È stato appena pubblicato, ed è disponibile in libreria, il “Manuale di business continuity e crisis management” scritto dall’ingegnere Anthony Cecil Wright, presidente di ANSSAIF, edito dalla Franco Angeli (pp.246, E. 32).
L’autore è alla sua quinta pubblicazione, e anche questa è caratterizzata dallo stile semplice e lineare tipico degli autori anglosassoni.
Si tratta del primo manuale italiano che offre un quadro aggiornato degli approcci e delle metodologie per fronteggiare i rischi di eventi eccezionali e assicurare le migliori capacità di risposta delle organizzazioni. Accompagnato da un case study (“l’artigiano di qualità”) e con molteplici esempi tratti dall’esperienza pratica.
Il manuale consente di reperire rapidamente delle risposte e dei chiarimenti a chi in azienda opera o ha rapporti con la business continuity; introduce gradualmente chi non ha una profonda familiarità con l’organizzazione aziendale e le diverse funzioni aziendali e vuole saperne di più su processi operativi quali: risk management, business continuity planning and management, incident management, crisis management, ecc. Il testo coniuga l’esperienza diretta dell’autore con quanto stabilito dai diversi standard internazionali in materia e non trascura esistenti norme, quali ad esempio le recenti disposizioni della Banca d’Italia.
Ecco la recensione dell’ing. Mauro Mariani, già Responsabile Sicurezza Telespazio, Gruppo Finmeccanica: «La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la copertina. Infatti, la cassetta degli attrezzi (tool box), la parola business con le lettere su tessere distinte, e quindi in qualche modo interrompibile, e l’anello circolare, figura continua per definizione, traducono bene il titolo in forma grafica, calando subito il lettore in argomento.
In poche parole il lavoro, a mio parere, ha le caratteristiche seguenti:
1. semplicità e chiarezza, senza dare nulla per scontato;
2. buon approccio didattico;
3. ordine, completezza e modularità;
4. pragmatismo e sintesi.
Tutto questo rende ampio lo spettro dei destinatari del libro stesso, che supera il contesto puramente aziendale e può rivolgersi a quattro categorie di potenziali lettori:
1. il curioso, attratto dal titolo (purtroppo in questo periodo le discontinuità, specie nei servizi, e le crisi sono all’ordine del giorno), che apprezzerà sicuramente il linguaggio piacevole e discorsivo;
2. il neofito, che si accosta per la prima volta al mondo della security, che apprezzerà sicuramente l’approccio didattico utilizzato (inizia con la fase esplicativa, termina con quella decisamente operativa e non perde mai occasione di riassumere in modo schematico le cose più importanti);
3. lo specialista, che magari già conosce i contenuti del libro e approfitterà della lettura per metterli in ordine e dare sistematicità alla sua conoscenza e che, grazie all’organizzazione modulare, potrà facilmente consultare l’argomento che gli occorre al momento opportuno;
4. il top manager, al quale il libro fornisce in modo pragmatico e sintetico preziosi suggerimenti per impostare l’attività di business continuity e crisis management o rivederla in maniera critica se essa è già presente nella sua azienda, ponendola nella posizione corretta.
Il libro inoltre raccoglie sia la conoscenza maturata sui libri, come provano le tante citazioni presenti, prime fra tutte quelle tratte dagli standard internazionali in materia, sia quella maturata sul campo, come dimostrano i tanti esempi proposti, che spaziano da quelli, per così dire, più piccoli (efficacissimo è il caso dell’artigiano di qualità che produce e vende cravatte ai clienti VIP) a quelli di alto livello (Banca d’Italia).
Bisogna dire che dopo la lettura nessuno si può più nascondere o trovare alibi, dal top manager (sarei tentato di rileggere il libro per contare quante volte e in quanti modi diversi hai detto che l’attività di business continuity e crisis management deve essere sempre voluta e sostenuta dal vertice aziendale) a tutto il personale (mi piace ricordare l’esempio del dipendente che sta per uscire dall’azienda al termine della sua giornata di lavoro e vede la porta di un’area sensibile aperta e fermata con un secchio, può ignorare il fatto e uscire tranquillo?).
Infine la seconda parte è veramente un tool box, ci sono perfino bozze di schede, piani e documenti, pareri, suggerimenti e raccomandazioni, ma soprattutto esempi concreti, episodi e casi di vita vissuta».
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