(di Clara Salpietro) – Colorano il cielo con il Tricolore Italiano, realizzano acrobazie e virate mozzafiato, incantano il pubblico di tutto il mondo: parliamo delle Frecce Tricolori, espressione di professionalità, spirito di squadra e dedizione, che sono le basi portanti dell’Aeronautica Militare Italiana.
Le Frecce Tricolori, il cui nome per esteso è Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN), costituente il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico, sono nate nel 1961 in seguito alla decisione dell’Aeronautica Militare di creare un gruppo permanente per l’addestramento all’acrobazia aerea collettiva dei suoi piloti.
Con dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista, sono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo, ed il loro programma di volo, comprendente una ventina di acrobazie e della durata di circa mezz’ora, le ha rese le più famose. Dal 1982 utilizzano gli Aermacchi MB-339PAN e la sede è l’aeroporto di Rivolto, in provincia di Udine.
Solo i migliori piloti accedono alle Frecce Tricolori, ogni anno se ne selezionano uno o due scelti tra chi ha più di 1.000 ore di volo e una volta entrati devono seguire un programma addestrativo d’inserimento graduale.
Fitto di appuntamenti il programma che vede le Frecce Tricolori, per il 2013, impegnate in esibizioni in quasi tutta la penisola e in alcune località all’estero.
A raccontarci il mondo della Pattuglia Acrobatica Nazionale è il Maggiore Pilota Jan Slangen (foto in alto a sinistra), 21° Comandante delle Frecce Tricolori, che incontriamo in Sicilia, a Capo d’Orlando, comune in provincia di Messina, dove il 7 luglio è prevista l’esibizione della PAN.
La manifestazione, organizzata dall’Aero Club dello Stretto in collaborazione con il Comune di Capo d’Orlando, si terrà sul lungomare della cittadina tirrenica.
Nato a Roma, il comandante Slangen ha frequentato dal 1994 al 1999 il corso regolare “Rostro III” presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli) conseguendo il grado di Sottotenente dell’Arma Aeronautica, nel ruolo Naviganti Normale. È laureato in Scienze Aeronautiche presso l’Università Federico II di Napoli. Pilota di AM-X proveniente dal 32° stormo di Amendola, è entrato nella Pattuglia Acrobatica Nazionale nel 2004 rivestendo i ruoli di Pony 7 (2° Gregario Sinistro), Pony 2 (1° Gregario Sinistro) e Pony 1 cioè di capo formazione, colui che guida la squadra durante le figure acrobatiche.
Il Maggiore Slangen ha circa 3.000 ore di volo alle spalle su velivoli SF-260, MB-339 nelle versioni A e PAN, su velivolo T-37, su velivolo T-38, su velivolo AM-X. È insignito della Medaglia Militare Aeronautica d’Argento di Lunga Navigazione Aerea, della croce d’Argento per Anzianità di Servizio, dell’onorificenza di “Commendatore” dell’“Ordine Nazionale del Cedro” della Repubblica Libanese.
Il 25 ottobre 2012 il Maggiore Pilota Jan Slangen ha assunto il Comando della Pattuglia Acrobatica Nazionale e come da tradizione ha il nome di Pony 0, questo vuol dire che durante le manifestazioni, si trova a terra, precisamente al centro della linea del pubblico e, collegato via radio con tutta la formazione, dirige il volo e ne garantisce la sicurezza.
Comandante Slangen cosa vuol dire appartenere alle Frecce Tricolori?
Prima di tutto un forte sentimento di orgoglio, accomunato da un forte senso di responsabilità, in quanto siamo ben consci di quella che è la nostra missione, che è quella di rappresentare gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare, la loro professionalità, ma anche i valori, gli ideali e la capacità di fare squadra.
Quanti sacrifici bisogna fare prima di approdare alla pattuglia delle Frecce Tricolori?
I piloti delle Frecce Tricolori provengono dai reparti operativi dell’Aeronautica Militare, hanno alle spalle circa 7-10 anni di esperienza professionale, accompagnati anche da determinate qualifiche. La strada è molto lunga, i sacrifici altrettanto, ma certamente non mancano le soddisfazioni.
Lei è stato capo formazione e adesso dirige il volo della Pattuglia da terra. Ci sono delle differenze tra il volo e la direzione dal suolo?
Ci sono molte differenze tra lo stare a terra e in aria. Per coordinare tutta l’esibizione da terra prima bisogna averlo fatto in volo, solo volando, solo conoscendo le problematiche e i pensieri che attraversano la mente di tutti i piloti, si può, da terra, fornire tutte le giuste indicazioni.
Cosa si prova a stare nell’aria?
Quando voliamo siamo molto concentrati in quello che stiamo facendo e questo è dovuto anche alla velocità alla quale viaggiamo. Non c’è spazio per le emozioni, emozioni ci colpiscono una volta che siamo a terra e abbiamo la possibilità di vedere gli occhi delle persone che hanno appena assistito al nostro spettacolo.
Qual è il messaggio che intende dare ad un giovane che vuole entrare nell’Aeronautica Militare ed è affascinato dalle Frecce Tricolori?
Il messaggio che mi sento di dire è di ascoltare i propri sogni, indipendentemente da quale siano questi sogni. Di avere la determinazione e di andare avanti, non tanto quando si hanno i successi, ma proprio quando si hanno le difficoltà. Cercare sempre di dare il massimo e di continuare a farlo per tanto tempo.
Come si riesce a gestire il rapporto con il pubblico, che accoglie sempre con una grande festa le Frecce Tricolori e vi vede come “piloti irraggiungibili”?
Noi cerchiamo di far capire che non siamo così irraggiungibili. Abbiamo scelto di seguire la nostra passione, ma soprattutto di servire il nostro Paese ed abbiamo la possibilità di farlo per un periodo di tempo limitato all’interno delle Frecce Tricolori, le quali rappresentano tutti gli italiani. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che siamo persone comuni, che hanno la fortuna di fare qualcosa di veramente speciale. Certamente è molto bello sentire il calore e la festa della gente nei confronti delle Frecce Tricolori.