(di Roberto Motta Sosa*) – Se i politici italiani ancora non riescono a votare una nuova legge elettorale, nonostante le autorevoli sollecitazioni del Presidente della Repubblica e una sentenza “ultimatum” della Corte Costituzionale, c’è invece chi in Italia è in grado di fare funzionare la democrazia e di assicurare la stabilità almeno all’interno della propria comunità di appartenenza: stiamo parlando della massoneria del Grande Oriente d’Italia (GOI).
E’ cominciata infatti il dicembre scorso la consultazione per l’elezione del capo della più antica e numerosa famiglia massonica presente nel nostro Paese, che in Lombardia conta 65 logge, di cui più della metà (34) solo a Milano. Per l’elezione del suo prossimo Gran Maestro la cosiddetta Obbedienza di “Palazzo Giustiniani” (dal nome della storica sede romana) ha previsto la formula “ogni maestro un voto”.
Sono così più di 16 mila gli aventi diritto ad eleggere il futuro “Sovrano Gran Commendatore” e Gran Maestro che succederà all’attuale, l’avvocato Gustavo Raffi in carica dal 1999. Le “liste” ammesse dalla Commissione Elettorale Nazionale sono tre, depositate presso la Gran Segreteria dopo il vaglio dei requisiti previsti dalla Costituzione del Grande Oriente.
Secondo tali criteri i massoni che godono del diritto di “elettorato passivo” sono tutti i fratelli con anzianità al grado di Maestro non inferiore ai sette anni e che siano stati Maestri Venerabili per almeno un anno.
L’elettorato attivo è invece esercitato da tutti fratelli massoni cosiddetti “Maestri della Comunione”, che con voto segreto eleggeranno il Gran Maestro e la Giunta di governo per il quinquennio 2014-2019.
Questa riforma della “legge elettorale” massonica era stata introdotta nel 2000 con delibera di Gran Loggia su proposta della Giunta e, secondo quanto affermato dallo stesso GOI: “ha avuto la finalità di rendere tutti i fratelli Maestri soggetti attivi dell’intero processo elettorale, e non solo di una parte di questo, prima affidato ai soli Maestri Venerabili, introducendo elementi di trasparenza, partecipazione e trasparenza nella scelta di chi deve essere investito ritualmente nella qualità di guida iniziatica della Comunione massonica”.
Il prossimo 2 marzo saranno quindi chiamati alle urne 16.252 Fratelli Maestri. Sarà necessario il quorum del 40% per essere eletto Gran Maestro al primo turno. In caso di mancato raggiungimento si procederà al ballottaggio, previsto il 23 marzo, tra i due candidati più votati.
Gli aspiranti alla carica di Gran Maestro delle tre Liste ammesse sono: Massimo Bianchi (Lista N. 1), Silverio Magno (Lista N. 2) e Stefano Bisi (Lista N. 3).
La nuova Giunta che uscirà dalle urne del Grande Oriente d’Italia si insedierà nell’Assemblea di Gran Loggia che si terrà a Rimini dal 4 al 6 aprile e sarà composta, oltre che dal Gran Maestro stesso, da due Gran Maestri Aggiunti, un Primo e un Secondo Sorvegliante, un Grande Oratore e un Gran Tesoriere.
Fondato il 20 giugno 1805 aMilano dal Principe napoleonico Eugenio de Beauharnais il Grande Oriente d’Italia oggi ha sede a Roma in via San Pancrazio e costituisce l’Obbedienza massonica italiana più nutrita, con poco più di 20.000 aderenti, suddivisi nei cinque Rituali riconosciuti e ammessi nelle sue logge.
Le altre (principali) Obbedienze massoniche presenti in Italia sono la Gran Loggia d’Italia degli ALAM (che ammette anche le donne) nata da una scissione interna al GOI nel 1910, la Gran Loggia Regolare d’Italia (eretta nel 1993 dall’ex Gran Maestro del GOI Giuliano di Bernardo e l’unica a rivendicare una regolare patente di riconoscimento dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra) e la Gran Loggia Massonica Femminile d’Italia.
*fonte www.milanopost.info