Il prof. Alessio Fasano , pediatra e gastroenterologo, insegna negli Usa nel Maryland è tra i “cervelli” più brillanti italiani. A Verona dinanzi a 600 specialisti ha illustrato i progressi conseguiti e lo stadio della ricerca sul grano e la nostra alimentazione di ieri e di oggi.Una nuova pillola contro la malattia celiaca.
La ricerca allergologica italiana nella sicurezza alimentare è tra le più accreditate a livello internazionale.
Speranze e certezze per i pazienti celiaci, circa 500mila casi, l’1% della popolazione. Tutte le malattie cominciano dall’intestino – lo aveva individuato anche Ippocrate – e infatti la mucosa intestinale è il vero campo di battaglia dove amici e nemici dell’organismo umano lottano.
Dinanzi ad una platea stipata all’Auditorium del Palazzo della Gran Guardia a Verona oltre 650 specialisti e operatori italiani e stranieri, del settore si sono dati appuntamento sino a sabato 5 maggio per la III edizione del Congresso dell’IFIACI, la Federazione delle società di Allergologia e Immunologia Clinica.
La relazione del gastroenterologo e pediatra salernitano, Alessio Fasano, orgoglio italiano all’estero dove insegna nell’Università del Maryland, è stata tra le più seguite e apprezzate per contenuti e innovazione . Se per sclerosi multipla e diabete non è stato mai scoperto che abbiano un fattore scatenante, la celiachia ha come causa l’ingerimento del Glutine.
Ma è l’aspetto ambientale ad essere analizzato dallo specialista, con le “Hordae” appartenenti alla famiglia delle graminacee, che è stata introdotta in agricoltura “solo” 10mila anni fa. Ma da allora, è cambiato lo stile di vita e l’alimentazione rispetto ai nostri progenitori.
Per esempio nel ‘700 il grano consumato dai nostri bisnonni era assai differente rispetto a quello attuale, che risulta più complesso e ricco di glutine. Sino a cinque volte di più.
E va distinta la malattia celiaca dall’allergia al frumento, sgombrando il campo da possibili confusioni. Pochi sanno che quelle caratteristiche di fragranza, profumi, organolettiche, la stessa croccantezza del pane e della crosta del pane è ricco di glutammine risulta assai dannoso per il celiaco.
“Ma una nuova molecola, la zonulina, è stata scoperta di recente e rende l’intestino permeabile, e nutriamo fiducia per questo ritrovato. Negli Stati Uniti – prosegue Fasano – 60 milioni di consumatori comprano prodotti “Gluten free” senza glutine, ma se non necessario perché colpiti da allergia celiaca o al frumento, perché si comportano in tal modo? È solo una moda, una tendenza, laddove manchi una necessità medica. E questa moda sta diffondendosi anche in Italia, laddove si crede ad un maggiore benessere seguendo una dieta senza glutine. È un errore grave solo pensarlo”.
Occorre fare riferimento a una nuova classificazione dei disordini glutine correlati. C’è uno studio scaricato addirittura in 25mila versioni da web, in soli tre mesi, si tratta di BMC Medicine Spectrum of Gluten related disorders consensus on new nomenclature che dimostra come ci sia sete di conoscenza , di sapere, nella confusione generatasi in materia di malattia celiaca, allergia al frumento e sensibilità al glutine. “Il mio consiglio – chiude Fasano – è l’ascolto del paziente, e il ricorso al clinico che deve avere in mano gli elementi necessari per stabilire diagnosi e cura con differenze sostanziali da caso a caso, data la variabilità”.
“Infine esistono delle teorie dimostrate (ma con una fazione di scettici attualmente) – conclude lo specialista – per le quali esisterebbe una correlazione tra sensibilità al glutine e un sottogruppo (circa il 20%) di due patologie come autismo e schizofrenia”.
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