(di Enza Conti) – A causa dell’eruzione lavica del 1669 che coinvolse tutto l’hinterland catanese, il Santuario della Madonna della Sciara di Mompilieri, con tutto quello che in esso era conservato, è stato totalmente travolto, tra le varie opere d’arte anche una Annunciazione di scuola gaginesca. La Chiesa si trova in territorio di Mascalucia, paesino a 18 chilometri da Catania.
Dell’Annunciazione sono pervenuti in stato frammentario e lacunoso molte parti. Attualmente, dell’originario gruppo scultoreo si conservano solamente i visi dell’angelo annunziante e della Madonna, alcuni frammenti dei panneggi e delle ali, e un frammento con cherubini. Molti di questi frammenti erano coperti da spessi strati soprammessi di incrostazioni cementizie che ne occultavano il raffinato modellato. Circa settanta i frammenti facenti parte dello stesso gruppo scultoreo, rinvenuti nel 1955 ad una profondità di una ventina di metri, in una cava di ghiaia vicino al Santuario.
Ci sono voluti circa 60 anni affinché si potesse intervenire sui resti e a conclusione di un complicato intervento di restauro, eseguito dal Restauratore e Conservatore di Beni Culturali Davide Rigaglia, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania, nella persona della dottoressa Carmela Cappa, e finanziato dall’amministrazione comunale di Mascalucia, di tutti i frammenti si possono apprezzare le delicate superfici originali.
“L’intervento è stato diretto alla rimozione degli strati soprammessi, che per la loro tenacità e per la delicatezza delle superfici marmoree, è stata eseguita mediante strumentazione laser. Le teste, finemente scolpite, della Madonna e dell’Arcangelo Gabriele – ha spiegato il dottor Davide Rigaglia – sono perfettamente conservate e fanno mostra di sé insieme al busto della Madonna, ad alcune porzioni dell’Arcangelo, a frammenti appartenuti alla cornice di un probabile basamento e a parte della raffigurazione di una nuvola, in cui sono visibili due cherubini e le ali della colomba, rappresentazione iconografica dello Spirito Santo. Tale tecnologia ha consentito di operare in maniera selettiva, e di recuperare la corretta lettura del modellato scultoreo e le residue decorazioni originariamente dorate presenti sulla superficie. A conclusione dell’intervento di pulitura e dopo un’attenta analisi dei frammenti, è stata effettuato l’incollaggio degli elementi combacianti, e dove possibile, senza suggerire forme o soluzioni compositive inventate, una parziale ricomposizione.Visibili i motivi floreali, realizzati con la tecnica della doratura a guazzo, che decoravano le vesti dell’Arcangelo”.
Il delicato restauro ha riconsegnato al Santuario, e quindi alla collettività, un’importante tassello di storia dell’arte, testimonianza della raffinata scuola gaginesca che ha dato tanto lustro alla Sicilia. I frammenti dell’opera, custoditi in una teca all’interno del Santuario, sono visibili al pubblico in esposizione permanente.
Alla presentazione e ingresso ufficiale dell’opera artistica nell’edificio sacro sono intervenuti il Rettore del Santuario della Madonna della Sciara, sacerdote Alfio Giovanni Privitera, che ha ringraziato il Comune di Mascalucia per averne finanziato i lavori; il sindaco di Mascalucia, Giovanni Leonardi; il vicesindaco, avvocato Fabio Cantarella; l’Assessore alla Cultura, avvocato Orietta Musumeci, alcuni funzionari del Comune di Mascalucia e il responsabile dell’ufficio dei Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Catania, sacerdote Carmelo Signorello.
Il dottor Davide Rigaglia non è nuovo al recupero di importanti opere artistiche, tra le ultime: Il descialbo di un dipinto murale contemporaneo. Il walldrawing di Sol Lewitt nella chiesa di San Giovanni degli Almadiani a Viterbo; a Civitavecchia con i suoi collaboratori ha riportato alla luce gli affreschi raffaelliti a piazza Leandra, provvedendo all’integrazione dei colori della Messa di Bolsena e l’inizio dell’Incontro di Attila con Papa Leone.
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