(di Clara Salpietro) – Si scrive “demining” e si legge “attività di sminamento”. È l’attività che sta portando avanti lungo la Blue Line (lunga 118 chilometri), la linea di demarcazione tra Libano e Israele, l’11° reggimento Genio Guastatori di stanza a Foggia, che dipende dalla brigata meccanizzata Pinerolo, che da novembre sta operando nel Libano del Sud.
La brigata italiana con poco più di 1000 uomini e donne è schierata nel sud del territorio libanese nell’ambito della missione Leonte XI ed è inquadrata sotto il comando del Settore Ovest di Unfil, agli ordini del generale Carlo Lamanna, in cui operano anche militari appartenenti alle nazioni del Brunei, Ghana, Irlanda, Malesia, Slovenia, Corea del Sud e Tanzania.
L’Italia è inserita nella Forza multinazionale denominata Unifil (United Nation Interim Force in Lebanon) che dal 1978 opera lungo il confine tra il Libano e Israele e che, prima della crisi di luglio 2006, aveva il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal confine meridionale del Libano ed assistere lo stesso Governo a ristabilire la propria autorità nell’area. Dopo la crisi del 2006, ai precedenti compiti, si sono aggiunti anche il sostegno alle Forze armate libanesi nel dispiegamento nel sud del Paese, l’assistenza umanitaria alla popolazione civile e il controllo di un’area libera da personale armato compresa tra la “Blu Line” e il fiume Litani.
“L’attività di bonifica è finalizzata alla collocazione dei Blue Pillar”, ci spiega il tenente colonnello Antonio Micunco, in Italia comandante del 132° battaglione genio, il battaglione operativo dell’11° reggimento Guastatori; in Libano comandante del Comand Support Battalion che include la componente genio, trasmissioni e unità di supporto logistiche e operative che coinvolgono il comando del Settore Ovest.
Il posizionamento dei grossi piloni di cemento armato alla cui sommità vengono posti dei bidoni di colore azzurro con la sigla delle Nazioni Unite, ribattezzati Blue Pillar, ha lo scopo di marcare quella che per anni è stata l’immaginaria linea di demarcazione tra Libano e Israele.
Lungo il confine sono state disseminate dagli israeliani, soprattutto negli anni ‘70, diverse mine antiuomo. I genieri italiani per creare aree bonificate dagli ordigni si avvolgono delle mappe su cui è segnata la loro posizione, che sono state consegnate da Israele alle forze multinazionali dell’Onu.
La collocazione dei bidoni è arrivata dopo una serie di colloqui, a volte piuttosto accesi, tra i rappresentanti dell’esercito israeliano e quelli delle forze armate libanese che si incontrano, senza nessun gesto di cordialità e con la mediazione di Unifil, in una base di frontiera proprio sul confine, nel settore di responsabilità del contingente italiano, nei pressi di Naqoura.
Durante i Tripartite Meetings (Israele – Libano – Unifil), con cadenza mensile ed istituiti nel 2007 dall’allora comandante di Unifil, generale Claudio Graziano, vengono affrontati anche aspetti tecnici relativi alla corretta applicazione della risoluzione 1701, offrendo quindi la possibilità di mediazione, negoziazione e risoluzione delle controversie. “Un piccolo passo – affermava all’epoca il generale Graziano – essenziale nella costruzione del ‘confidence building’”.
Dopo le lunghe trattative e l’intervento di cartografi dei due paesi, è stato previsto il posizionamento di 469 Blue Pillar, 212 sono quelli su cui c’è già un accordo e 123 è il numero dei Blue Pillar fino ad oggi collocati.
Prima di posizionare sul terreno un Blue Pillar, a monte c’è un’intensa opera di bonifica che impegna proprio i genieri dell’11° reggimento guastatori di Foggia, i quali provvedono all’apertura di corridoi, di solito larghi poco più di 2 metri, nei campi minati.
“È un lavoro lungo e delicato – evidenzia il tenente colonnello Micunco –, non possiamo neanche stimare il tempo esatto per la realizzazione di un corridoio, tutto dipende dalle condizioni del tempo, ad esempio se piove il lavoro viene rallentato, dal tipo di terreno e dagli ostacoli naturali che si possono incontrare”.
“I genieri per svolgere l’attività di bonifica – prosegue – indossano una protezione speciale di oltre tredici chili, composta da un casco e una tuta protettiva. Il terreno viene prima saggiato con uno speciale metal detector per andare alla ricerca degli ordigni, poi si procede lentamente ed inginocchiati sul terreno a rimuovere una porzione superficiale di terra e a seguire si inizia con il sondaggio, tramite uno stiletto, centimetro quadrato per centimetro quadrato. Ogni volta che iniziamo un’attività c’è tutto un sistema di segnaletica che viene posizionato lungo il percorso, oltre ai già ben noti cartelli, a triangolo, di avviso di campi minati. L’attività prosegue tutti i giorni senza sosta, anche nei giorni di festa. Da novembre ad oggi abbiamo già bonificato 24 metri quadrati di terreno”.
A supervisionare l’operazione di demining è il comandante della Pinerolo, nonché del Settore Ovest di Unifil, generale Carlo Lamanna, che costantemente si reca sui corridoi e acquisisce tutte le informazioni relative alla bonifica e verifica l’avanzamento dei lavori.
Seguiamo il generale Lamanna durante una sua visita a due corridoi ed avanziamo con lui lungo l’area bonificata. Nei pressi dei due corridoi c’è una postazione di primo soccorso con due medici pronti ad intervenire in caso di necessità.
La novità della giornata è il ritrovamento di due mine, che vengono fatte brillare sul luogo dai genieri. È proprio il generale Lamanna a schiacciare il pulsante che dà l’impulso per l’esplosione delle mine.
I genieri italiani ci spiegano che dopo il ritrovamento dell’ordigno, registrano il tipo di mina, la provenienza, la data, il luogo e il militare che l’ha ritrovata.
“I genieri che svolgono attività di bonifica nel settore ovest di Unifil sono motivati a lavorare sempre meglio – osserva il tenente colonnello Antonio Micunco – perché sono coscienti che il loro lavoro può salvare delle vite umane”.
La soddisfazione di “poter impiegare le competenze acquisite in Italia in un territorio dove lo sminamento è prioritario” si legge negli occhi del Plotone Minex, composto dal: maresciallo ordinario Daniela Morana, maresciallo Michele Tiscia, sergente maggiore Primiano Nista, sergente Antonio Campanozzi, caporal maggiore capo scelto Giuseppe Di Leo, caporal maggiore capo scelto Matteo Gambacorta, caporal maggiore capo scelto Angelo Restani, caporal maggiore capo scelto Antonio Fusco, caporal maggiore capo scelto Domenico Federico, caporal maggiore capo scelto Massimiliano Mariella, caporal maggiore capo scelto Massimo Cervasio, caporal maggiore capo Michele Macchia, caporal maggiore capo Luigi Tupputi, caporal maggiore Claudio Campanale, caporal maggiore Paolo Zecca e caporal maggiore Antonio Cortellino.
Foto realizzate dalla cellula Pubblica Informazione del contingente italiano su brigata Pinerolo schierato nel sud del Libano