accordo sul nucleare Usa-Iran è una buona soluzione, se vengono rispettati i parametri di movimento”. A dirlo è stato il professore Antonino Zichichi, nella giornata di chiusura della quarantottesima sessione dei Seminari internazionali sulle emergenze planetarie svoltasi a Erice, in provincia di Trapani.
“Nel corso dei seminari abbiamo pensato bene di invitare la componente scientifica dell’Iran affinché venga qui a darci delle garanzie riguardo l’accordo”, ha spiegato Zichichi.
La sessione, dedicata al ruolo che deve avere la scienza nel terzo millennio, si è tenuta ad Erice ha visto la partecipazione di centodieci scienziati di quaranta Nazioni riuniti presso la Fondazione Ettore Majorana.
Gli scienziati delle 72 emergenze planetarie hanno studiato quindici classi che riguardano l’acqua, la fame nel mondo, i problemi dell’energia, la difesa dalle catastrofi, i limiti dello sviluppo (compresi i problemi dell’inquinamento), i cambiamenti climatici dovuti alle attività umane rispetto a quelli dovuti a fenomeni naturali, le nuove minacce militari, i laboratori segreti, la produzione di organi artificiali, le patologie che nascono dalla globalizzazione e, infine, l’inquinamento culturale.
Proprio nello spirito di una grande alleanza tra scienza e politica che quest’anno la relazione di apertura è stata tenuta dal presidente della Repubblica Ceca, professore Vaclav Klaus.
La sessione era sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica italiana e sotto gli auspici delle istituzioni universitarie e dei laboratori scientifici delle quaranta Nazioni da cui provenivano scienziati e specialisti che hanno partecipato ai lavori.
“Il movimento dei popoli – ha osservato lo scienziato Antonino Zichichi, parlando del New Manhattan Project – produce un fatto senza precedenti, ovvero la distribuzione delle malattie che diventano molto più pericolose in seguito a questo grande scambio di persone”.
“Il nostro scopo – ha proseguito – è combattere le malattie alla radice. Si tratta di malattie infettive drammatiche, un pericolo per l’intera umanità. Il primo progetto Manhattan è la dimostrazione che se c’è la volontà delle comunità politiche tutto è possibile”.
Sul tema è intervenuto anche Loweel Wood, astrofisico americano noto per essere stato allievo di Edward Teller: “Ci sono le condizioni per la diffusione di vecchie malattie infettive come la malaria. Queste patologie vanno inserite nel contesto dei grandi spostamenti di persone e dovremmo soffermarci a riflettere sul ruolo dei vettori, come possono essere le zanzare o le condizioni ambientali. La proposta che arriva da questa comunità scientifica è quella di incrementare il monitoraggio della diffusione della malaria che con un investimento molto ridotto potrebbe essere tranquillamente combattuta”.
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