(di Clara Salpietro) – “Israele vive”: queste le parole pronunciate dalla comunità ebraica romana oggi pomeriggio, 18 ottobre, in Piazza del Campidoglio a Roma, dove si è riunita per celebrare la liberazione del caporale, oggi promosso sergente, israeliano Gilad Shalit.
Uomini, donne, giovani e bambini, sventolando bandiere dello Stato di Israele ed esponendo striscioni con la scritta “Gilad Shalit, cittadino onorario di Roma, ti aspettiamo a casa” e “1027 terroristi liberi: la nostra gioia non cancella i vostri crimini”, hanno voluto manifestare la loro felicità ed euforia per il ritorno a casa, dopo cinque anni e quattro mesi di prigionia, di Shalit.
Originario della Galilea occidentale, Shalit è stato il primo dei soldati israeliani catturati dai Palestinesi dopo Nachson Wachsman fatto prigioniero nel 1994.
Soldato dell’Israel Defense Forces, fu catturato da un commando palestinese a Kerem Shalom, località israeliana non lontana dal confine con la Striscia di Gaza, il 25 giugno 2006, da allora e fino alla sua liberazione, avvenuta questa mattina, è rimasto nelle mani di Hamas.
Il 25 giugno 2009 il Consiglio Comunale di Roma gli aveva conferito all’unanimità la cittadinanza onoraria e da allora al balcone del Palazzo Senatorio, nella piazza del Campidoglio, è stata esposta la sua immagine, con la scritta “Shalit libero”, per sostenere la sua liberazione.
Oggi l’immagine del sergente israeliano è stata rimossa. Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il presidente del consiglio provinciale Pina Maturani, l’ambasciatore d’Israele in Italia Gideon Meir, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il presidente dell’Unione comunità ebraiche d’Italia Renzo Gattegna e il capo rabbino Riccardo Di Segni.
Parole di soddisfazione per la liberazione di Shalit sono state pronunciate da tutti i rappresentati delle varie istituzioni.
Più volte il sindaco Alemanno ha affermato: “lo inviteremo nella capitale, Roma sarà il suo primo viaggio all’estero da cittadino libero. Appena possibile attendiamo Shalit in aula Giulio Cesare per consegnargli in maniera formale la cittadinanza onoraria”.
Nel momento in cui la gigantografia del sergente Shalit è stata rimossa dal balcone del Palazzo Senatorio, dalla comunità ebraica presente in Piazza del Campidoglio è partito un forte applauso e la commozione era visibile sui volti di ognuno. A seguire canti e balli eseguiti da un gruppo di giovani.
Nei sorrisi, negli occhi e nelle parole della comunità ebraica si percepisce l’importanza di questa liberazione e quanto sia importante per Israele la vita.
“La vita di Shalit – ci ha detto commosso Giancarlo Di Castro (nella foto sotto con il giovane Simone) – vale più di mille prigionieri. Questa cerimonia è stata emozionante, è un giorno di festa. Siamo molto contenti”.
“Am Israel Chai – Il popolo d’Israele è vivo”, sono le parole che ripete a gran voce la comunità ebraica di Roma.
Foto di Clara Salpietro