(di Anthony Brown) – La questione energetica è stata al centro del dibattito politico della seduta del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2013. Lo stesso infatti, ha diramato un comunicato su cui si legge che“Su proposta del Ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, e del Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, il Consiglio dei ministri ha approvato: “un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo fra l’Albania, la Grecia e l’Italia sul progetto “Trans Adriatic Pipeline”, che dà attuazione all’intesa siglata dai tre Paesi il 27 settembre 2012 a New York per la realizzazione di questo nuovo importante gasdotto.
Il progetto costituisce per l’Italia un utile strumento per diversificare fonti energetiche e fornitori di energia, con positive ricadute dal punto di vista della sicurezza…”.
La Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto trans-adriatico che promette di collegare Italia e Grecia per l’afflusso in Europa di gas naturale proveniente dalle regioni del Mar Caspio.
Il disegno di legge approvato oggi dà il via libera alla realizzazione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP), in concorrenza alla rete Nabucco e al troncone mediterraneo del South Stream. Tap, invece, vorrebbe utilizzare le infrastrutture esistenti in Turchia, potenziandole, per poi posare 800 km di nuovi tubi in Grecia, Albania e Italia, con il tratto sottomarino Igi Poseidon nell’Adriatico, approdando infine sulle coste del Salento. La sua capacità sarebbe pari a dieci miliardi di metri cubi, raddoppiabili a venti.
Il gas dovrebbe essere trasportato dall’Azerbaigian, attraverso la Grecia e l’Albania e poi attraverso il Mar l’Adriatico fino al Sud Italia, e da qui all’Europa occidentale.
Tap sono finanziati, rispettivamente, dalla joint venture Edison-Depa (la società greca del gas) e dal trio composto dalla svizzera Egl, dalla tedesca E.On Ruhrgas e dalla norvegese Statoil. Quest’ultima è anche nel consorzio di operatori che sta realizzando la piattaforma offshore di Shah Deniz II.
Entro giugno, infatti, gli azionisti di Shah Deniz (Bp, Socar, Statoil, Total) decideranno su quale rotta di approvvigionamento far passare il gas dei giacimenti sviluppati in Azerbaijan.
Così Baku dovrà decidere, anche alla luce dell’accordo appena siglato con la Turchia, a chi vendere il metano di Shah Deniz. Dieci miliardi di metri cubi dovrebbero affluire in Europa dal 2016-2017, ma su quale rotta è ancora da scoprire. Tap sembra il progetto più realistico, almeno nel breve termine, perché Nabucco è molto più costoso e complesso da realizzare.
Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Montenegro hanno firmato nel frattempo un memorandum di intesa per il sostegno e la cooperazione rispettiva dei paesi per la realizzazione del progetto del gasdotto Trans-Adriatico (TAP) e la sua estensione, il gasdotto Ionico-Adriatico (IAP).
La Russia, dal canto suo, è preoccupata dalle manovre europee per diminuire le importazioni da Mosca. Difatti ha puntato con Eni sul gasdotto South Stream, che invece di percorrere il corridoio Sud, con la sua Gazprom, vorrebbe portare il suo metano in Europa attraverso il Mar Nero, aggirando l’Ucraina.
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