(di Roberto Falaschi) – La questione dell’immigrazione illegale è ormai divenuta un tema importante nella gestione degli stati europei e non solo. Come è naturale il problema ha creato due posizioni opposte fermamente arroccato sulla propria visione e contraria ad ogni concessione.
In linea di principio a destra sostiene che il flusso debba essere limitato e rigorosamente gestito secondo gli interessi nazionali, mentre la sinistra è per la piena accoglienza con limitatissime limitazioni.
Premesso che nei paesi dell’U.E. i governi tendono ora a limitare molto l’accoglienza e ad espellere gli immigrati ed essendo grosso modo la situazione italiana ancora da definire sul piano istituzionale, vediamo quale dovrebbe essere il criterio base da seguire creando una normativa idonea.
Primariamente va considerato il dovere primario ed istituzionale dello stato di tutelare gli interessi nazionali, ossia quelli dei cittadini, ed il governo viene votato dal Parlamento, eletto dai cittadini, a questo fine e quindi anche per quanto attiene all’immigrazione, sia essa legale o illegale.
L’arrivo in Italia di stranieri per motivi non turistici è benefico per la Nazione? Si, purché le loro presenze siano limitate a soggetti le cui capacità lavorative siano necessarie all’economia. Può essere concessa deroga per quanti fuggano da serie situazioni belliche o da gravi persecuzioni di massa riconosciute internazionalmente.
Un ingresso eccessivo o incontrollato di stranieri nel territorio nazionale crea invariabilmente situazioni illegali, pericolose per la popolazione e destabilizzanti per la sicurezza nazionale. Vedasi in proposito quanto avviene in Francia, Belgio, Germania, Svezia ed altri paesi ove le “no go zone” costituiscono un elemento di instabilità per l’ordine pubblico e la sicurezza personale e nazionale.
Il fallimento del multiculturalismo ha addirittura permesso che si creassero in talune aree cittadine delle zone di fatto gestite secondo le norme della sharia, parzialmente in contrasto con la cultura e la normativa dei paesi occidentali ospitanti.
Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha stabilito che nessun immigrato illegale possa essere respinto verso un paese non sicuro, anche solo in alcune parti. E’ evidente che sulla base di un criterio simile anche l’Italia non è un luogo sicuro pertanto non idoneo ad ospitare un immigrato. Una sentenza che quanto meno lascia perplessi perché questo assunto del giudice implica che ogni illegale debba aver diritto all’accoglienza.
Considerando la popolazione degli altri continenti, potremmo facilmente ipotizzare che conservativamente almeno oltre cento milioni di persone potrebbero dover essere ospitate e mantenute dagli italiani. Non è certo difficile comprendere quali stravolgimenti ciò comporterebbe per la cultura italiana, per l’economia e per il benessere dei cittadini.
E’ quindi doveroso per tutte quante le istituzioni statali agire nell’interesse collettivo gestendo i flussi migratori con ogni mezzo necessario per assolvere tale obbligo.
Spetta ai singoli cittadini con il proprio voto decidere quale debba essere il comportamento dello Stato nei confronti degli stranieri illegali sul suolo italiano, anche se condotti da navi militari italiane dopo averli imbarcati in mare o da imbarcazioni delle ONG di bandiere varie.
Sarebbe interessante sapere chi finanzia tali organizzazioni ed a quali fini, considerando gli enormi interessi economici che ruotano intorno a questa specie particolare di tratta delle genti. Sicuramente a fini caritativi per alcuni, ma per i più numerosi certamente a scopi di lucro e non necessariamente legali e per l’interesse di chi. Ma esaminare questa parte dell’immigrazione illegale richiederebbe troppo spazio e tempo, anche considerando che gli individui raccolti in mare non sono naufraghi, bensì persone che si avventurano in mare per essere “soccorsi” e trasportati in Italia.
Che dire poi di quelle ONG che s’intignano a sbarcare le persone prese a bordo sul nostro suolo pur avendo altre opzioni.
Per quanto attiene al dovere dello stato, non vi è alcun dubbio che il bene comune sia salvaguardare la Patria bloccando per quanto possibile l’immigrazione illegale e rimpatriando tempestivamente coloro che hanno raggiunto l’Italia.
Lo stato, per sua stessa natura, non deve essere un ente di beneficenza per stranieri, verso i quali non ha nessun obbligo di solidarietà, ma a mezzo di tutti i suoi organi, nessuno escluso, ha il “SACRO DOVERE” (parole della Costituzione) di tutelare gli interessi ed il benessere dei cittadini che ne costituiscono la ragione stessa di esistere. Nessuna norma internazionale può imporre un diverso comportamento in quanto ciò farebbe venir meno la causa per cui esiste e quindi cesserebbe di essere a favore non si sa di chi o che.