(di Roberto Falaschi) – Il Ministro della Difesa Mauro ha lanciato l’idea di arruolare nelle FFAA. gli immigrati e certamente la proposta merita di essere esaminata con attenzione, anche considerando cosa avviene in altri Stati.
Come è ben noto negli anni trenta del XIX secolo la Francia creò un corpo speciale costituito da stranieri ad eccezione degli ufficiali: la Legione Straniera.
Così come si è andata modificando nel corso del tempo essa dopo il primo contratto quinquennale offre ai legionari la cittadinanza francese ed una sistemazione lavorativa oltre ad una serie di altri vantaggi.
Sicuramente chi ha servito in questo corpo elitario inviato a contrastare le situazioni più ardue nutre un sincero attaccamento alla Legione e conseguentemente alla Francia, comunque da lungo tempo terra di immigrazione.
Nella Legione la disciplina è ferrea e l’addestramento estremamente rigoroso. Inoltre l’ufficialità è costituita dai primi usciti da ogni corso dall’Accademia Militare di San Cyr e gli ufficiali che raggiungono i vertici militari hanno dato prova delle loro qualità in questo corpo.
Altro esempio di arruolamento di stranieri è dato dagli Stati Uniti dove all’inizio degli anni novanta del secolo passato fu lanciata l’idea di creare un corpo di stranieri sull’esempio francese. Vi fu una forte opposizione a questo progetto che perciò fu accantonato sostituendolo con l’arruolamento di stranieri nelle FFAA. frammisti a cittadini statunitensi.
Gli aspiranti, provenienti quasi esclusivamente dall’America Latina, vengono accuratamente selezionati con preferenza per ex militari, o comunque ex combattenti per la loro già posseduta esperienza, soprattutto sulla guerriglia e controguerriglia.
Data la loro provenienza gli arruolati stranieri costituiscono un gruppo culturalmente omogeneo che ben si integra con la componente latinoamericana nazionale.
Durante il periodo nelle FFAA. USA sono in larga misura assegnati in zone “calde” ad alto rischio, dove comunque per loro la possibilità di morte o di infermità permanente è ben inferiore a quella connessa con i tentativi di ingresso illegale nel paese, dove per di più corrono il rischio di essere arrestati e deportati.
Veniamo ora alla proposta del Ministro Mauro. Una volta modificata la Costituzione si tratterebbe di stabilire non solo le modalità di arruolamento, ma anche se, una volta risolto il problema della lingua, gli stranieri dovrebbero costituire un nuovo corpo sul modello francese, oppure se essere inseriti nei reparti esistenti.
Ma quale delle due ipotesi sarebbe più conveniente per le FFAA. italiane dato che ovviamente il progetto non ha scopi assistenziali per gli immigrati?
E’ altresì da porsi la domanda sulla questione religiosa e sulla effettiva possibilità che musulmani osservanti possano essere integrati coi nostri militari senza creare problemi logistici, a partire dal problema alimentare. Da questo punto di vista sarebbe quindi maggiormente gestibile un reparto su base religiosa, ma credo che tale discriminante sarebbe scarsamente accettabile dall’opinione pubblica e dalla politica.
Per il resto si può ragionevolmente presumere che i militari di altro credo non creerebbero problemi a mischiarsi con i militari italiani, restando quindi questa solamente una questione islamica.
La selezione e l’arruolamento dovrebbero naturalmente avvenire in Italia, sulla falsariga dei francesi, ma è da prevedere che buona parte degli africani sub sahariani verrebbero scartati per mancanza dei requisiti culturali necessari per poter utilizzare materiale elettronico sofisticato, così come una non piccola parte dei nordafricani sarebbero in una simile condizione. E ciò in base al fatto che nelle FFAA. italiane si tratta di gestire materiale complesso e sofisticato il cui uso improprio sarebbe deleterio sia per l’operatore che per i commilitoni, per non menzionare eventuali danni collaterali.
Ne consegue che gli arruolati proverrebbero in larga misura da Paesi con un livello di scolarizzazione piuttosto elevato, ossia Europa ed alcune aree asiatiche, quali Turchia etc.
Sarebbe teoricamente possibile creare una “Legione Forestiera” fisicamente e tecnicamente super addestrata sull’esempio francese, quindi un’élite militare. Ma i nostri governi sarebbero disposti e capaci di allocare le ingenti risorse finanziarie per un simile corpo? E sarebbe politicamente fattibile in Italia?
Si creerebbero certamente forti opposizioni all’esistenza di una simile forza armata, che secondo numerosi esponenti politici sarebbe una minaccia per la democrazia, così come avvenne a suo tempo per l’abolizione della leva e la creazione di una FFAA professionale.
Ho qui scritto sull’ipotesi che venga accolta la “proposta Mauro” accennando solamente ad alcuni più evidenti problemi, ma prima di approfondire questa tematica è forse il caso di domandarsi se veramente sia realizzabile un tale progetto con abbondanza di offerta nazionale di arruolamento, che consente una selezione accurata di giovani italiani.
Non vorrei che questa proposta servisse a creare una sistemazione per gli sbarcati a Lampedusa, o in altra parte del territorio nazionale. Ciò sarebbe una vera catastrofe per le nostre FFAA. già abbastanza bistrattate!
I commenti che ho potuto leggere fin’ora sembrano non considerare i problemi e le possibili soluzioni connessi con tale progetto che, pur avendo in sé degli aspetti positivi come dimostrato dalle esperienze di altri Stati, dovrebbe essere valutato con spirito scevro da motivazioni ideologiche, elettorali o buoniste, ma nell’esclusivo interesse nazionale.
Infine, nell’ipotesi che un progetto di legge ben articolato fosse presentato al parlamento potremmo essere sicuri che dopo i vari passaggi da Camera e Senato uscirebbe una legge nella quale ognuno ha voluto aggiungere o togliere del suo con la ragionevole certezza di ottenere un pasticcio così come avviene solitamente e la normativa sul voto degli italiani all’estero ne è uno degli esempi lampanti.
Ai posteri l’ardua sentenza…
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