(di Clara Salpietro) – “Istruttori con il cappello di advisor”: si tratta del Team di “Advisors” dell’Aeronautica militare italiana che a Shindand, in Afghanistan, quotidianamente svolge attività di addestramento a favore del personale della futura Aeronautica afghana.
Il Team è posto all’interno del’838th Air Expeditionary Advisory Group (AEAG) dell’USAF, sotto il Comando della Nato Air Training Command-Afghanistan (NATC-A), uno dei tre Comandi posti alle dipendenze della Nato Training Mission Afghanistan (NTM-A).
Attivato nel 2009, l’NTM-A è costituito da una coalizione di 37 Nazioni che hanno il compito di assistere il Governo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan (GoIRA) a raggiungere l’autosufficienza e la sostenibilità per “l’Afghan National Security Force” (ANSF) entro il 2014.
Gli “Advisors”, divisi in Airbase Support Air Advisory Team (ASAAT) e MI-17 Air advisory Team (AAT), sono comandati dal colonnello pilota Luigi Casali ed il loro compito è di istruire i comandanti e gli istruttori della giovane aeronautica afghana attraverso corsi di formazione riferiti ai diversi settori necessari al suo completo funzionamento, come la Gestione del Personale, le Informazioni Operative, l’Amministrazione Finanziaria, le Telecomunicazioni e l’Informatica, i Trasporti, la Gestione dei Materiali, l’Antincendio, il POL (Petroleum Oil Lubricants), la Sanità, la gestione della Mensa e degli Alloggi, la Security Forces e la Power Generator and Civil Engineering.
Nei mesi che precedono l’invio in missione, tutti gli “advisor” frequentano un corso specifico presso il Centro di Formazione Didattico e Manageriale dell’Aeronautica militare italiana di Firenze, allo scopo di acquistare le competenze necessarie per assolvere la missione assegnata. In aggiunta gli equipaggi del MI-17 Air Advisory Team svolgono negli Stati Uniti, un addestramento specifico per l’abilitazione sull’elicottero di fabbricazione russa MI-17.
La missione dell’ASAAT è iniziata il 2 novembre 2010 ed è condotta da circa 30 tra ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica militare italiana. L’attività, tesa a favorire l’accrescimento della coscienza individuale e di appartenenza allo Stormo ed alle Forze di Sicurezza afghane, prevede numerosi corsi legati alle attività di volo e alle infrastrutture in diversi settori: gestione del personale, informazioni operative, amministrazione finanziaria, telecomunicazioni ed informatica, trasporti, gestione dei materiali, antincendio, “Petroleum Oil Lubricants”, sanitario, mensa ed alloggi, “Security Forces”.
La missione del MI-17 AAT, iniziata a luglio 2011 e condotta da piloti, Flight-Engineer e Flight Crew-Chief dell’Aeronautica militare italiana ed ungherese, ha lo scopo di facilitare la transizione dell’Aeronautica militare afghana sull’elicottero MI-17 attraverso voli addestrativi e lezioni teoriche a terra.
“Nell’ultimo anno il personale dell’Aeronautica afghana di base a Shindand – afferma il colonnello Casali – ha fatto un progresso notevole nel processo verso la completa autonomia. Questo grazie all’applicazione del concetto di ‘train the trainer’ che oggi è una realtà in diverse articolazioni dello Stormo”.
Ad illustrare le caratteristiche dell’elicottero è il colonnello Alfonso Cipriano, Senior Instructor su MI-17 e responsabile degli equipaggi di volo e subito dopo siamo a bordo per un volo nei dintorni di Shindand.
“I piloti afghani che stiamo formando – ci dice il capitano Alexander Bello – hanno un’esperienza pregressa, alcuni raccontano di come volavano con i russi, adesso però hanno bisogno di maggiore preparazione. Addestrandosi con americani, italiani e ungheresi acquisiscono nozioni in più. Inoltre c’è anche uno scambio bidirezionale, il nostro interagire con loro porta ad uno scambio culturale e riusciamo così a capire il loro livello professionale”.
Sull’interesse che gli afghani dimostrano verso l’addestramento necessario per l’attività di volo, il capitano Bello evidenzia: “Sono molto desiderosi di imparare perché sanno che tutto questo gli porterà dei vantaggi, come il raggiungimento della completa autonomia nel settore dell’addestramento al volo”.
Il MI-17 è un elicottero pentapala, con rotore articolato da trasporto di medie dimensioni, dotato di singolo rotore principale e di un rotore di coda. È stato progettato negli anni ‘60 dai Russi principalmente per: Trasporto truppe; Lancio paracadutisti; Mix MEDEVAC; Mix S.A.R.; Cargo e trasporto materiali.
Il MI-17 prende la denominazione di MI-8 in ambito civile, con alcune varianti che interessano fondamentalmente le dimensioni e gli allestimenti della zona di carico/cabina adibita al trasporto di passeggeri e/o materiali.
Nella versione adibita al soccorso e alla ricerca (S.A.R.) è dotato di verricello di soccorso e postazione dedicata all’operatore al verricello con relativo sedile. L’equipaggio minimo per il MI-17 consiste di due Piloti e un Flying Engineer/crew chief.
L’elicottero può operare in uno spettro di temperature che va dai -50 a +50 gradi Celsius. Inoltre è considerato Class I aircraft per peso al decollo superiore alle 12,500 lbs/ ca. 5675 kg.
Foto di Clara Salpietro