(di Roberto Falaschi) – Ieri 14 aprile è trascorso nella più totale indifferenza dei media e delle autorità civili e militari il decimo anniversario della barbara uccisione del connazionale Fabrizio Quattrocchi. All’epoca si levò un gran coro in moltissimi dei nostri media tacciandolo di mercenario ed additandolo al disprezzo collettivo, soprattutto tra la nostra sinistra arcobaleno.
In realtà era un agente privato per la sicurezza, esattamente come coloro che svolgono in Italia questa attività, scortando furgoni portavalori, presidiando banche o scortando persone a rischio. La differenza stava nel fatto che svolgeva il suo lavoro all’estero ed in un paese come l’Iraq dove il rischio era, come dimostrato, assai superiore a quanto sarebbe stato in Patria.
Purtroppo la fatalità volle che quel rischio teorico si concretizzasse e quindi fu catturato da un gruppo di jihadisti insieme ad altri tre colleghi. Dopo due giorni di cattività Fabrizio Quattrocchi fu prelevato dai jihadisti e portatolo in altro luogo fu pubblicamente decapitato filmando l’atroce atto. Quando Fabrizio si rese conto di ciò che stava per succedergli, con grandissima forza d’animo si strappò la benda ed urlò in spregio agli aguzzini “Vi mostro come muore un italiano”.
La realtà italiana attuale sembra essere quella di doversi vergognare di chi si sacrifica per la Patria o mostra orgoglio per Essa, anche nel momento più estremo della vita, ossia in punto di essere ucciso a sangue freddo. Ma deve proprio essere così scomodo ricordare chi è morto onorando l’Italia e mostrando ai suoi aguzzini che lui moriva ucciso da loro, ma che in realtà il più forte era lui, perché non per fanatismo, ma per coraggio mostrava amor patrio fino alla fine con grande dignità.
Bene fece il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a conferirgli la più alta decorazione al valor civile: la Medaglia d’Oro.
Mi auguro che queste poche righe in onore di Fabrizio Quattrocchi, splendido esempio di connazionale all’estero, possano essere accompagnate da altri scritti che mi sono sfuggiti.
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