(di Francesco Lambiase*) – Quando mi è stato chiesto di recensire questo libro (“Manuale di business continuity e crisis management” scritto dall’ingegnere Anthony Cecil Wright – nota della redazione), cosa che ho fatto volentieri e con grande entusiasmo, la prima cosa che mi è venuta in mente, riflettendo su quanto letto, è stata una doverosa premessa che vorrei riportare come breve introduzione alla recensione stessa: Le Aziende che si sono interessate alle tematiche della continuità operativa una quindicina di anni fa, come Telecom Italia, non avendo testi fruibili o esperienza acquisita sul campo hanno dovuto necessariamente far ricorso a Standard Internazionali (poco operativi e riferiti a temi generali di organizzazione) oppure a Società di consulenza, che in mancanza (almeno in Italia) di adeguata esperienza sul campo, hanno maturato tale esperienza lavorando (e a volte sbagliando) nelle Aziende stesse.
Molta strada abbiamo percorso tutti noi Business Continuity Manager e oggi possiamo dire che ci sono riferimenti internazionali, riferimenti nazionali ed esperienze significative che guidano gli addetti ai lavori: ma chi ha provato, come noi, ad insegnare la materia ai giovani e/o meno giovani con esperienza lavorativa o senza, oppure ha provato a convincere manager operativi circa l’utilità di attivare il processo di Business Continuity in Azienda, si è trovato a dover superare una serie di ostacoli e di barriere dovute al fatto che il processo che regola la continuità operativa è complesso e presuppone conoscenze ed esperienze in diversi campi aziendali che poi vanno intrecciate e ordinate secondo meccanismi metodologici niente affatto banali.
Questo libro viene a colmare un vuoto che tutti noi, tecnici della materia, abbiamo avvertito nel corso delle nostre attività didattiche e lavorative. Di seguito proverò a elencare le ragioni di questa mia asserzione.
In primis, si rileva dalla lettura la certezza che il testo ha trattato l’argomento in termini completi. Non esiste, a mia esperienza, un punto che faccia parte direttamente o indirettamente del “core” della materia o che le ruoti intorno, che non sia stato approfondito. Per verificare quanto detto, basta provare a chiudere gli occhi e pensare ad un argomento, poi consultare l’indice e avere la certezza che questo tema è trattato.
Secondo aspetto, tutti questi punti sono stati affrontati non in linea teorica (metodo che avrebbe reso il tomo abbastanza noioso) ma con un continuo riferimento alla concretezza e all’operatività.
Un libro, in sintesi, non da studiare e poi riporre nel cassetto ma un testo da portarsi sempre dietro nello svolgimento delle attività per una rapida ed esauriente consultazione, anche perché la complessità stessa della tematica (come già affermato in precedenza), l’eterogeneità delle discipline che si intersecano e si rimandano in continuazione tra loro dovrebbero portare il Business Continuity Manager ad essere necessariamente un esperto ed un cultore di molteplici materie differenti tra loro.
Di conseguenza, questo libro è di ausilio per tutti perché assolve alla fondamentale funzione di essere una valida Linea Guida da consultare ed utilizzare nella progettazione e nella gestione di un modello di Business Continuity.
Terzo aspetto fondamentale: il testo è chiaro e rigoroso, in quanto ricco di esempi pratici e business cases che consentono di comprendere con facilità in che consiste e a cosa sia funzionale un determinato paragrafo, cosa è nascosto dietro la enunciazione e la teoria, anche grazie all’ausilio di format pronti all’uso che servono da supporto alle interviste, alla pianificazione e alla stesura dei piani di Business Continuity.
Ultimo aspetto che è importante evidenziare è la polivalenza del testo, nel senso che può essere di ausilio per il neofita (pertanto sarà’ utile leggere la parte “core” e poi allargare gradualmente le conoscenze) ma anche per il manager navigato (in questo caso basta approfondire tutti i temi trattati nel testo), ma ancora può essere utilissimo per il Crisis Manager, ma anche per il Disaster Recovery Manager, insomma spostando la chiave di lettura, orientandola verso lo scopo principale del lettore, il contenuto così variegato e completo fornisce la risposta attesa.
In conclusione penso che il lavoro di Anthony sia un gran bella sorpresa per tutti noi che da anni ci battiamo in tutte le sedi per far capire che è meglio prevenire e lavorare per alzare i livelli di sicurezza e resilienza delle Aziende piuttosto che correre dopo con l’idrante a spegnere l’incendio e sono altresì sicuro che, data l’estrema capacità di supportare le attività operative mirate alla continuità, possa diventare il testo di riferimento nazionale della materia.
Noi dell’Associazione BCManager certamente lo adotteremo e ne faremo una divulgazione capillare ai nostri associati e non.
*Vice Presidente Associazione BCManager