Svolta storica nella redazione del quotidiano Le Monde: per la prima volta in oltre 65 anni, la direzione del prestigioso giornale parigino, è stata affidata a una donna, Natalie Nougayrede (nella foto a sinistra), 46 anni, ex corrispondente da Mosca e vincitrice nel 2005 del rinomato premio giornalistico ‘Albert Londres’ per i suoi reportage dalla Cecenia.
I circa 450 membri della Società dei redattori (SRM), hanno votato in grande maggioranza per la sua designazione, proposta dagli azionisti del gruppo. “Natalie Nougareyde diventa la prima donna a dirigere il quotidiano Le Monde. Eletta con circa l’80%” (79,4%), ha annunciato sul suo profilo Twitter, Pierre Bergè, ricordando che l’ex direttore “Eric Izraelewicz aveva ottenuto solo il 73%. Brava”.
Secondo gli statuti del giornale, la scelta del direttore doveva essere approvata dal 60% dei membri della SRM. Il nome della Nougayrede è stato indicato dai tre azionisti di riferimento della società che pubblica il giornale (oltre a Bergè, il banchiere d’affari Matthieu Pigasse, il patron del provider web Free Xavier Niel) come loro scelta per succedere a Izraelewicz, morto improvvisamente a fine novembre per un attacco cardiaco.
La Nougayrede, vera e propria outsider, che in 15 anni di lavoro per Le Monde non ha mai ricoperto posizioni gerarchiche di spicco, è stata preferita ad almeno tre colleghi di chiara fama, tutti uomini, nessuno dei quali è stato in grado di ottenere il consenso di tutti e tre i patron della testata.
In particolare, il cronista politico Arnaud Leparmentier, ex corrispondente a Berlino e Bruxelles, ora a capo del servizio politico, sarebbe stato ritenuto troppo “a destra” per le posizioni del giornale.
Il direttore dello sviluppo editoriale Franck Nouchi, sostenuto da Bergè, sarebbe stato invece rifiutato dagli altri due perchè troppo vicino al transfuga Edwy Plenel, l’ex direttore che lasciò Le Monde nel 2008 per fondare il sito di informazione Mediapart, dal passato vicino ai trozkisti.
Quanto allo specialista di macroeconomia internazionale Alan Faujas, il cui nome era circolato tra i primi come possibile successore di Izraelewicz per quel “profilo economico” che li accomunava, non sarebbe mai stato realmente in gara.
La scelta non è stata comunque semplice: l’interim del vicedirettore Alain Frachon sarebbe dovuto durare solo qualche settimana, ma per settimane è sembrato che i tre azionisti non fossero in grado di mettersi d’accordo su un nome.
I quattro pretendenti sono stati ricevuti almeno tre volte, e c’era chi ipotizzava la comparsa di ulteriori concorrenti a sorpresa. Ma, alla fine, l’intesa è arrivata, premiando il candidato, anzi la candidata, più inattesa.
Ora la Nougayrede andrà a fare compagnia a Jill Abramson, direttrice del New York Times dal giugno 2011, nel ristretto circolo delle donne arrivate al vertice di grandi testate storiche della stampa mondiale.
Fonte ANSA