Il 1° luglio nell’Aula di Montecitorio si è tenuta la discussione delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-00019 e Cenni ed altri n. 1-00015, riguardanti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all’esercizio della clausola di salvaguardia.
Sul tema è intervenuta l‘onorevole Fucsia Nissoli (Scelta Civica), la quale ha evidenziato l’importanza di salvaguardare le produzioni agricole di qualità dell’Italia e come “la situazione normativa illustrata dalle mozioni mette in luce un vuoto legislativo per quanto riguarda la disciplina sulla coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche e non garantisce dai rischi anche accidentali di contaminazione”.
Di seguito il testo integrale dell’intervento:
Signor Presidente, Onorevoli Colleghi,
le mozioni concernenti iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all’esercizio della clausola di salvaguardia, sono ispirate al principio di precauzione (un principio ormai condiviso al livello europeo) al fine di tutelare la salute dei consumatori e l’ambiente da rischi non ancora ben ponderabili, oltre che a salvaguardare le produzioni agricole di qualità del nostro Paese.
La situazione normativa illustrata dalle mozioni mette in luce un vuoto legislativo per quanto riguarda la disciplina sulla coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche e non garantisce dai rischi anche accidentali di contaminazione.
Anche a voler tralasciare i profili di un dibattito molto acceso sull’accettabilità sociale dei rischi degli ogm e a non voler considerare le paventate evidenze scientifiche sui rischi per l’ecosistema e quindi per la salute dei cittadini e delle generazioni future (che la stampa evidenzia quotidianamente), provocati dal gene del bacillus thuringiensis, sembra doveroso adottare un atteggiamento ispirato alla ragionevolezza e alla prudenza.
L’Unione europea si propone standard elevati di tutela della salute umana e dell’ambiente nei confronti dei rischi tecnologici (art. 114 TFUE) e consente, in presenza di nuove o ulteriori evidenze scientifiche, di adottare misure di salvaguardia al fine di scongiurare i rischi di danni (a volte irreversibili) provocati da un ogm che sia stato già autorizzato. Questo è il fondamento giuridico della clausola di salvaguardia prevista all’art. 23 della Direttiva n. 18 del 2011, recepita in Italia con Decreto legge numero 224/2003. Questo è lo strumento che si vuole utilizzare al fine di sospendere l’autorizzazione alla coltivazione in Italia del mais MON810. Occorre allora documentare adeguatamente le nuove o ulteriori evidenze scientifiche.
L’esercizio della clausola di salvaguardia da parte di altri otto Paesi dell’Unione europea, e lo scambio di informazioni scientifiche sui rischi, previsto dalla disciplina comunitaria e internazionale, al fine di contrastare i potenziali danni e salvaguardare la biodiversità, dovrebbe favorire una adeguata documentazione dei rischi del MON810, ai fini di tutelare anche le produzioni agricole italiane.
Alla base di ogni azione concreta si pone l’intento di una adeguata protezione dell’ambiente e della salute delle generazioni attuali e future e non certo la volontà di ostacolare l’innovazione e il commercio sia pure di sementi ogm, o di porre in atto forme mascherate di protezionismo commerciale che sarebbero peraltro vietate dagli accordi internazionali di cui l’Italia è parte.
In tale contesto si ripropone la questione della definizione del principio di precauzione, per certi aspetti controversa, che ha visto due concezioni assai diverse nell’Unione europea e negli Stati Uniti e in altri Paesi del mondo.
Si anticipa così un punto molto importante del negoziato Unione Europea e USA per una Partnership commerciale “transatlantica” che dovrà a breve occuparsi della definizione di standard comuni in una serie di materie al fine di eliminare gli ostacoli non tariffari, soprattutto regolamentari (c.d. behind the borders obstacles), che limitano gli scambi.
Allora, il dibattito di oggi ha un valore di prospettiva che va oltre il dato specifico per affrontare la questione nuova tipica delle società moderne ad alto contenuto tecnologico, dell’impatto dell’innovazione tecnologica sulla società e sulla vita dell’uomo. Per questo è necessario che il dibattito sia sereno ed animato da una profonda onestà intellettuale per essere capace di assumere uno sguardo profetico sulla società e permettere al Parlamento di agire veramente per il bene comune e costruire le condizioni affinchè ciascuno possa scegliere consapevolmente nella vita di tutti i giorni.
Intervento on. Nissoli – Seduta di assemblea numero 43 della XVII legislatura del 01/07/2013