La chiesa di S. Maria Maddalena a Palermo, inglobata all’interno della Caserma “Antonio Bonsignore” sede del Comando Regionale Carabinieri Sicilia è da considerare un vero e proprio gioiello dell’arte Arabo-Normanna, non meno importante di altre strutture coeve e più rinomate come la Cappella Palatina, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, il Duomo di Monreale, la Cattedrale ed altri ancora.
Fu il secondo arcivescovo di Palermo Gualtiero Affamilio (con il decreto di assenso del Re Guglielmo II il buono) che volendo ampliare il nuovo Duomo nella forma che oggi conosciamo, fece distruggere l’antica cappella dedicata a S. Maria Maddalena, impegnandosi a realizzarne una nuova in un luogo non lontano.
La costruzione della cappella avvenne nel 1187, ospitando temporaneamente le spoglie dei reali normanni in attesa che si completasse la nuova cattedrale. Fra le salme dovevano trovarsi quella di Re Ruggero II (1154), di Re Guglielmo I (1166) e probabilmente quelle delle rispettive consorti.
La struttura architettonica semplice e austera della chiesa è caratterizzata da una pianta a croce latina, quindi da una suddivisione in tre navate separate da elevate arcate a tutto sesto poggianti su 3 colonne.
All’angolo sud-ovest è presente il campanile a pianta quadrata che all’origine doveva culminare con la classica cupoletta rossa.
Nella sua solenne purità di linee e profonda bellezza architettonica, la basilica di S. Maria Maddalena emana una suggestiva emozione che infonde nel visitatore il desiderio di soffermarsi per un momento di raccoglimento e di preghiera. Particolarità della chiesa è sicuramente la sua dedica a Maria Maddalena, ovvero secondo le sacre scritture una peccatrice che redenta, diviene una delle più importanti e devote discepole di Cristo. L’immagine della peccatrice pagana che si converte al cristianesimo.
A questo punto nasce spontanea una domanda. Per quale motivo la stirpe normanna d’Altavilla sceglie proprio lei per intitolare codesta chiesa?
Tale interesse risiede nella convinzione da parte dei normanni nel considerarsi discendenti di un’ipotetica stirpe reale nata dall’unione matrimoniale tra Gesù e la Maddalena, tesi che era stata diffusa da alcuni movimenti eretici come i Catari ed i Templari.
Questa teoria è andata alla ribalta alcuni anni fa dopo il ritrovamento di un piccolissimo frammento di papiro, un documento che sarebbe la prova che Gesù era sposato con Maria Maddalena. Questa scioccante ipotesi sarebbe avvalorata da una frase riportata in copto sahidico, che recita testualmente: “E Gesù disse loro, mia moglie…” riferendosi a lei con il nome di “Maria”.
Una frase che metterebbe in discussione una parte della storia della religione cattolica. A questa tesi si oppone con autorità l’Osservatorio Romano affermando che questo papiro non è stato scoperto per caso nel corso di alcuni scavi ma che proviene dal mercato antiquario, quindi è da ritenersi un falso. In quale teoria risiede la verità? Ai posteri forse l’ardua sentenza.
Nadia Gentile*
*Allieva del Corso “Esperto in Valorizzazione e Gestione delle Risorse Naturali e Culturali” – Tecno Service – Piano Straordinario per il lavoro in Sicilia: Opportunità Giovani “Percorsi formativi per il rafforzamento dell’occupabilità e dell’adattabilità della forza lavoro siciliana periodo 2012-2014” Priorità 3: Formazione Giovani annualità 2013