Circa un anno fa, dopo il ritrovamento, la salma di Mike Bongiorno è stata cremata e le ceneri sono state consegnate alla famiglia: un’occasione per Giancarlo Liviano D’Arcangelo di raccontarne il trafugamento dal punto di vista narrativo con “Le ceneri di Mike” (Fandango), che si è appena aggiudicato il Premio Benedetto Croce 2012.
“Il libro – dice lo scrittore a www.fattitaliani.it – è nato soprattutto perché nella storia di un personaggio chiave dell’Italia del dopoguerra, ho visto enormi potenzialità narrative. Attraverso Mike era davvero possibile esprimere e raccontare l’Italia più profonda, quella squallida, ignorante e convenzionale e al tempo stesso capace di slanci di autenticità assoluta”.
Il presentatore di “Lascia e Raddoppia” per il giovane autore “era il simbolo, il testimonial, dell’Italia del boom economico, dell’Italia democristiana, becera e meschina, ma nel profondo ancora dotata di un briciolo d’umanità. Oggi l’Italia è un grande stato-azienda in fallimento in cui burocrazia, leggi, politiche servono essenzialmente a servire gli interessi privati di pochi, pochissimi soggetti. In un’Italia così non servono simboli, ma solo portaborse”.
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