Dopo 11 anni di trasmissioni e riconoscimenti, va in pensione “La Storia siamo noi”. Il programma di approfondimento ideato e condotto da Giovanni Minoli è stato cancellato dalla Rai per la prossima stagione.
In onda dal 2002, la trasmissione di Rai 2, ha raccontato con 52 seconde serate all’anno su Raidue e Raitre, e 1.460 ore su Rai Storia, i più importanti fatti di attualità del nostro Paese, attraverso testimonianze, documenti e interviste ai protagonisti.
Minoli, interpellato sull’argomento, ha risposto solo con un secco “No comment”. Il programma, sempre seguitissimo nonostante gli orari di trasmissione a tarda notte costava, per di più, molto poco alle casse di mamma Rai: una spesa media di 25.000 euro all’ora, meno della metà delle seconde serate di Viale Mazzini. Di contro, aveva un pubblico affezionato, e alcune puntate, come lo speciale sull’11 settembre o l’inchiesta sulla “strana morte” di Papa Luciani, avevano avuto share altissimi.
Da ultimo, la trasmissione era tornata agli onori della cronaca per la frase di Giulio Andreotti che, intervistato da Minoli sulla morte di Giorgio Ambrosoli, aveva detto: “Era uno che se l’andava cercando”.
L’anno scorso, peraltro, il programma si era aggiudicato a New York il prestigioso HistoryMakers International, l’Oscar del Congresso mondiale dei produttori televisivi di storia. Riconoscimento assegnato, come recita la motivazione “per l’enorme impulso che ha dato alla crescita di questo genere di approfondimento televisivo in Italia”.
Sulla chiusura Viale Mazzini ha diramato un comunicato, in cui si assicura la prosecuzione dell’esperienza in altre forme: “Si è chiusa l’esperienza della struttura che curava le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia – si legge nel comunicato -. Il budget previsto è stato speso, quindi l’esperienza è finita. È chiaro, però, che il rapporto della Rai con la cultura e la storia continuerà su Rai Educational grazie alla direttrice Silvia Calandrelli e ai nuovi progetti in cantiere, come l’appuntamento condotto da Paolo Mieli e il programma dedicato alla Prima guerra mondiale, che sarà trasmesso anche in HD. Per quanto riguarda le persone che lavoravano con Minoli, si stanno riposizionando nelle varie strutture dell’azienda. Minoli era già in pensione per raggiunti limiti d’età, gli era stato fatto un contratto per curare gli eventi legati all’Unità d’Italia. Non è escluso che in futuro la sua esperienza non possa portare a nuove collaborazioni come autore”.
Fonte: http://www.adginforma.it/