(di Gianni De Petris – 2° parte) – Il Signoraggio primario e secondario – Nella prima parte della relazione ho illustrato (+ o – bene ) che cos’è la moneta. Ora vogliamo capire chi la produce e a chi appartiene, oggi, la moneta.
Ricapitolando fino al 1944 le banconote stampate erano coperte dalle cosiddette “riserve auree”. Dopo la conferenza di Bretton Woods solo il dollaro americano aveva (o avrebbe dovuto avere) copertura e convertibilità in oro; tutte le altre monete sono “scoperte”.
1° Parte: La moneta – le banche centrali – il signoraggio
Dall’agosto 1971 R. Nixon con un intervento “corsaro” tagliò la convertibilità dollaro-oro e da quel momento nessuna moneta ha più copertura, ma tutte sono unicamente dei pezzi di carta dove solo il popolo con la sua fiducia, con la sua capacità economica, da credibilità e valore al sistema cartaceo: siamo alla “teoria del valore indotto”; cioè il valore della moneta non è determinato dalla sua riserva aurea, che non c’è più, ma unicamente dalla convenzione condivisa ed accettata dalle persone fisiche che l’accettano sul presupposto di poterla successivamente utilizzare per soddisfare le proprie necessità. È abbastanza agevole comprendere come, se è convenzione di tutti noi che è solo un semplice pezzo di carta stampata, al momento dell’emissione la moneta debba essere accreditata a chi ha determinato il valore stesso e non addebitata come ora avviene.
Su questa apparentemente piccola “inversione” contabile poggia e si articola la più grande truffa monetaria e del conseguente debito pubblico.
Quando la moneta era oro, lo stato aveva la sovranità monetaria perché la moneta, sin dall’emissione era proprietà del portatore (dicitura ora scomparsa sulle banconote in Euro). Dei valori monetari partecipava tutta la collettività secondo il principio della società organica che è la proiezione storica dell’apologo di Menenio Agrippa: lo stomaco gode della sua funzione a parità di condizioni con tutte le membra. Ora lo Stato, rappresentate ed espressione del popolo Sovrano, invece di mantenere la sovranità monetaria, la “cede” alle Banche Centrali, e così al posto della moneta, della pepita d’ oro ci ritroviamo un pezzo di carta; al posto della proprietà ci ritroviamo il debito, poiché la banca emette moneta solo prestandola e la moneta che circola è gravata da un debito non dovuto: è il cosiddetto signoraggio bancario primario.
Nel 1773 un certo Amschel Mayer Rothschild (capostipite dei banchieri più potenti del pianeta) disse: permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione e non mi interessa di chi la governa o ne fa le leggi.
Detto – fatto. Oggi le Banche Centrali sono nella grande totalità “Istituti privati”. Esempio: la Banca d’ Italia è controllata in numero di quote / e numero di voti e le principali Società controllanti sono:
Gruppo Intesa- San Paolo 30.3%
Gruppo Unicredito 11.0%
Banco di Sicilia 6.3%
Assicurazioni Generali 6.3%
Cassa di Risparmio di Bologna 6.2%
INPS 5.0%
Monte dei Paschi di Siena 2.5%
ecc. ecc.
Il capitale sociale era di 300 milioni di lire ora è di Euro 156’000.
Una Banca che incassa dallo Stato Italiano miliardi di Euro in interessi per emissione di banconote (a debito per noi) ha un capitale sociale che corrisponde al valore di uno bilocale a Monopoli.
I proprietari / controllanti della Federal Reserve Bank:
Rothschild Bk of London
Warburg Bk of Hamburg
Lazard Brothers of Paris
Kuhn Loeb Bk of N.Y.
Goldman Sachs of N.Y.
Warburg Bk of Amsterdam
Israel Moses Seif Banks of Israel
Chase Manhattan Bk of N.Y. ecc. ecc.
Così vale più o meno per le alter Banche Centrali. Mentre la Banca Centrale Europea è di proprietà delle Banche Centrali vale a dire: privata.
Ecco la composizione:
Deutsche Bundesbank 23.40%
Banque de France 16.52%
Banca d’ Italia 14.57%
Bank of England 15.98%
Banco de Espana 8.78%
Nederlandsche Bank 4.43% ecc. ecc.
È oltremodo interessante sapere che le Banche Centrali oltre che stampare cartamoneta hanno l’obbligo di vigilare sull’operato delle varie Banche commerciali private, che a loro volta, come abbiamo visto, sono le principali controllanti delle Banche Centrali. Ci troviamo davanti al più mostruoso conflitto d’interessi che si possa immaginare e sicuramente il più dannoso e devastante per una corretta, equa, economia mondiale. Torniamo al nostro signoraggio primario, cioè quanto costa allo Stato far emettere alle Banche Centrali carta-moneta. Qui iniziano i paradossi – le Banche Centrali vendono allo Stato fogli stampati al loro valore nominale; infatti se lo Stato “compra” 100 Euro, non paga i pochi centesimi necessari per stamparli più un margine per la Banca, ma paga 100 Euro più un tasso di sconto ( tra il 5 e il 4 %). Questo è il reale guadagno delle Banche Centrali: la differenza tra il costo di produzione di una banconota, pochi centesimi, e il prezzo che si fanno pagare, nel nostro esempio ( € 105 o € 104) che lo Stato verserà alla Banca Centrale sotto forma di “Titoli di Stato”, garantiti da noi – popolo sovrano.
Questo guadagno si chiama “Signoraggio primario”. Ora i bilanci delle banche sono redatti secondo i G.A.A.P. – norme internazionali stabilite dalle banche stesse e recepite nel nostro ordinamento; secondo queste norme, le Banche segnano in passivo la totalità della moneta circolante, come fosse un “debito”, quindi non versano allo Stato alcuna prebenda mentre i titoli emessi dallo Stato sono collocati nell’ attivo dello stato patrimoniale, pertanto non transitano nel conto economico. Oggi sulle banconote in Euro non c’è la scritta “pagabili al portatore”, come invece c’era prima del 1944 sulle monete e rappresentavano (anche se con molte riserve) un debito per la banca nei confronti del portatore; oggi le banconote sono garantite dal nulla pertanto che debito sono per la banca? Se lo Stato approvasse una legge, che rispecchiando la realtà dei fatti, imponesse alle banche di non segnare più in passivo il valore del denaro circolante, o ancora meglio si riappropriasse della Sovranità Monetaria, il debito pubblico sarebbe quasi estinto e la pressione fiscale potrebbe diminuire vertiginosamente.
Non mancano esempi dove lo Stato ha ristampato moneta senza passare dalle banche centrali (private) e questo ha comportato per lo Stato, un’immediata disponibilità monetaria, nessun indebitamento pubblico e nessun interesse passivo da pagare a chicchessia. Ne sono validi esempi i Presidenti americani: Abraham Lincoln e J. F. Kennedy. Quest’ultimo firmò l’ordine esecutivo numero 11110 (tutt’ora valido) che ripristinava al governo USA il potere di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve Bank. Kennedy mise in circolazione 4.3 miliardi di dollari.
Le conseguenze di questa legge furono enormi; con un colpo di penna, J. F. Kennedy stava mettendo fuori gioco la Federal Reserve Bank di N.Y.
Anche in Italia abbiamo un “recente” esempio in proposito, l’emissione di biglietti di stato a corso legale; l’iniziativa fu di un grande statista italiano, che per finanziare la ripresa economica italiana, senza indebitare ulteriormente lo Stato, fece stampare 500 miliardi di lire taglio Lire 500 – emissioni “Aretusa” e “Mercurio” – anni 1960 /1970 (che alcuni di voi forse ricordano ancora), ebbene questo uomo politico era: Aldo Moro. Questi biglietti recano la scritta “Repubblica Italiana” e non “Banca d’Italia” ed erano a firma del Direttore Generale del Tesoro e non del Governatore.
Anche le banconote americane emesse da J. F. Kennedy recavano la scritta “United States Note” e non “Federal Reserve Note”.
Dispiace e rimaniamo profondamente dubbiosi e perplessi nel constatare come tutte queste importanti Personalità politiche abbiano avuto una prematura e violenta morte.
A riguardo della Sovranità monetaria mi permetto una citazione di Thomas Edison – “assurdo dire che il nostro Paese può emettere 30 milioni di $ in titoli di Stato, ma non 30 milioni di $ in moneta. Entrambe sono promesse di pagamento; ma una promessa ingrassa l’usuraio, l’altra invece aiuta la collettività”.
Il Signoraggio Secondario è la creazione di denaro da parte delle banche commerciali private (moneta virtuale) ed è basato sul cosiddetto coefficiente di riserva obbligatoria.
Gli accordi definiti “Basilea I” del 1988, stabilivano che i prestiti dovevano essere coperti almeno dall’8% con capitale proprio “Eigenkapital”. Nel 2006 i nuovi accordi di “Basilea II” hanno variato la percentuale da: 1.6% ed il 12% secondo il rischio di insolvenza, ma hanno lasciato immutato il fatto che la copertura sia data dal capitale e non dal denaro.
Infatti nel “capitale” entrano parecchie cose, oltre che ai crediti che la banca concede ai clienti, ma questo potrebbe essere argomento per una nuova conferenza.
Il coefficiente di riserva obbligatoria al 2% è “consigliato” per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni, mentre scende ulteriormente con scadenze oltre i due anni. Il meccanismo della riserva obbligatoria (es. 2%) consente alle banche (intese come un’unica banca) per una semplice progressione matematica di creare denaro dal nulla, pari a 50 volte il valore dei depositi.
Proviamo a fare un esempio: Se noi depositiamo 1 milione di Euro in contanti in banca, quest’ultima ci riconoscerà (per facilità di calcolo) un 5% di interessi attivi annui pari a € 50’000. In seguito, noi pensiamo, la banca, dopo aver accantonato il 2% – nel rispetto degli accordi previsti in “Basilea II”, cioè € 20’000, investe il rimanente (€ 980’000), ed ipotizzando un tasso di interesse del 10% produce proventi per € 98’000 che detratti i nostri € 50’000 rimangono alla banca netti € 48’000. Siamo ben lontani dalla realtà, in quanto la banca immette sul mercato, a prestito, “moneta virtuale” per una cifra pari a 50 milioni di Euro che al tasso di interesse del 10% producono proventi per 5 milioni di Euro e che detratte le nostre spettanze (€ 50’000) producono proventi netti per la banca pari a 4’950’000 Euro. A questo punto mi chiederete: ma come fa la banca a prestare 50 milioni di Euro se deve avere almeno il 2% a garanzia in deposito? Semplice, infatti il nostro milione di Euro in contanti viene totalmente tesaurizzato e rappresenta il 2% di 50 milioni di euro “virtuali”.
È evidente la sproporzione tra i nostri interessi attivi sul nostro milione reale ed il colossale profitto della banca su 50 milioni virtuali, creati sul nulla e garantiti ancora meno di nulla. È assurdo pensare come si possa concedere a dei privati di creare moneta dal niente e su questa montagna di denaro fasullo farsi pagare cospicui interessi. Ma vuoi vedere che questo, è un motivo, per il quale dalle banconote è scomparsa la scritta “la legge punisce i fabbricatori e gli spacciatori di biglietti falsi”.
Questa progressione si applica se prendiamo in considerazione un sistema monetario statico, mentre in un sistema monetario dinamico, come quello attuale e considerando la velocità della moneta, la creazione di denaro virtuale è illimitata. Grazie a questo sistema il 90% del denaro circolante è virtuale, quindi creato dalle banche senza costi, ma gravato da interessi che il cittadino/consumatore paga profumatamente agli Istituti di Credito. Il denaro virtuale circolante al mondo è 5 volte maggiore di tutti i beni esistenti. Ciò significa che il denaro circolante rappresenta un debito scoperto dell’80%. Il sistema si regge sul fatto che meno del 2% dei depositi bancari vengano ritirati, altrimenti il “giochino” si rompe e succedono casi come in Argentina (fallimento dello Stato) o come negli Stati Uniti (e non solo) con il fallimento di importanti banche, dove la gente comune si presenta in banca pensando di ritirare il denaro reale, ma si accorge che….gli sportelli sono chiusi e…anche questa può essere un’altra storia.
In conclusione, il quarto potere costituzionale deve essere concepito sulla finalità di restituire allo Stato la funzione monetaria ed al popolo la proprietà della moneta. Questa riforma è diventata indispensabile per uscire dall’asservimento al “signoraggio bancario” e dare inizio ad un regime di democrazia integrale in cui i popoli non abbiano solo la sovranità politica ma anche monetaria, liberi dall’angoscia dell’insolvenza ed in una dimensione sociale più umana.
Vorrei terminare con una citazione ed una breve storia: “Un potere illimitato ed una dominazione economica dispotica si trovano concentrati in pochissime mani. Questo potere diviene particolarmente sfrenato quando sia esercitato da coloro che, controllano il denaro, amministrano il credito e ne decidono la concessione. Essi somministrano – per così dire – il sangue all’intero organismo economico e ne arrestano la circolazione quando loro convenga; tengono in pugno l’anima della produzione in guisa che niuno osi respirare contro la loro volontà”.
Enciclica Quadragesimo Anno
PIO XI.
Mentre la storiella…………..