“L’arte della Pace. Il patrimonio culturale e il dialogo per la riconciliazione post-conflitto” è il titolo della mostra fotografica che sarà inaugurata a Roma, il 2 ottobre, presso il Cortile di via Margutta 51/a, da INTERSOS.
La cerimonia di inaugurazione si terrà alle ore 18,30. Previsto l’intervento del Presidente INTERSOS, Nino Sergi, che illustrerà le attività realizzate in Kosovo per promuovere il dialogo interculturale nel post-conflitto e favorire la pace. Seguirà un rinfresco.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta al pubblico dal 2 all’11 ottobre, dal lunedì al sabato, dalle 15.30 alle 19.
La mostra ripercorre, attraverso 45 immagini, quello che il lavoro, la dedizione, la competenza e la passione degli operatori INTERSOS sono riusciti a realizzare tra il 2000 e 2010 in Kosovo: ricostruire il dialogo attraverso il patrimonio culturale, permettendo l’incontro e l’avvicinamento delle diverse comunità kosovare, in particolare albanese e serba, in un territorio dilaniato dal conflitto.
Dopo due anni di interventi umanitari per assistere le migliaia di profughi e per contribuire alla ricostruzione di case, scuole, dopo aver bonificato i terreni, nel 2002, pur continuando l’impegno per il ritorno a casa dei profughi, INTERSOS avvia un programma di restauro e di conservazione di edifici del patrimonio ottomano-islamico dei XV-XII secolo e di quello serbo-ortodosso dei XIII-XIV secolo, alcuni dei quali distrutti o danneggiati dalla guerra. Ciò che era stato simbolo della divisione e dell’odio, le moschee e le chiese, in particolare, poteva diventare, per il suo valore artistico e culturale, l’occasione per la ripresa del dialogo, l’incontro e un cammino in comune.
“Finita la guerra, bisognava costruire la pace” racconta Nino Sergi, Presidente di INTERSOS, impegnato in prima linea nella realizzazione dei progetti di restauro in Kosovo. “Già nel 2000 – aggiunge -, mentre realizzavamo gli interventi di ricostruzione, siamo stati colpiti dalla visione di edifici di straordinario valore storico e culturale che erano stati incendiati, saccheggiati, distrutti, insieme alle case. Si trattava di edifici che raccontano la storia di questa terra, la sua cultura, la sua vita: una storia che, come è avvenuto sempre e ovunque purtroppo, è stata anche violenta, carica di successive dominazioni e sopraffazioni, ma che riguarda comunque tutti, perché ne è patrimonio comune, che lo si voglia o no. Per un’organizzazione umanitaria come INTERSOS, che ha una specifica vocazione alle operazioni di emergenza, è un imperativo investire risorse intellettuali e tecnico-professionali anche per contribuire a ricostruire le ragioni e le condizioni della pace e uno spirito teso alla convivenza e alla riconciliazione in alcuni di quei luoghi in cui, durante il periodo bellico, ha svolto la propria opera per salvare vite umane, accogliere profughi, portare cibo e acqua, curare le malattie”.
La mostra fotografica realizzata da INTERSOS si inserisce all’interno della manifestazione, promossa dal Centro Regionale Sant’Alessio per Ciechi, “La Gioconda in Via Margutta. Una carezza per Monnalisa”: una collezione di traduzioni tridimensionali in bassorilievo di celebri dipinti compresi tra Medioevo ed Età moderna.
Obiettivo della mostra è educare all’uso integrato dei sensi residui, in presenza di deficit visivo, per un rafforzamento delle facoltà percettive, cognitive e intellettuali delle persone disabili della vista, ma anche educare la sensibilità delle persone normovedenti. (www.santalessio.org)
L’educazione all’arte e alla scoperta e riscoperta del patrimonio e delle bellezze artistiche rappresentano il filo rosso che lega i due eventi culturali, a testimonianza che l’arte può essere davvero lo strumento concreto di dialogo e incontro tra le diversità.
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