(di Clara Salpietro) – Alla caserma Ferrari Orsi di Caserta, sede del comando della brigata Garibaldi, giovedì 15 marzo il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Claudio Graziano, ha salutato il personale della brigata Garibaldi in vista della imminente partenza per l’impiego in Afghanistan.
Presenti le massime autorità militari, civili e religiose di Caserta e provincia ed anche alcuni militari che hanno prestato servizio presso la Garibaldi e che sono rimasti feriti in diversi teatri operativi.
Per il comando della brigata Garibaldi, si tratta della dodicesima missione in ambito internazionale, ma è la prima in Afghanistan, dove saranno schierati il 1° e l’8° reggimento bersaglieri, il 19° reggimento cavalleggeri “Guide”, l’8° reggimento artiglieria terrestre “Pasubio”, il 21° reggimento genio, l’82° reggimento di fanteria “Torino” ed una compagnia “Freccia” del 9° reggimento fanteria “Bari”. La brigata Garibaldi sostituirà la Sassari impiegata nel settore ovest dell’Afghanistan da ottobre 2011.
Il comandante della Garibaldi, generale Luigi Chiapperini, nel suo intervento riferendosi alla missione che vedrà impegnata la brigata, ha parlato di “impegno duro e difficile, che la Nazione, nel rispetto degli accordi internazionali, ci ha affidato con compiti chiari”.
“Una complessa attività – ha proseguito – che dovrà essere svolta muovendoci lungo le direttrici della sicurezza, dello sviluppo, della governance e dell’assistenza umanitaria. L’obiettivo è restituire l’Afghanistan agli afghani”.
“Una missione – ha detto – impegnativa e anche rischiosa, ma che sono certo affronteremo con la massima perizia, forti dell’esperienza maturata in teatri operativi altrettanto difficili e soprattutto grazie alla preparazione raggiunta nei vari settori al termine di un’attività addestrativa serrata, intensa e curata nei minimi dettagli”.
Riferendosi a tutte le componenti del contingente ha affermato: “siamo una squadra, coesa ed efficace”.
“Il soldato italiano – ha evidenziato il generale Chiapperini – ha sempre lavorato silenziosamente, con costanza e sacrificio, nel pericolo, in condizioni operative e logistiche avverse, distinguendosi per capacità e per il modo ‘italiano’ di relazionarsi con le realtà locali, comprendendo perfettamente il tessuto sociale del paese dove è stato chiamato ad operare”.
Sulla presenza delle forze armate in Afghanistan, il comandante della brigata Garibaldi ha affermato: “noi italiani non veniamo percepiti come forza di occupazione, bensì come strumento necessario alla stabilizzazione e al raggiungimento di una sufficiente cornice di sicurezza e di basiche condizioni di sviluppo sociale ed economico”.
Infine un pensiero è stato rivolto alle famiglie dei militari che saranno impegnati in missione. “Ai nostri familiari – ha concluso il generale Chiapperini – dico che vi siamo grati e vi ammiriamo per i sacrifici che avete fatto, fate e farete nei prossimi mesi, ma siate orgogliosi per quanto i vostri cari fanno per la nostra Nazione”.
Durante il suo discorso il capo di SME ha espresso soddisfazione per i risultati finora ottenuti ed ha esortato gli oltre 2000 militari a proseguire nell’opera di stabilizzazione e ricostruzione, concentrando gli sforzi nel miglioramento delle condizioni di sicurezza dell’area a vantaggio della popolazione locale e in totale sinergia con le forze di sicurezza afghane.
“La brigata Garibaldi – ha sottolineato il generale Graziano – è quella più esperta dell’esercito italiano, affidabile ed una delle migliori. È la prima ad essere entrata in Kosovo, in Bosnia e in Iraq con l’operazione Antica Babilonia”.
“Siamo in Afghanistan – ha aggiunto – a servizio del popolo afghano che dobbiamo tutelare e proteggere. Si tratta di un impegno importante e delicato”.
Al comandante Chiapperini e agli uomini e donne della brigata Garibaldi, il generale Graziano ha detto: “L’Esercito, la Nazione e io, siamo e saremo sempre orgogliosamente con voi al vostro fianco. Il soldato italiano è il migliore del mondo, siate orgogliosi per quello che fate”.
A margine della cerimonia il generale Claudio Graziano ha risposto alle domande dei giornalisti ed ha ribadito che i militari italiani devono “avere fiducia nella loro preparazione, professionalità ed esperienza, perché nel tempo hanno acquisito una grande capacità che si unisce alle doti naturali degli italiani”.
“Bisogna continuare a parlare – ha osservato – con le autorità e il popolo afghano per far comprendere che il nostro scopo è la loro protezione e il passaggio di responsabilità agli afghani. In Afghanistan anche se c’è una situazione di rischi e minacce, siamo in una fase di miglioramento generale che permette di parlare di transizione”.
Alla nostra domanda se da parte militare c’è una strategia per contrastare l’attività degli insurgents che con l’arrivo della primavera aumenteranno i loro attacchi terroristici, il generale Graziano ha risposto: “la strategia c’è sempre stata ed è quella di acquisire il supporto della popolazione, quindi la massima unità e la massima fermezza nei confronti degli insurgents. Certamente in presenza di atti o avvenimenti terroristici, anche se in presenza di una costante attenzione, bisogna ancora porre maggiore cautela nelle proprie attività, perché chi vuole rallentare il processo di transizione può sfruttare questi avvenimenti. Con l’impegno, la determinazione e la volontà si può riuscire ad ottenere un risultato complesso, ma possibile”.