Il generale Luciano Portolano, intervistato dalla giornalista Alessandra Mulas per il portale www.agccommunication.eu, ha parlato della presenza di
Unifil nel Sud del Libano. Di seguito il testo integrale dell’intervista:
“In Medio Oriente il Libano gioca un ruolo fondamentale, per la sua posizione geografica sulle sponde del Mediterraneo al confine con Israele questo piccolo paese diventa sempre più un importante elemento di stabilizzazione nella regione. La presenza di UNIFIL garantisce una relativa pace e costituisce l’unica possibilità di comunicazione tra i due paesi che certo non possono essere definiti amici. L’intervista al Generale Luciano Portolano, che ha assunto il comando di UNIFIL da luglio scorso, chiarisce gli aspetti essenziali dell’importanza di questa missione internazionale.
Generale ancora un italiano alla guida di UNIFIL, in Libano un segnale di capacità e apprezzamento per l’Italia? Cosa ha determinato questa scelta?
Ci sono tanti elementi che determinano scelte di questo tipo. In aggiunta, l’ottimo lavoro svolto dai miei predecessori italiani ha influito sulla scelta da parte del Segretario Generale dell’ONU, di affidare la guida di UNIFIL ad un Ufficiale italiano. È stato il riconoscimento a livello internazionale di un modus operandi proprio del nostro retaggio culturale particolarmente adatto a questo tipo di Missione, inoltre le stesse parti in causa hanno espresso la volontà di avere ancora una volta un italiano come interlocutore. UNIFIL si caratterizza per l’attività di mediazione politico – diplomatica svolta dall’Head of Mission e Force Commander tra il Libano e Israele, volta al rispetto della Risoluzione 1701. UNIFIL è l’unico interlocutore riconosciuto dai due Stati che, di fatto, non hanno alcun tipo di relazione. Inoltre, vorrei aggiungere che nelle mie funzioni di Head of Mission e Force Commander rappresento le Nazioni Unite e sono al comando di un contingente multinazionale composto da circa 12.000 Caschi Blu provenienti da 38 Nazioni e ho alle mie dipendenze circa 1.000 dipendenti civili.
Darà un segno di continuità al comando del Generale Serra?
La continuità è data dal mandato che è unico e inequivocabile. Tra le mie priorità vi è lo Strategic Dialogue, strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo mirato delle capacità delle LAF – Lebanese Armed Forces – in termini di personale, armamenti e mezzi necessari per il conseguimento dell’obiettivo finale della Missione, ovvero il completo trasferimento della responsabilità della sicurezza di questa parte del sud del Libano, nelle mani del Governo libanese e delle LAF. Sono da poco rientrato da un importante meeting dell’International Support Group per il Libano che si è tenuto a New York presso la sede delle NU, presieduto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon e assistito, tra gli altri, dal Primo Ministro libanese, Tammam Salam e dal Ministro degli Esteri italiano, Onorevole Federica Mogherini. Nel corso dei vari interventi, gli Stati membri che aderiscono all’iniziativa hanno sottolineato il ruolo svolto dalle LAF in collaborazione con UNIFIL nel mantenere la calma e la stabilità nel Sud del Paese ma, al tempo stesso, hanno rimarcato l’urgenza che gli aiuti promessi per incrementare le capacità delle Forze Armate Libanesi, diventino realtà.
Altro punto prioritario del mio mandato, è la popolazione. UNIFIL è in continuo contatto con le autorità e le comunità locali, per accrescere la mutua conoscenza e la fiducia reciproca. Inoltre, per mezzo dei fondi resi disponibili da diverse Nazioni contributrici, vengono realizzati i Quick Impact Project, progetti a breve – medio termine volti a fornire beni e servizi di prima necessità o infrastrutturali alle fasce più bisognose della popolazione. Inoltre i Caschi Blu svolgono attività di assistenza medica, dentistica e veterinaria in aggiunta all’implementazione di progetti di carattere sociale (addestramento, lezioni di lingua, sport, etc.). Una realtà solida, la fiducia ed il sostegno della popolazione sono la chiave del successo della Missione.
Cosa vuol dire assumersi le responsabilità della pace in una regione in questo momento così drammaticamente interessata da ostilità e conflitti?
Vuol dire essere consapevoli dell’importanza della presenza di UNIFIL, del ruolo che svolge in aderenza al mandato contenuto nella Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Essere l’unico riferimento riconosciuto dalle parti per la gestione di problematiche legate al rispetto della Blue Line e alla cessazione delle ostilità, da l’idea dello spessore della Missione a livello politico – diplomatico e della delicatezza del compito che è quello di far dialogare le parti e deconflittuare situazioni di crisi nel rispetto della Risoluzione 1701.
Trovarsi a contatto con un territorio completamente controllato dagli sciiti e da Hezbollah, presenti anche in Siria al fianco del Presidente Assad, cambia la politica da adottare?
No, l’atteggiamento di UNIFIL è dettato dai contenuti della Risoluzione 1701, il cui mandato, peraltro, è stato di recente rinnovato per un altro anno nei termini già precedentemente previsti. L’interlocutore di UNIFIL è il Governo libanese ed ogni rappresentante del Governo, indipendentemente dalla sua appartenenza politica e religiosa riceve l’attenzione che compete alla carica rivestita.
La situazione in Libano si è un po’ complicata, ci può dire cosa stia realmente accadendo anche alla luce dell’ultimo attacco contro una pattuglia israeliana nella zona occupata delle Fattorie di Shebaa?
Il Governo libanese sta affrontando nuove sfide legate a quanto sta accadendo, in particolar modo, lungo il confine orientale con la Siria, alle porte della città di Arsal. Nel sud del Libano, dove opera UNIFIL, la situazione si mantiene calma e stabile. Siamo consapevoli che si tratta di una calma relativa ed è per questo che le attività operative sono state intensificate, non dal punto di vista del numero dei pattugliamenti effettuati, ma sotto il profilo della vigilanza che è stata incrementata, senza dare alla popolazione locale la sensazione di un deterioramento della situazione generale.
A riprova di quanto detto, nei giorni scorsi, si sono verificate due gravi violazioni della Blue Line che hanno visto il ferimento di soldati di tutte e due le parti. UNIFIL, in entrambe le circostanze, ha immediatamente contattato gli Alti Ufficiali delle Lebanese Armed Forces e della Israeli Defence Forces richiedendo la massima cooperazione e ogni sforzo possibile per evitare un’escalation della situazione. Al tempo stesso, team investigativi sono stati inviati sul posto per determinare in assoluta trasparenza e imparzialità i fatti e le circostanze di questi eventi. Le investigazioni sono ancora in atto. Anche in questa occasione vorrei sottolineare l’importanza della presenza UNIFIL, il cui intervento ha evitato un effetto domino devastante per l’intera Regione.
Il Libano si può definire una terra di mezzo che attualmente si trova tra una più vasta zona di conflitti, allargare la sfera di competenza UNIFIL potrebbe in qualche modo aiutare la situazione?
Quando si parla di UNIFIL si ha in mente un modello vincente che finora ha prodotto un periodo di calma e stabilità che il sud del Libano non conosceva da oltre 30 anni e di cui stanno godendo anche gli israeliani. Ciò non vuol dire che, riproporre o allargare la sfera di competenza di UNIFIL garantirebbe automaticamente gli stessi risultati ottenuti qui. Ogni missione internazionale di pace è frutto di una decisione politica che stabilisce gli obiettivi, modalità e gli strumenti da utilizzare per conseguirli, sulla base di approfondite analisi del contesto sociale e politico in cui si dovrà operare e del tipo e livello di minaccia che il contingente multinazionale dovrà affrontare.
A questo punto quale è la sua visione sul futuro più prossimo?
Per quanto riguarda il settore posto sotto la mia responsabilità sono convinto della bontà del lavoro svolto quotidianamente dai Caschi Blu. I risultati raggiunti sul terreno sono sotto gli occhi di tutti, la popolazione è ben disposta nei nostri confronti e le stesse autorità politiche e militari libanesi ci ringraziano per il supporto fornito dai peacekeepers e riconoscono la validità del progetto UNIFIL. Questo fa ben sperare per il futuro. Recentemente, è stata celebrata la Giornata Internazionale della Pace e in questa occasione sono state invitate delle scolaresche che hanno dipinto murales a tema lungo i bastioni di cinta della Base. Loro sono il futuro del Paese ed è compito di UNIFIL promuovere queste iniziative per aiutare i giovani a crescere con delle prospettive che siano diverse dalla logica del conflitto.
I recenti atti ostili non intaccano assolutamente la credibilità di UNIFIL, ma rafforzano l’idea della necessaria presenza dei Caschi Blu in questa zona del Sud del Libano e dell’implementazione delle misure di confidence builiding, ad esempio l’incontro tripartito, quali validi ed efficaci strumenti di prevenzione dei conflitti e di soluzione pacifica di situazioni critiche in accordo con quanto stabilito dal mandato contenuto nella Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
alessandra.mulas@gmail.com
fonte http://www.agccommunication.eu/component/content/article/86-geopolitica/8917-uniifl-italia-portolano